Capitolo 27

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Spinse Leto in avanti, sorridendo lievemente.

«Su, bambini, ancora un piccolo sforzo.»

Aurora l'aveva aiutata a sistemare le cose e anche Leto aveva provato a dare il suo contributo, finendo per fare più caos di quanto non ce ne fosse prima. Il braccio nella corteccia era impossibile da muovere e mettere lo zaino era stato anche più impegnativo di quanto non fosse stato prima prepararlo.

«Mamma, la sai una cosa bella?» chiese Aurora, prendendo per mano Leto e facendogli oltrepassare una radice.

«Cosa, amore?» le chiese, controllando che il piccolo non cadesse e sollevando i piedi per scavalcare a sua volta la radice.

«Abbiamo volato!» gli occhi della bambina brillavano di gioia.

La donna aggrottò le sopracciglia e fece un mezzo sorriso. «In che senso?»

«Dopo che hai dommito, lei ha chiamato alcuni amici... tutti amici di papà, sai?» cominciò a raccontare la bambina. «Ma lo sai che ci sono tante pessone divesse?» gli occhi erano pieni di gioia quasi saltellò mentre camminava e Leto cercava di tenerle dietro. «Ma eravamo tritti... tu dommivi...»

Thymeria annuì, lanciando un'occhiata ai dintorni. Qualsiasi cosa le avessero dato doveva averla addormentata in modo che non si svegliasse per molto tempo, ma si chiedeva ancora quali creature Arys avesse aiutato in quegli ultimi anni e quali fossero in grado di volare senza farsi notare dalla popolazione portando persone con loro. Per quanto le forze alfee stessero dilagando nel territorio floriano, un qualcosa di simile in cielo avrebbe attirato l'attenzione.

«Quanto ho dormito?» chiese Thymeria, arruffando i capelli del bambino e prendendolo poi per mano.

«Uno.» rispose la bambina, con un sorriso. «Gli amici di papà sono tati gentili.»

Thymeria annuì lievemente, osservando attorno a sé. I pini e gli abeti erano ancora dominanti assieme ai larici, ma alberi di foglie più larghe avevano fatto la loro comparsa il faggio e il carpino nero. Le sembrava di aver intravisto tra i rami poco più lontani anche le foglie lobate della roverella.

"Devono averci portati anche più verso valle..." pensò. «Aurora, in che direzione ci hanno portato?» chiese, osservando l'arbusto a cui i bambini si stavano aggrappando per aiutarsi nella salita.

«Eh?» rispose la bambina, voltandosi verso di lei e scivolando con il sedere a terra.

Thymeria la parò con il braccio sano sul piede, impedendole di scivolare più in basso.

«Verso dove siamo andati? Verso il sole all'alba o quello a mezzogiorno?» cercò di essere più specifica, mentre la bambina si rigirava e si metteva di nuovo in piedi.

La pendenza si stava facendo un po' più ripida, ma Leto sembrava essere arrivato alla fine. Il bambino si girò verso di loro con un sorriso e sollevò la mano per salutarle.

«A panzo.» rispose lei, tranquillamente, mentre scalava la salita e abbracciava Leto, sporcandolo con il proprio vestito. «Ho vitto la valle e mi hanno dovuto tenere... sembravano tante casine.»

Thymeria annuì e anche lei raggiunse la sommità. Davanti a lei il terreno digradava lentamente ma poteva vedere il limitare degli alberi, il grigio del cielo che si era annuvolato e le nubi che minacciavano pioggia. Fece cenno ai bambini di restare indietro e si avvicinò da sola al bordo. Già da lì poteva intuire il breve dirupo che interrompeva la discesa su quel lato, ma soprattutto poteva vedere quello che si stendeva davanti.

L'Arna era un lungo nastro scuro che emergeva nei punti in cui gli alberi erano stati ridotti per far spazio alle città che punteggiavano il suo corso e verso oriente gli alberi sparivano del tutto per lasciare il posto ai campi coltivati dei numerosi paesini che erano satelliti delle città a loro più vicine. Dalle città maggiori molte colonne di fumo si stavano innalzando in vari punti, ma le città più piccole sembravano esser state risparmiate da questo... o più probabilmente si erano già spenti perché attaccati prima. Come aveva detto anche tempo prima a Dossacles, i paesi meno difesi sarebbero stati i primi ad essere assaltati.

La disfatta di FlorisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora