Capitolo 31

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«Su, manca poco.» sorrise ai bambini.

Aveva piovuto tutta la mattina e buona parte del pomeriggio. Thymeria aveva fatto arrampicare Leto sulle spalle e aveva usato la cerata della tenda per coprire sia loro che Aurora che le camminava al fianco.

Il viso della bambina era riposato e la piccola lanciò un'occhiata alla madre. La donna sembrava guardare avanti e la piccola si lanciò su una pozzanghera. Gli stivali di cuoio resistettero un po', ma dopo l'acqua fluì e bagnò i piedini avvolti dalle calze.

«Aurora, dai...»

La pioggia aveva diminuito d'intensità e la bambina sollevò lo sguardo al cielo. Ora le nuvole erano molto più chiare e sembrava aprirsi qualche sprazzo di azzurro. Fece una piroetta, sentendo l'acqua girare negli stivali, e rise.

Leto sollevò la testa che aveva appoggiato su quella della madre e si sporse verso la sorella. Thymeria lo tenne con la mano, trattenendo mezza imprecazione.

«Abbi un po' di pazienza, Leto.» sbuffò, voltando la testa per lanciargli un'occhiataccia.

Si inginocchiò e sentì chiaramente il ginocchio nudo affondare nel fango e Leto si lanciò giù dalle sue spalle e corse dalla sorella, abbracciandola. Aurora lo abbracciò e lo sollevò, dandogli un grosso bacio sulla fronte.

«Su, muoviamoci... chi vuole dormire al coperto stanotte?» chiese Thymeria, lanciando un'occhiata al cielo che dava solo una vaga idea della posizione del sole.

«Io! Io!» gridarono entrambi i bambini, sollevando le mani.

«Allora andiamo...»

Mentre si rialzava Thymeria si pulì il ginocchio con un sospiro. L'aria sembrava essere più leggera e c'era ancora un sentore di frizzante provenire dalle piante, era come se il tempo si fosse fermato e non volesse muoversi. Il profumo intenso di un gelso colpì la sua attenzione e sorrise lievemente nel vedere l'albero in cui le more si stavano appena colorando. Se fossero rimasti un po' lì sarebbero potuti restare a raccoglierle, ma non erano quelli i piani.

Lanciò un'occhiata ai bambini e li vide confabulare tra di loro, camminando mano per la mano. Ridacchiò appena vedendo il viso serio di Leto annuire come se avesse compreso una grossa verità, ma ritornò seria anche lei quando Aurora la guardò.

«Mamma...» iniziò la bambina, stringendo forte la mano di Leto. «papà sarà lì?»

Thymeria congelò con un secondo la sua espressione seria, ma poi tentò di sorridere alla piccola.

«Non lo so, amore...» rispose con un sorriso. «se non sarà già lì lo aspetteremo per qualche giorno, poi dovremo incamminarci.»

«Pecché non possiamo apettarlo di più?» chiese, con uno sguardo tanto determinato che mal si accompagnava ad una faccia così infantile. Si rese conto che quello sguardo non aveva più nulla dell'infanzia e della spensieratezza.

«Perché non possiamo restare a lungo lì.» rispose, con un sospiro, mentre la preoccupazione ricominciava a salire dentro di lei. «È possibile che gli alfei siano già passati da queste parti, anche se non controlleranno a tappeto tutte le montagne, ma se non l'hanno fatto si faranno accompagnare dai proprietari in modo da trovare eventuali tesori.» "Sempre se non sono morti nella battaglia o passati a fil di spada durante le razzie..." ma si trattenne dal dirlo a voce alta.

«Tesori?» gli occhi della bambina si allargarono di sorpresa.

Nonostante tutto, a Thymeria scappò una mezza risata.

«Mamma, ci racconti una toria?» chiese la bambina.

«Quale preferisci?» le sorrise delicatamente. «Quella di Giovannin SoTuttoIo o quella di Giacobbe il Cinghiale?»

La disfatta di FlorisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora