«Leto, Aurora, venite a mangiare.» Thymeria sistemò i piatti sulla rozza tavola, poi prese il formaggio e lo tagliò in ampie fette.
I bimbi smisero di saltare sul letto. Aurora appoggiò le mani sul bordo del letto e saltò verso il basso, atterrando su entrambi i piedi. Leto, invece, osservò la sorella allungando le braccia verso di lei con un piccolo broncio sul viso.
«Dai, Leto, fai come me.» Aurora prese per i polsi il fratello e lo tirò con forza.
Leto si tirò indietro, scuotendo il capo. «No.» strillò.
«Bambini, muovetevi.»
Thymeria sospirò, indietreggiando di un passo e buttando un occhio verso la stanza: Aurora era a terra e si era voltata verso la sala principale, Leto era ancora in piedi sul letto con il broncio in viso.
«Io arrivo pima.» rise la bambina verso il fratello e saltellò verso la sala.
Leto osservò le due e si mise carponi sul letto allungando le gambe sottili per mettersi a penzoloni e scivolare giù. Una volta giunto a terra anche lui, raggiunse il tavolo e prese il formaggio con entrambe le mani.
«Da ora in poi la strada sarà più o meno in piano.» spiegò la madre. «Cammineremo ancora qualche giorno verso ovest e scenderemo a sud. Non credo che ci stiano ancora seguendo, quindi potremo continuare il cammino con calma.»
Aurora si cacciò un pezzo formaggio in bocca, meditabonda, sapeva che c'era qualcosa che doveva dire qualcosa, ma non si ricordava cosa. Forse, se fosse stato importante le sarebbe tornato in mente, come diceva la madre.
«Mamma, chi era quella donna?» chiese Aurora.
«Quella del lago?» volle assicurarsi la madre. Al cenno di assenso della bimba continuò. «So che si chiamano vivane, ce n'è qualche stirpe anche in Iulia. Se sono le stesse e tuo padre mi ha spiegato bene la differenza con quelle di Tuscia, sono delle creature buone che aiutano chi ne ha bisogno, salvo che si comportino bene con loro.»
«E come ci si comporta bene con loro?» la bambina lanciò un'occhiata al fratello e l'occhio cadde sullo zaino in cui erano state infilate le due collane.
«La prima cosa è rispettare il loro specchio d'acqua, la seconda non essere un pericolo per il bosco e le sue creature.» lanciò un'occhiata di traverso ai due bambini, facendo una pausa riflessiva. «Spero che vi siate comportati bene con lei...»
Entrambi i bambini alzarono il viso verso la madre, osservandola con la bocca piena di formaggio. Il sorriso di Leto fu ampio, ma mai quanto quello di Aurora.
«Per caso ti ricordi adesso cosa ti ha detto?» lo sguardo di Thymeria si soffermò sulla primogenita.
Aurora lanciò un'occhiata allo zaino, pensierosa ì. «Fosse qualcosa che sarà più avanti, ma non so bene... Leto, eramo assieme, no?»
Thymeria sospirò, poteva solo sperare che non fosse nulla di veramente grave, almeno quelle piccole pesti non avevano fatta arrabbiare la creatura. «Eravamo...» la corresse, nonostante tutto.
***
Il nervosismo ormai era palpabile in tutto il gruppo.
L'Arna si era nutrito di numerosi affluenti ed era diventato un grosso e placido fiume, ai cui lati le chiatte giacevano abbandonate, alcune si trovavano in secco, rovesciate per proteggerle dalle intemperie, e accanto a loro si trovavano cataste di lunghi tronchi.
I campi nei terreni ondulati e sulle piccole alture si chinavano ai venti delicati, ma avevano visto solo le donne chini su questi. Inoltre, da quando avevano lasciato Mussianum, il loro cammino si era protatto senza l'ausilio di alcuna ombra. I ceppi erano ancora abbastanza freschi lungo il terreno, ma per decine di metri non si vedeva più un albero in piedi.
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La disfatta di Floris
FantasyÈ guerra. Il re Emolus ha deciso di tentare la conquista del vicino regno, ma le sue forze sono in netta minoranza e ha perso la valle dei Sogni. Questa perdita causerà la coscrizione di tutti gli uomini in grado di imbracciare le armi, tra cui Arys...