«Mamma, ho i piedi feddi.» si lamentò Aurora. «Mi fanno male...»
Thymeria strinse delicatamente la mano della bimba. Aveva fatto camminare Leto per un po', ma il bambino non aveva retto molto, e la bambina si era lamentata per buona parte del tempo.
«Lo so, tesoro, tra poco potremo riposarci.»
«E ho feddo, ho tanto feddo...» si lamentò ancora, con i lacrimoni che le luccicavano negli occhi.
«Tranquilla, amorina, tra poco troveremo il posto...» la rassicurò Thymeria, lanciandosi però un'occhiata alle spalle.
Dagli alberi non sembrava provenire alcun rumore, nemmeno i grilli frinivano, e il pascolo era immerso nel silenzio mentre il sole stava cominciando a calare verso le cime al di là della valle. Lanciò un'occhiata verso sud ovest, ma solo alti pennacchi di fumo si levavano da quella zona.
«Che potto?» chiese Aurora, strappandola dai suoi pensieri.
«La malga estiva di Didio.» rispose Thymeria, allungando lo sguardo. «Atanasia mi ha spiegato come raggiungerla visto che sarebbe andata assieme il resto del gruppo assieme ai figli.»
Aurora vagò con lo sguardo davanti a loro, ogni sasso sarebbe potuto essere quello che nascondeva l'agognato tetto spiovente e lasciò la mano della madre correndo avanti. Si fermò un attimo, osservando per bene un masso, e le parve di vedere la sagoma di un lupo accoccolato. Corse un po' e si arrampicò su quella che le sembrava la coda e spinse lo sguardo dietro ad esso, ma un'espressione delusa si dipinse sul suo viso.
Scese dal masso e corse verso un altro, mentre l'espressione si tramutava in desiderio, ma Thymeria vide nuovamente dipingersi la delusione sulla faccia della bambina.
Aurora portò lo sguardo sulla madre e camminò verso di lei, con la testa abbassata.
«Ancora quanto dobbiamo camminae?» chiese la bimba.
«Non molto, Aurora.» le rispose la donna, con un lieve sorriso in volto e controllando la disposizione delle cime occidentali. Aveva ripetuto spesso le indicazioni che Atanasia le aveva dato per raggiungere la malga dove avrebbe portato le pecore e la famiglia prima di abbandonare Dossacles. «Dovresti cercare un laghetto, più che andare a caso in giro.» commentò alla fine con un sospiro.
Alla bimba crollarono le spalle, ma poi alzò le braccia verso la donna. Il viso sporco di terra mostrava strisce più candide dove le lacrime erano scorse.
«Sono tanca... mi potti tu?» le chiese, con lo sguardo velato dalle lacrime.
«Su, cammina.» rispose la donna, voltandola per le braccia e dandole qualche pacca sulla schiena. «Scommettiamo che arrivo prima io a quel sasso?»
La bimba osservò il sasso, sembrava un grosso orso pronto ad alzarsi sulle zampe posteriori, guardò sottecchi la madre e poi cominciò a correre verso il punto mentre Thymeria l'inseguiva con passo veloce e stringendo appena le cinghie con cui portava Leto.
Thymeria si lanciò ancora uno sguardo alle spalle, vedendo i molti fumi che salivano dalla valle. Oramai c'era poco di cui lasciarsi alle spalle e probabilmente ora anche i predoni che si erano trascinati fin lassù avrebbero avuto difficoltà ad inseguire il resto del gruppo che aveva preso l'altra strada.
«Mamma, l'ho vitta!» esclamò la bimba, gioiosa e saltellando avanti e indietro sullo stesso posto.
«Arrivo, Aurora.»
Thymeria si voltò, raggiungendo la bimba, e facendo un lieve sorriso mentre osservava la piccola costruzione. Il tetto spiovente era fermato da numerosi sassi e tutta la costruzione era stata fatta in legno, con tronchi che sembravano essere soltanto appoggiati gli uni sugli altri, eccetto che per il camino che sporgeva dal fianco della malga, ed una seconda costruzione dello stesso materiale ma più piccola si trovava a pochi metri di distanza, con le porte spalancate e nemmeno un belato a riempire l'aria.
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La disfatta di Floris
FantasyÈ guerra. Il re Emolus ha deciso di tentare la conquista del vicino regno, ma le sue forze sono in netta minoranza e ha perso la valle dei Sogni. Questa perdita causerà la coscrizione di tutti gli uomini in grado di imbracciare le armi, tra cui Arys...