Il sole cominciò ad affiorare dalle montagne ad oriente e Thymeria studiò con attenzione il percorso alle sue spalle. Sembrava che nessuno si fosse deciso ad inseguirli per quel tratto di strada e l'assenza degli alberi non forniva protezione né a lei né a loro.
«Ora possiamo mangiare?» implorò Aurora, con gli occhi pieni di lacrime.
«Sì, tesoro...» mormorò, appoggiando Leto al suolo e avvolgendolo meglio nella coperta.
Fece scivolare a terra anche lo zaino ed estrasse la forma di formaggio ed un coltello. Il bambino nella coperta iniziò a muoversi appena e Thymeria tagliò una fetta per la bimba.
«Mi raccomando, mangia anche la crosta.» ricordò alla bambina. «Non possiamo permetterci di lasciare tracce.»
«Pecché ci stanno ancoa seguendo?» mormorò la bimba, allungando le mani verso la fetta e dandole poi un grosso morso.
Thymeria si sedette al suolo e si tagliò una fetta a sua volta. L'aria era ancora fredda e guardava nella direzione da cui erano venuti. Non potevano essere soltanto dei predoni, tutti quei giorni di inseguimento, il fatto di attendere nell'ombra e chissà quanti erano...
«Non lo so, tesoro.» ammise. «Chiunque sia, non sembra volerci prendere con la forza e non penso che siano pochi.»
«Pecché?»
«Ho visto dei movimenti, questa notte.» rispose, pensierosa, mentre Leto si affacciava dal bordo della coperta. «Ci avrebbero potuti aggredire senza problemi in un qualsiasi momento, in fondo hanno sicuramente visto che siamo una donna e due bambini o hanno visto le nostre tracce.» si oscurò in volto. «Quindi, se non vogliono degli schiavi, cosa vogliono?»
«Ahm, ahm.» disse Leto, mettendosi seduto all'interno della coperta.
Thymeria strappò un pezzo di pane e lo diede al bambino assieme ad una fetta di formaggio.
«Cosa volliono?» chiese Aurora, con la bocca piena.
Thymeria scosse piano il capo, silenziosa e prendendo a sua volta una fetta di companatico. «Vorrei tanto saperlo...» mormorò. «ma ora non possiamo fermarci, proveremo a rallentarli, ma prima o poi dovrò affrontarli.»
La bambina abbassò lo sguardo al suolo e accarezzò distrattamente la bambola nella sua tasca.
***
«Quale sarà il nostro obiettivo?» chiese Arys, alzando gli occhi dalla mappa.
La luce del sole era morta da tempo e solo un paio di candele stavano illuminando il tavolo della cripta del mastio.
Lapo indicò un punto sulla mappa, dal lato sud della strada. Con delle bandiere erano segnalate le città principali lungo l'Arna e delle statuine di legno rappresentavano i due eserciti che si stavano fronteggiando. Era stata con una stretta allo stomaco che Arys aveva visto la proporzione delle forze.
«Dovrete infiltrarvi nella tenda del comandante a sud e scoprire quali sono i loro ordini.» rispose il comandante dell'Ordo tenebris, alzando lo sguardo sull'uomo che aveva davanti. «Tutti gli altri confratelli non hanno viaggiato a sufficienza per avere una mente aperta come la tua... forse troppo aperta.» un sorriso sghembo si manifestò sul volto del comandante. «Gestisci i tuoi uomini come preferisci, ma voglio conoscere qualsiasi cosa contenga quella tenda.»
Arys annuì, lievemente. «Ho libertà di agire come preferisco?» chiese conferma e ottenne come risposta un cenno del capo di ser Lapo. «Come sono composte le forze degli alfei?»
Ser Lapo sollevò un istante lo sguardo al soffitto, ma poi lo riportò su Arys, meditabondo. «Sono tutti umani, ma hanno riportato che sono per la maggior parte adulti, se è quello che vuoi sapere.»
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La disfatta di Floris
FantasyÈ guerra. Il re Emolus ha deciso di tentare la conquista del vicino regno, ma le sue forze sono in netta minoranza e ha perso la valle dei Sogni. Questa perdita causerà la coscrizione di tutti gli uomini in grado di imbracciare le armi, tra cui Arys...