Thymeria osservò con attenzione il mutare delle piante. Aveva lasciato indietro la maggior parte delle querce e dei salici e stavano comparendo sempre più abeti e pini. Il sottobosco si stava diradando anche se le felci segnalavano con la loro presenza dove scorrevano più facilmente i rivoli. In effetti, con la pioggia appena passata non erano pochi gli estemporanei corsi d'acqua che scorrevano a valle.
Controllò la strada che si stavano lasciando alle spalle e le tracce che avrebbero facilitato gli inseguitori. I passi le saltavano subito all'occhio sullo strato di aghi di pino e le sembrava che anche il più scarso degli inseguitori avrebbe potuto inseguirli agilmente.
«Mamma, sono tanca.» si lamentò la bimba, fermandosi e lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, mentre gli occhi tristi guardavano Thymeria.
«Lo so, tesoro, ma non possiamo fermarci ora.» rispose la donna, prendendola per il polso e dopo in braccio.
Leto alzò appena lo sguardo sentendo le braccia della sorella che stavano circondando il collo della madre, dandogli fastidio sulla faccia.
«Leto, posso tare lì con te?» mormorò rivolta al fratello, appoggiando il mento nell'incavo del collo della madre.
«Uh!» rispose il bimbo. «Dada!»
Thymeria diede soltanto un bacio sulla testa della bimba e poi si girò appena per mandare un bacio al piccolino che stava già cominciando a protestare a mugolii. Sistemò un po' meglio la bimba davanti e allungò lo sguardo davanti per evitare le radici sporgenti.
«Non farmi cadere...» mormorò Aurora, abbandonando le braccia attorno al collo di Thymeria e addormentandosi all'istante. Thymeria spostò appena lo sguardo sulla bimba e sospirò, scuotendo appena la testa. La salita sarebbe stata ancora più difficile e lenta con quel dolce peso addosso.
***
Le donne osservarono i compagni e i figli che si allontanavano lungo il sentiero di terra battuta come una massa compatta, che emetteva un brusio continuo.
Leto allungò le braccia verso coloro che si allontanavano, ma Thymeria lo tenne saldamente stretto a sé, appoggiato sul fianco dove si trovava. Aurora era stata messa a terra e stava abbracciando la madre, le circondava le gambe nascoste dalla lunga gonna floreale e continuava a piangere tenendo la mano della madre stretta alla guancia.
«Ritorneranno mai?» chiese una delle donne ad una sua vicina, con la voce tremante.
«C'è un interfector con loro.» rispose, rincuorata, questa.
«Se fosse partito prima, avremmo già vinto questa guerra.» commentò acida una terza voce.
Thymeria spostò lo sguardo sul trio di comari che stavano chiacchierando.
La prima che aveva parlato aveva capelli lisci e neri, lunghi fino a metà schiena nonostante fossero raccolti in una treccia. Attaccati alle braccia c'erano due bimbi che si assomigliavano come gocce d'acqua con gli stessi capelli scuri della madre e una terza al suo fianco con il viso rigato dalle lacrime che ormai era quasi una donna. Era venuta da lei soltanto qualche giorno prima e sapeva che Lucia Celestini era una persona che tremava di paura al minimo alito di vento, soprattutto da quando il padre era morto in un incidente mentre le costruiva la casa. L'abito rosso pastello che stava indossando gliel'aveva cucito appena l'anno prima, mentre lo scialle l'aveva fatto lei con una colonna attorcigliata verso l'esterno sul bordo.
Spostò l'attenzione sulla seconda, dove i capelli già chiari di loro si stavano screziando di grigio e le rughe solcavano i suoi lineamenti. Gli occhi grigi scuri della donna osservavano stancamente le compaesane. Donna Ginevra, come la chiamavano tutti, solo di recente era tornata al nido per stare con la figlia e i nipotini. Aveva preferito non trasferirsi nella casa di Gabrio, ma affittare una casa vicina in modo da poter vivere in libertà e sconvolgere i più conservatori con le proprie maniere.
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La disfatta di Floris
FantasyÈ guerra. Il re Emolus ha deciso di tentare la conquista del vicino regno, ma le sue forze sono in netta minoranza e ha perso la valle dei Sogni. Questa perdita causerà la coscrizione di tutti gli uomini in grado di imbracciare le armi, tra cui Arys...