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Durante il cammino verso Polis, mi ero un po' allontanata dagli altri per poter riflettere in pace. Sapevo che quello che avevo fatto era imperdonabile e molto probabilmente nemmeno io potrò mai perdonarmi. Fortunatamente c'era ancora la possibilità che Lexa decidesse di non ucciderli, anche se era molto remota e temevo per la loro vita. Speravo che almeno se avessero dovuto giustiziarli, che lo avrebbero fatto senza farli soffrire. Un'altra cosa che temevo era che i miei amici e soprattutto Octavia non mi perdonino e non volevo rimanere sola in mezzo a tutte quelle persone che non conoscevo. Poi ovviamente mi chiedevo per quanto ancora saremmo dovuti rimanere lì o se ci avrebbero lasciati andare via e riprendere di nuovo la nostra vita normale. Sinceramente non ne avevo voglia, perchè anche se non ne comprendevo il motivo, nonostante tutto e anche i pochi giorni trascorsi qui, iniziava a piacermi questa vita.
Dopo 30 minuti di solitudine, vidi avvicinarsi Indra.
I: Clarke kom Skaikru, Heda chiede di parlarti.
Anche se ero un po' sorpresa, annuii.
I: Adesso la chiamo, ma se solo provi a torcerle un capello, sei morta.
Questa minaccia mi impaurì, ma da quanto ero riuscita a vedere, Indra aveva un brutto caratteraccio, anche se non potevo permettermi di giudicarla senza conoscerla.
Così Indra si allontanò e poco dopo vidi arrivare Lexa.
C: Volevi parlarmi?
L: Si, Clarke. Mi dispiace di dovertelo dire, ma per ora non posso lasciarvi andare via da qui e dovrete restare fino a quando lo deciderò io, perchè prima dovrò capire che mi siete fedeli e che non andrete a dire a nessuno della nostra esistenza.
C: Va bene. Ma come mai non volete che nessuno sappia di voi?
L: Perchè vogliamo continuare a vivere secondo le nostre tradizioni, mantenendo la nostra religione e la nostra lingua. Adesso ovviamente hai sentito che tutti sappiamo parlare anche la tua lingua, ma in realtà la insegnamo solo ai guerrieri. Adesso comunque se hai domande chiedi pure, dato che dovrete vivere almeno per un po' di tempo tra noi.
C: Il vostro è un popolo tribale, giusto?
Lexa annuì.
C: Tu di che tribù fai parte?
L: Io faccio parte dei Trikru, ma in tutto siamo in 12 clan, ovvero noi, Azgeda, Floukru, Sankru, Podakru, Delfikru, Trishana, Ingranrona, Ouskejon Kru, Louwoda Kliron, Boudalan e Yujleda.
C: E invece la vostra lingua e la vostra religione?
L: Noi parliamo il Trigedasleng, che ha comunque alcune somiglianze con l'inglese, come credo avrai sentito. Poi la nostra religione si basa sulla fiamma, in cui ci sono gli spiriti dei comandanti precedenti.
C: Wow, non avrei mai pensato che tutto ciò possa essere possibile e invece è così...
Per un istante ci guardammo e mi persi nei suoi meravigliosi occhi verdi, anche se per l'imbarazzo interrompemmo subito i nostri sguardi.
C: Comunque anche tu se hai domande, non esitare a chiedere.
L: Com'è il mondo qui fuori?
C: Allora, intanto ci sono delle grandi città, piene di negozi, di ristoranti, di case e di molto ancora. Poi ovviamente al contrario di voi non ci sono guerrieri e come armi abbiamo principalmemte le armi da fuoco. Noi passiamo almeno i primi 18 anni della nostra vita a scuola e poi chi vuole va all'università e continua gli studi. Successivamente si trova un lavoro mia maggior parte delle persone si sposa e poi ha dei figli. Inoltre noi abbiamo i cellulari e internet, che non credo che qui ci sia.
L: Alcune cose che hai detto non le ho mai sentite, ma sembrano interessanti. In realtà però non credo che andrò un giorno a vederle, perchè a me piace come viviamo qui.
Dopo questa conversazione con Lexa, continuammo a camminare ancora per un po' e poi finalmente arrivammo a Polis, davanti al palazzo. In quel momento vidi uscire Anya e parlò con Lexa.
L: Adesso devo andare. Anya vi mostrerà le vostre stanza.
Io annuii e poi lei se ne andò, così iniziammo a seguire Anya e andammo al secondo piano di quell'enorme edificio.
A: Avete a disposizione queste tre stanze, per cui sistematevi come volete, ma non fatemi pentire di avervi fatto scegliere da soli.
Disse Anya scocciata com sempre. Mentre stavo per entrare in una delle stanze però, Anya mi fermò.
A: No, tu adesso devi venire con me.
Anche se mi chiesi il perchè, decisi di seguirla senza fare domande, anche per paura di infastidirla ulteriormente. Andammo fino all'ultimo piano e questo mi sembrò strano perchè lì c'erano la sala del trono e credo anche la stanza di Lexa.
Ci fermammo infondo al corridoio e Anya mi indicò una stanza.
A: Questa è la tua stanza.
Così decisi di aprire la porta e vidi una camera enorme. A destra c'era un letto a baldacchino, mentre nel resto della stanza c'erano varie sedie, poltrone, tappeti, un tavolino al centro e una pila di quaderni e di libri, che mi sembrò strano vedere.
A: Heda mi ha ordinato di riferirti che da domani inizierai delle lezioni di Trigedasleng, dato che sembravi interessata all'argomento. Sarà lei stessa ad insegnarti. Ha detto che verrà ogni sera qui e per un'ora o più ti insegnerà. Ha inoltre offerto a tutti voi di insegnarvi a combattere, ma solo se vorrete.
C: Grazie allora.
Anya annuì e se ne andò. Aveva proprio un carattere strano! L'entusiasmo però era tanto, dato che avrei iniziato a vedere come funzionava veramente la loro vita e avrei anche passato del tempo con Lexa, che era una persona apparentemente molto saggia e che aveva molto da insegnare. Poi volevo anche imparare a parlare un po' di Trigedasleng. Quando sarei tornata alla normalità probabilmente non mi sarebbe servita questa lingua, ma almeno qui era utile.
Anche se non era tardi, decisi comunque di andare a letto, perchè quella giornata era stata proprio stancante. Quando però mi sdraiai tra quelle morbide e calde coperte, non riuscii ad addormentarmi subito a causa dei sensi di colpa per Bellamy e Pike, ma dopo un po' ero troppo stanca e il sonno fu più forte dei miei pensieri.

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