Ho sempre avuto un rapporto strano con le persone.
Nessuno di esse riesce mai a capire come mi sento, cosa sento.
Nessuno è in grado di capirlo, ma tutti sono, bravi a giudicare le mie scelte
Non so che ore sono quando mi alzo dal mio letto. È già buio. Guardando da quella piccola finestra che ho in camera deduco che è già tardi. Mi guardo e noto che mi sono addormentata con il mio solito asciugamano sul corpo. Decido che è ora di vestirmi. Opto per una maglietta maschile che trovo nel mio armadio: alla fine sono a casa di William e le ragazze mi hanno vista una marea di volte nuda. Così a piedi scalzi scendo le immense scale della casa di William e li trovo tutti lì che parlano tra di loro. Ma appena mi vedono, lo sguardo di tutte saetta tra me e William. Perchè cazzo stanno facendo così? Che ho fatto di male? "Sophia, vieni, siediti, stavamo aspettando solo te", dice William sorridendomi per la prima volta, mentre le mie guance diventano rosso fuoco. Mi accomodo al mio solito posto, di fronte a lui che non ha per nulla smesso di guardarmi. Poco dopo lui parla e come al solito mi richiama, visto che mi sono persa nei miei pensieri. "Sophia, oggi andrai per strada, è un po' che non vai", annuncia lui. Tiro un sospiro di sollievo e istintivamente sorrido, ma non lo do a vedere. Dopo aver finito di cenare mi alzo dalla mia sedia, sotto gli occhi di William attenti a ogni minimo dettaglio. "William, vado a prepararmi. Trovo tutto nella mia stanza", dico. Lo vedo che guarda nella mia direzione e lascia perdere quella specie di gallina di Samantha, la quale cerca di approcciarsi a lui. "Samantha, smettila di parlare, per favore", dice lui con acidità. Per poi continuare: "Sophia, dopo parliamo nel mio ufficio, in tanto vai a prepararti". Mi fissa negli occhi, e io di conseguenza annuisco.
Salgo in camera mia e quello che trovo sono solo delle fottutissime mutandine con delle calze a rete, e un reggiseno. Rimango schifata, ma mando giù: l'importante è uscire da quella fottuta casa. Mi squilla il cellulare della camera: leggo il nome "ufficio". Ciò significa che William mi sta aspettando. Rispondo frettolosamente al telefono: "William, arrivo", dico. Così in fretta e furia, mi precipito giù per le scale rischiando anche di rompermi l'osso del collo. Arrivo davanti alla porta del suo ufficio con un fiatone assurdo per via della corsa.
Busso: nessuna risposta.
Busso ancora: nessuna risposta nemmeno stavolta.
Così di mia iniziativa apro la porta del suo ufficio: lo trovo lì con quella puttana di Samantha. Appena mi vede si sposta da lei e mi guarda negli occhi. "Sophia, aspetta, non è come pensi", dice lui. "No, William, non mi dare spiegazioni. Sei il mio protettore, quindi è tutto a posto. Io volevo sapere semplicemente cosa volevi dirmi", dico io tranquillamente. La sua voce risuona per tutta la stanza: "Samantha, esci da questa fottuta stanza adesso", dice. "Aspetta, William, io non ho finito con il pompino", dice quella fottuta oca. "No, Samantha, esci da sta cazzo di stanza", dice lui a denti stretti mentre la prende per il braccio e la porta verso la porta. Mi guarda attentamente e dice: "Sophia, vieni: dobbiamo parlare", indicandomi la sedia di fronte a lui. "Dimmi tutto, William", gli dico io. Si mette comodo nella sua poltrona di pelle nera. "Allora, Sophia, oggi avrai ben due clienti contemporaneamente, quindi ti prego di dare il meglio di te", dice lui serio, poi continua: "Sophia, domani avrai un giorno di riposo: potrai uscire da qui e potrai torna-re all'ora che vuoi. In fondo te lo meriti", dice lui e io annuisco. Mi alzo da quella poltrona sotto gli occhi attenti di William, mi avvio verso la porta dello studio e mi giro a guardarlo. Noto che mi sta guardando attentamente e le sue pupille si ingrandiscono piene di desiderio. "Sophia, aspetta", continua lui. Istintivamente mi giro e lo guardo fisso negli occhi. Non so perché, ma stavolta non sono spaventata dal suo sguardo. "Si, dimmi pure, William", dico con un lieve sorriso. "Sophia, sta' attenta". È premuroso con me, come non lo è mai stato. La cosa lievemente mi sorprende, ma non ci faccio molto caso. "Grazie del pensiero, William". Esco da quella stanza e mi dirigo verso la casa dove devo lavorare. Arrivo con un leggero ritardo e busso non prima di essermi sistemata gli abiti (se così si possono chiamare). La porta si apre mostrandomi un uomo affascinante e accanto a lui un altro uomo meno affascinante. "Vieni, entra, piccola", dice lui invitandomi a entrare in quella casa enorme. Chissà chi è?
Entro e mi fanno accomodare sul loro divano di pelle offrendomi un bicchiere di vino rosso. Poco dopo la mia testa diventa pesante e una risata esce dalla mia bocca quando sento solleticarmi la coscia sinistra. "È ora di divertirci.", dice uno dei due. Istintivamente annuisco e via, entrambi a baciarmi il collo. "Dai, su, Luca, prendiamola e andiamo in camera, così possiamo scoparla per bene", dice l'altro. Mi prende in braccio e mi porta in camera, seguita da questo Luca che si lecca le labbra. Una grande porta si apre e vengo buttata nel letto violentemente. Lancio un urlo e vedo i due salire nel letto, uno alla mia sinistra e l'altro alla mia destra. "Dai, su, puttanella, slacciaci le cinture", dice quello che penso sia Luca, mentre con le mani mi stappa ogni lembo di stoffa. A entrambi slaccio la cintura e un gemito lascia la loro bocca. E successivamente: "Prendili entrambi i cazzi in bocca".
Io dal mio canto devo obbedire. Così li prendo entrambi in bocca senza protestare, ma prima li massaggio un po' con le mani. Dalle loro bocche escono dei gemiti duri e tenaci, così continuo il mio lavoretto per ancora un altro po' quando, uno dei due di peso mi prende e mi mette il suo membro dentro di me, le spinte sono forti e dure, fanno male ma devo resistere e fingere di provare piacere, mente sento la lingua dell'altro uomo nel mio ano che lecca per cercare di farmi provare meno dolore per la penetrazione, la sua lingua fa giri concentrici, il che mi fa anche ribrezzo. Ed è proprio in questo esatto momento che caccio un urlo fortissimo dal momento in cui l'altro umo mi penetra il sedere. I toccano ovunque, le loro mani sono ovunque: nei miei seni, nella mia faccia, nella mia pancia. In fondo era proprio così, ero la loro carne fresca e loro i due leoni. Non so bene dire quando tutto ciò finì, perché urlavo e basta, e ma appena uscirono da me mi accasciai nel letto per prendere un bel respiro e mi addormento come facevo sempre, mi curai poco del mio telefono che suonava, e ho solo un estremo bisogno di chiedere gli occhi e dormire.
Non ho idea di che ora era ma con tutte le forze che ho nel mio corpo mi diressi a prendere i vestiti, e appena fui pronta scesi le scale, ma in questo esatto momento le scendo con molta lentezza dato che sono dolorante. Mentre andavo verso l'uscita senti uno dei due parlare" Wow quella puttana è stata fantastica ieri sera" dice battendo un cinque all'amico. Ecco che una lacrima mi percorre il viso, purtroppo non mi sono abituata ancora ad essere definita tale, e per dirla tutta fa ancora male in fondo ho solo diciannove anni. Ed è normale sentirsi in questo modo.
Erano le 15 quando ho varcato la soglia di casa, ma ho solo voglia di andare a fare un giro e prendere una boccata d'aria fresca, ma purtroppo come al solito ad aspettarmi ci fu William "ciao sophia, come andata? "esclama , "Bene, posso andare?" domando senza guardarle i suoi bellissimi occhi verdi, allora che lui parlò " no, devi fottutamente guardarmi quando parlo" dice , mentalmente imprecai e così fui costretta ad alzare lo sguardo, e prontamente noto che stavo piangendo, cerco di muovermi, e camminare ma purtroppo zoppicai "che ti hanno fatto sophia?" chiede William correndo da me per sorreggermi. "oh nulla sono caduta" sussurro a lui, ma notai che il suo sguardo passava tra me e il mio passo che non era più quello normale di sempre e ciò mi ha subito dato la conferma che avevo appena detto una grandissima e immensa cazzata . "Sophia dimmi sono stati loro?" chiede ancora con voce alta, e mi sono trovata costretta ad annuire, "come?" domanda , non volevo rispondere "doppia penetrazione " sussurrai, lo vidi sbattere gli occhi e poi dire "nessuno si poteva e doveva permettere la doppia penetrazione tu hai un contratto selettivo" dice il mio protettore "no William va bene" provai a dire "No Sophia, queste teste di cazzo hanno il diritto e il dovere di attenersi al fottuto contratto" dice . In segno di arresa lo lascio perdere e calmare, e chiesi "William posso andare a rifarmi una doccia bollente?" , lo osservo fissarmi e annuire, e poi parlare " certo ma ti accompagno io" annuncia. Così mi prese in braccio e insieme salimmo le scale.
Arrivati davanti la mia porta, l'apri con un calcio ed entrammo, poi lo sentì parlare "sophia ti preparo l'acqua e ti ci immergo e poi esco" annuì non avevo voglia di parlare. Seguo il tuo sguardo attento e noto che mi adagiò sul letto, e con gli occhi quasi pesanti lo osservo sparire dentro il bagno, mentre io chiusi gli occhi e nell'attesa provai a respirare lentamente per potermi calmare, "eccomi è pronta" lo senti dire e io di mio rimando mi sollevai cercando in tutti i modi di spogliarmi sotto gli occhi attenti di William." No sophia se sei stanca faccio io" dice avvicinandosi piano a me e guardandomi intensamente negli occhi, poco mi importa che mi vede nuda, e perciò lo lascio fare beandomi di tanto in tanto di un suo tocco e bacio nella nuca.
Eccomi qui nella vasca piena d'acqua calda, mi beai di quel calore, poco dopo però senti dire "io vado, chiama se hai bisogno" dice per poi sparire della mia visuale.
STAI LEGGENDO
le sue mani su di me volume 1 Completa
RomanceWilliam, proprietario di un circolo di prostituzione, intimoriva ogni ragazza gli si presentasse davanti, ma lei era diversa: Sophia, una diciannovenne come tante, entrò dopo un cata-strofico incidente in questo circolo. Sexy, perverso, altamente...