Le donne si avvicinarono ancora di più e Thymeria poté distinguere meglio l'oggetto che avevano in mano, null'altro che un bastone fatto da un ramo di sambuco. Riuscì a distinguere i loro abiti, delle camicie troppo ampie per i loro corpi sinuosi e dei pantaloni che arrivavano a strusciare in terra.
«Anarada.» sussurrò alla bimba, ricordando improvvisamente il nome della loro specie e cercando nella propria mente qualsiasi cosa le avesse detto Arys su di loro. «Non devono prendervi.»
«Mamma?» mormorò Aurora, preoccupata.
Le donne si avvicinarono sempre di più, con un sorriso premuroso in volto. Thymeria sollevò l'arco, tendendo la corda e puntando la freccia verso di loro.
Cercò di inoltrarsi nei meandri della memoria. Creature umanoidi, come poteva vedere, con le gambe da mula, il volto da strega poteva essere trasformato a piacimento in uno più piacevole e nella bocca riusciva ad intravedere una fila di denti appuntiti. Qualcuno diceva che cavalcavano il bastone di sambuco con cui viaggiavano, ma solo gli interfectores le avevano combattute ed erano sopravvissuti abbastanza da dire ai confratelli che non cavalcavano sui bastoni, ma li calcavano molto forti sugli altri. Forse avevano anche dei poteri sulla mente delle vittime, ma sperava che quelle fossero soltanto voci...
«Vi prego di fermarvi, figlie dei boschi.» disse, seria, Thymeria quando le anarade giunsero ad una decina di metri da loro. «Non è mia intenzione farvi del male, ma soltanto proseguire il cammino senza causare alcun disturbo alla vostra casa.»
«Madama, ma cosa dite? Noi? Figlie dei boschi?» chiese una delle due, quella sulla sua sinistra, mentre il sorriso lasciava il posto ad un'espressione sorpresa. «Credo che il cammino vi abbia affaticato troppo, non sarà il caso che vi riposiate?»
Il tono della donna sembrava cortese e gentile, Thymeria avrebbe decisamente voluto riposarsi, ma Arys le aveva spiegato quelle che si ritenevano essere le abitudini di quasi la totalità delle creature boschive e non erano decisamente benevole.
«Vi prego di non fare un passo in più, ma di volgere i vostri passi al posto da cui provenite.» avvisò una seconda volta. "Tra tutte le creature che potevo incontrare, proprio le mule mangiatrici di persone che prendono a randellate le persone..."
La seconda donna avanzò di un altro passo.
«Io ci ho provato...» sospirò Thymeria, mirando al cuore della donna. "Calidona, guida la mia freccia nelle carni delle figlie di Gea."
Scoccò, la freccia sembrò andare verso il petto, una lieve rotazione del bersaglio e la freccia non scalfì nemmeno la camicia dell'anarada.
«Spottri.» imprecò.
Estrasse un'altra freccia e l'incoccò, non perse tempo a mirare. La freccia il volo fu breve e riuscì a trovare il petto della donna, si conficcò tra il costato.
Un gemito della creatura si trasformò in un soffio e il dolore le attraversò lo sguardo. Strinse gli occhi, prendendo un profondo respiro, ed un tonfo di legno segnalò che il bastone che aveva in mano era caduto a terra.
L'altra si slanciò in avanti. Sollevò il bastone e lo calò sul tronco di Thymeria. La donna saltò all'indietro ed il muschio la tradì, quello che aveva calpestato la fece scivolare appena. Il bastone raggiunse il suo bersaglio e Thymeria digrignò i denti. Vide l'anarada che aveva disarmato avanzare verso di lei e si rimise bene in piedi.
"Non sarò cibo da bosco..." pensò.
L'anarada disarmata le sferrò un pugno, ma il dolore della freccia ancora nel corpo le fece contrarre i muscoli e a Thymeria bastò indietreggiare appena per scansarlo.
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La disfatta di Floris
FantasyÈ guerra. Il re Emolus ha deciso di tentare la conquista del vicino regno, ma le sue forze sono in netta minoranza e ha perso la valle dei Sogni. Questa perdita causerà la coscrizione di tutti gli uomini in grado di imbracciare le armi, tra cui Arys...