Capitolo 59.

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Quando riaprii gli occhi, ero sdraiata in un letto molto grande. Ero in una specie di garage. C'era una finestra grandissima.

Mi stiracchiai leggermente ma il dolore si fece subito avanti e mi costrinse a fare un mormorio di dolore.

X: Buongiorno, dormito bene? disse un uomo scendendo dalla scale a chiocciola davanti a me.

Io: Uhm.. la ferita mi fa ancora molto male ma siccome non ho più un coltello conficcato sto meglio. Dissi alzandomi il cuscino.

Lui sorrise e si avvicinò. Io ero senza vestiti ma coperta dalla coperta. Lui mise la sua mano sulla mia costola, restando in quella posizione un attimo.

X: La guarigione sta aumentando, sei un Alpha starai subito bene.

Lo guardai stranita e poi feci spalluce.

Io: Chi sei? chiesi interrompendo il suo sorriso.

Peter: Sono Peter. sorrise lui

Io: E come mai mi hai accolto?

Peter: Sei un Alpha come me e nonostante dovrei ucciderti ho preferito aiutarti dato che tu hai fatto questo con me.

Ricordai la sera prima e feci una faccia stupita.

Io: Non riusciresti ad uccidermi comunque.

Lui alzò il sopracciglio sorridendo.

Io: Come mai stavi sbranando quella persona ?

Peter: Se lo meritava, mi aveva detto e fatto delle cose spregevoli.

Cercai di non creare una situazione disagiosa o triste quindi..

Io: Almeno era buono? Dissi facendo una faccia disgustata.

Peter: Credo che era più buono quel cuore che hai portato a Deaton l'altra volta, ma anche lui non era male.

Io: Scusa ? Sei uno stalker serial killer Alpha o sei passato di lì e hai guardato la scena? dissi sarcasticamente.

Peter: Preferirei solo  Alpha. disse facendo una faccia soddisfatta.

Non ci diedi peso. Accessi i miei occhi e uscì leggermente gli artigli e le zanne per fare aumentare il processo di guarigione.

Peter: Bellissimi occhi. disse avvicinandosi dopo aver preso un bicchiere di acqua.

Li hai presi da tuo padre? continuò.

Non avevo ben capito se si riferiva a quelli rossi o ai miei normali.

L'Alpha e il suo branco. |Liam Dunbar|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora