Imprecò mentalmente, non era mai stata da quel lato della valle e non aveva idea di dove trovare un dannato riparo, senza contare che il sole era ormai prossimo a sparire dietro alle montagne.
«Fermiamoci qui.» disse, osservando un punto in cui gli alberi sembravano essere un po' più fitti.
Aurora si lasciò cadere a terra e Leto rovinò sopra di lei. Una lacrima brillò al lato dell'occhio del bambino, ma la sorella lo abbracciò forte, dandogli tanti baci sulle guance e interrompendo il pianto che gli stava nascendo in gola.
Thymeria fece cadere lo zaino e l'arco a terra e lanciò un'occhiata a quest'ultimo. Da quando avevano lasciato il campo dei venatores non l'aveva più incordato.
"Riuscirò mai ad incordarlo di nuovo?"
Scosse il capo mentre i bambini si mettevano seduti l'uno accanto all'altra e si chinò sullo zaino, estraendo una corda.
«Avrò bisogno di te, Aurora.» le disse, vedendola socchiudere gli occhi e notando come la testa le stava cedendo. "Quattro e un anno..." pensò con un sospiro. "poveri amori miei..."
Si avvicinò ad uno degli alberi. Il grosso tronco del larice odorava di resina che usciva dai punti in cui la corteccia era stata strappata e dove i rami erano stati rotti dal passare del tempo e delle intemperie. Sfruttò uno dei rami strappati per posare la corda e cercò di stringere la corda, ma questa le si sfilò dall'altro lato.
«Pjesuie.» le scappò a mezza voce.
«Cosa dici?» mormorò la bambina mezza addormentata.
«Niente, amore... è una parola che non va ripetuta in condizioni normali...» sospirò. "Ho perso il conto di quante volte me l'ha sentito dire in questo mese..." «Vieni a darmi una mano, tesoro...»
La bambina a fatica si alzò dal suolo, abbandonando lì sia il suo zaino che il fratello, e si trascinò verso di lei. Thymeria puntò il ginocchio contro il tronco e le fece cenno di salire.
«Mi pocco tutta!» si lamentò la bambina, scuotendo forte la testa.
«Tieniti su di me.» le suggerì. «Devi aiutarmi a fare un nodo, così dormiremo al coperto.»
Leto piegò la testa di lato, osservando stancamente le due sistemare un lato della corda e poi gli occhi si abbassarono. Lentamente il piccolo chiuse gli occhi e cadde in avanti, russando lievemente con la bocca aperta.
Aurora si arrampicò e si strinse con un braccio al collo della madre. Tenne la corda e Thymeria riuscì a fare un semplice nodo piano, tirando forte la corda in tutte le direzioni. Un bacio volò alla guancia della bambina, che si strinse di più a sé.
«Ti voglio bene.» le sussurrò. «Ora sistemiamo anche l'altra corda, così possiamo appendere la tenda.»
La bambina circondò con entrambe le braccia il collo di Thymeria e scosse con forza la testa con un mugugno contrariato.
«To su.» rispose, con un'espressione che tentava di essere superiore. Tuttavia, il nasino puntato all'aria e lo sguardo di sfida ebbero come unica reazione quella di far ridere Thymeria.
«Resta aggrappata, se ci riesci.» la sfidò, rimettendo a terra il piede e la piccola restò appesa come poteva.
Aurora fece forza nelle braccia e si prese forte gli avambracci, sollevando le gambe. La mamma era troppo lenta e le sembrava che stesse facendo apposta a camminare lentamente. Spostò lo sguardo verso il tronco che si stava avvicinando sempre di più e poi alla mano sinistra della mamma dove la corda scivolava pigramente. Era grossa, molto grossa e aveva visto diverse volte la mamma preparare un campo all'aperto, ma lei preferiva quando trovavano anche solo quattro pareti con mezzo tetto. Ricordava bene quella casera dove la mamma li aveva fatti svegliare in piena notte e come si era trovata a camminare sotto alla luce delle lune. Almeno, rispetto ad allora non erano più dovuti correre così tanto e la mamma le aveva concesso di dormire con la sua bambola ed il fratellino più a lungo.
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La disfatta di Floris
FantasiaÈ guerra. Il re Emolus ha deciso di tentare la conquista del vicino regno, ma le sue forze sono in netta minoranza e ha perso la valle dei Sogni. Questa perdita causerà la coscrizione di tutti gli uomini in grado di imbracciare le armi, tra cui Arys...