N.d.A.: questo capitolo ha una struttura diversa dal solito perché ho voluto ispirarmi ai Canterbury Tales ^_- spero che vi piaccia la variazione :P
Ci vollero diversi minuti prima che Thymeria riuscisse a rimettersi in piedi senza che la vista ogni volta si annebbiasse e imprecasse tra il dolore alle costole e quello alla spalla.
Spostò lo sguardo verso il masso solitario nel bosco, dove aveva lasciato i bambini, e notò come fosse desolatamente vuoto.
«Almeno mi hanno ascoltato... una volta tanto...» sospirò Thymeria, cercando le tracce lasciate dai bimbi.
Diversi pezzi di muschio si erano staccati, lasciando delle tracce di terra, dal lato opposto al suo, dove digradava in maniera un po' più dolce. Non erano molto più grossi della sua spanna e alcuni pezzi si erano raccolti nelle piccole cavità, il resto, tuttavia, si trovava raggruppato ai piedi della rocca.
Girò un pezzo di muschio, saggiando con le dita della mano sinistra la freschezza del terriccio.
«Aurora! Leto!» chiamò Thymeria, chinandosi ad osservare le tracce con l'arco ancora stretto in pugno.
Notò due serie di impronte che si dirigevano verso l'alto: la prima si trovava all'interno della seconda e sembrava avere unicamente il metatarso, il quale affondava poco rispetto alla seconda serie; la seconda mostrava un piedino affusolato in cui si vedeva tutto l'arco plantare ed era più del doppio del primo.
«Aurora! Leto! Sono la mamma!» ripeté Thymeria, ora con il cuore in gola e sollevando lo sguardo ai dintorni. «Ditemi che state bene, almeno!»
Le tracce portavano ad un tronco caduto che ostacolava la strada e lasciava un breve spazio sottostante. Lì, nel terreno e nell'erba, si vedevano chiaramente i segni di strisciamento e delle impronte di manine che si allungavano in avanti. Si sporse dall'altra parte del tronco e vide due segni corti e vicini nei pressi del termine del trascinamento.
Quanto si potevano essere allontanati i bimbi? Il combattimento non era durato molto e, anche se Leto correva quand'era tenuto per le manine, non potevano aver fatto molta strada contando anche la parte strisciata.
Imprecò per il dolore alla spalla e rischiò di cavarsi un occhio mentre portava a quella la mano armata.
Allungò il giro per oltrepassare il tronco caduto e poi riprese l'inseguimento dei bimbi, con gli occhi fissi al suolo.
I passini di Leto erano facili da seguire, ma, pochi metri dopo, scomparivano e le orme di Aurora erano un po' più profonde e s'immergevano in una pozzanghera.
«L'ha preso in braccio... ancora...» mormorò Thymeria, con un sospiro.
Camminò attorno alla pozzanghera, immaginandosi la bimba con i piedi fradici che aveva avuto la presenza di spirito di non far bagnare il fratellino o, almeno, provarci. Dai segni al suolo, però, non sembrava che fossero scivolati. Dopo qualche passo vide ricomparire le orme del piccolo che s'infilavano sotto ad una felce dalle ampie foglie e sollevò lo sguardo.
STAI LEGGENDO
La disfatta di Floris
FantasíaÈ guerra. Il re Emolus ha deciso di tentare la conquista del vicino regno, ma le sue forze sono in netta minoranza e ha perso la valle dei Sogni. Questa perdita causerà la coscrizione di tutti gli uomini in grado di imbracciare le armi, tra cui Arys...