Eccomi in macchina con quel puttaniere di William, nessuno dei due si rivolgeva una parola, nessuno dei due si rivolgeva uno sguardo neanche per sbaglio, i suoi occhi fissi sulla strada, e i miei fissi sul paesaggio che scorreva attraverso il finestrino. L'unico rumore che sentivo era la radio.. Nella mia mente ancora risuonavano le parole aspre e senza cuore di Samantha a quale per la prima volta avevo risposto e avevo lasciato tutti senza parole, tutti compreso William, mi sentivo felice ed estasiata al fatto che io avevo preso coraggio ed ho risposto a lei, finalmente mi ero liberata di lei, di lui e di tutto questo odo di merda che mi circondava, si beh non me ne ero liberata del tutto ma in parte sì.
Sarei tornata alle mie normalità, alla mia vita prima d'intraprendere questa merda di strada con cui comunque avrei dovuto fare i conti per il resto della mia vita, finalmente avrei rivisto Tobia, avrei dormito nel mio letto, avrei fatto la doccia nel mio bagno. Finalmente tutto stava tornando alla normalità. Venni richiamata dal mio stato di catalessi, quando il mio capo spense la radio e mi risolve la parole, << Allora Sophia dove devi andare?>> mi chiese rivolgendomi per poco un occhiata per poi riportare il suo guardo sulla strada, di mio canto io mi sistemai ancora di più nel sedile della sua macchina che come mi aspettavo profumava di lui... <<William devo andare al cimitero se non ti dispiace, e poi dovrei andare a fare la spesa perchè in casa non ho nulla da mangiare sempre se non ti dispiace>> esordi io fissandolo, lo vidi annuire in segno di approvazione. <<Sophia dove vuoi andare prima?>>disse lui fissando la strada, <grazie>>dissi io. e fu così che per tutto il resto del viaggio nessuno proferì parola, il viaggio fu lungo e i miei occhi iniziarono a farsi pesanti, e così mi addormentai in quella macchina che sapeva di lui, con lui al mio fianco, e il suono del suo fischiare dentro le orecchie. Non so quante ore siano passate da quando chiusi gli occhi, ma mi senti scuotere il braccio da lui <<Soph sveglia siamo arrivati>>apri gli occhi, e la prima cosa che vidi furono i suoi bellissimi occhi castano chiaro. Mi schiarì la voce << Buon pomeriggio William da quanto siamo arrivati?>>chiesi strofinandomi gli occhi con le mani, <dormi>> disse lui toccandomi il braccio, a questo suo gesto mi scansai avevo paura e così scesi dall'auto lasciandolo li immobile e confuso di questo mio gesto così azzardato... Sapevo bene che da lì a poco sarebbe sceso infuriato da quell'automobile.
Così fu pochi instanti dopo mi enti tirare il braccio e sbattermi contro la portiera della macchina con così tanta violenza che per un istante dovetti chiudere gli occhi, lui se ne accorse ma continuò a stringermi il braccio così forte da farmi quasi urlare con quel poco di voce che mi era rimasta <<William mi fai male>>dissi aprendo gli occhi, incrociai i suoi che erano diventati scuri come la notte da mettere paura, eppure eravamo in pieno giorno. <<William lasciami cazzo, mi stai facendo male>> urlai così forte da far girare perfino un signore che stava passando accanto a noi. <lascia-la immediatamente>> disse l'uomo che poteva avere all'incirca settant'anni, vidi William girarsi verso l'uomo e rispondere a denti stretti:<< Vecchiaccio vattene, sono cose nostre, mie e di questa ragazza>>; sputò acido come al solito, il vecchio mi guardò e mi rivolse un sorriso di pietà, e prosegui il suo cammino. Pochi secondi dopo William lascio il mio braccio, sapevo bene che domani mattina mi sarei svegliata con un livido per l'ennesima volta da quando faccio la puttana.
Mi liberai dalla sua presa e lo asciai lì ed entrai finalmente dentro il cimitero, dove non entravo da moltissimo tempo, mentre camminavo sentivo i suoi passi ciò significava che era entrato dentro con me. <piccola>>disse lui piazzandosi al mio fianco, << Non questa volta mi spiace William, ogni volta che mi fai del male io ti perdono, anche se non dovrei in fondo non sei nulla per me, ne io per te quindi non dovresti reagire da fottutissimo ragazzo, perchè non lo sei>>sputai tutto di un fiato, lui rimase scioccato quasi esterrefatto da queste mie parole. Eravamo quasi arrivati da-vanti alla lapide dei miei genitori e a fianco quella di mia sorella Cassie. Appena le scorsi entrambe, mi sedetti in mezzo a entrambe, e lo stesso. Vidi che fece William, << Sai william loro sono la mia famiglia, alla mia destra c'è mia sorella Cassie aveva appena compiuto 15 anni quando morì, mentre alla mia sinistra ci sono i miei genitori Roberth e Benedetta. Come vedi in questa foto loro sono così innamorati, lo erano anche nella realtà>>ammisi ricordando come la mia famiglia era innamorata e come tutti e quattro insieme eravamo un'unica cosa.
Vidi William fissarmi intensamente negli occhi come se volesse leggermi, ma avevo paura che mi potesse far male, in fondo lui mi ha già fatto male fisicamente, quindi non potevo, incominciò a venire verso di me, e sedersi al mio fianco, mentre si schiariva la voce forse per poter provare a dire qualcosa... e io li che aspettavo qualche inutile parola che ormai tutti dicevano. << Soph piccola, mi dispiace tantissimo, eri così piccola, così diversa da ora>>disse lui, ecco lo sapevo gli facevo pena, lo facevo a tutti ogni volta che parlavo dei miei genitori lo facevo. <<William ascolta non dirmi mai più che ti dispiace, tutti lo fanno>> ammisi era vero, lui di suo canto abbasso la testa e annui, probabilmente si sarà dispiaciuto ma non più di tanto ero comunque la sua puttana o come mi definiva lui il suo giocattolo sessuale.
Non so quanti minuti passarono da quelle piccole parole che pronunciammo entrambi, l'aria dentro il cimitero stava diventando fredda, lui non faceva altro che fissami e io a sua volta sentivo il suo sguardo bruciarmi addosso, mentre osservavo attentamente la foto di Cassie... Lei era il mio opposto era, tranquilla, dolce, amata da tutti e la preferita di mamma, mentre beh io ho sempre dato problemi alla mamma ma ero adorata dal mio papà... Ero la sua preferita e lui beh per me stravedeva a ogni mio gesto se pur sbagliato, prima mi rimproverava e poi mi abbracciava perchè non poteva stare senza di me. Credetemi lo amavo più della mia stessa vita, non c'è non amassi ma madre ma col lui ero in simbiosi, gli dicevo tutto, ma proprio tutto...
Scacciai dalla mente questi ricordi che ancora oggi mi facevano male e mi girai a trovare il suo sguardo in quel momento era tranquillo, i suoi occhi brillavano di un luccichio strano ma bello allo stresso Tempo. Perchè non mi faceva paura? Perchè sentivo una strana attenzione e attrazione in questo momento? Lasciai che queste domande mi offuscavano la mente per un po' mentre mi concentravo a capire ciò che nella sua mente passasse. Poco dopo mi senti prendere la mano e stringerla alla sua, era grande e in quel momento mi dava sicurezza, William si schiarì la voce e dire <qui>> aveva ragione era già tardi dovevamo ancora andare a fare la spesa. Così mano nella mano uscimmo da quel brutto posto che come ogni volta aveva un pezzo grande del mio piccolo e fragile cuore, e ci avviamo in macchina per poter proseguire il viaggio verso il supermercato.
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le sue mani su di me volume 1 Completa
RomanceWilliam, proprietario di un circolo di prostituzione, intimoriva ogni ragazza gli si presentasse davanti, ma lei era diversa: Sophia, una diciannovenne come tante, entrò dopo un cata-strofico incidente in questo circolo. Sexy, perverso, altamente...