Capitolo 27

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«Che faccia... non hai dormito?» mi chiede Cole dal divano, appena entro in soggiorno. Non ho nemmeno la forza di rispondere, così vado direttamente in cucina alla disperata ricerca di caffè. Cole non insiste, senza dubbio ha capito che non è aria.

Dopo la rivelazione di Liam, ieri sera, non sapevo più dove sbattere la testa. Così sono andato alla pista a correre per quasi tutta la notte, cercando un po' di sollievo e di rimettere in ordine i pensieri.

Ma non riesco a non pensare di essere arrivato troppo tardi, che ormai sia tutto perso per sempre con Clarissa. Lei è evidentemente andata avanti... lasciandomi indietro.

Ha davvero bisogno di me? O è semplicemente quello di cui mi sono convinto perché non ho la forza di lasciarla andare una volta per tutte?

Abbandono la tazza di caffè ancora piena per metà e vado verso l'ingresso. Incrocio Condor appena uscito dalla sua stanza e con un'aria tormentata forse quanto la mia. Ci fissiamo per un paio di istanti e capiamo che nessuno dei due è in grado di affrontare i propri problemi questa mattina, così mi dà una pacca comprensiva sulla spalla e mi supera senza dire una parola.

Afferro la mia giacca ed esco fuori. Solo allora mi rendo conto che sta piovendo. Ripenso a quando, proprio con la scusa della pioggia, mi sono presentato sotto casa di Clarissa per accompagnarla a scuola... Sembra un tempo così lontano. Sono già passati due anni.

Mentre raggiungo di corsa la mia auto, mi torna in mente il modo in cui ho lasciato Liam e Mark ieri sera. Sicuramente il mio comportamento non sarà passato inosservato. Così, su due piedi, decido di andare a prendere Liam a casa. Da quello che sappiamo non ha un'auto ma solo la moto, che con questo tempaccio non potrà certo usare. Approfitterò del tragitto verso scuola per scusarmi per essere scappato via, inventandomi qualcosa.

___

Appena arrivo sotto casa di Liam, suono il clacson. Liam si affaccia dopo poco alla porta d'ingresso e, superata la sorpresa, mi sorride e corre sotto la pioggia prendendo posto in auto.

«Ehi! Che ci fai qui?» mi chiede spazzando via le gocce di pioggia dai capelli.

«Ho pensato che ti servisse un passaggio a scuola visto il tempaccio. E poi volevo scusarmi per come sono scappato via ieri sera... È che...».

Che mi invento adesso? Credo che dirgli che l'immagine di lui a letto con Clarissa mi causa il vomito sia da escludere...

«Non ti preoccupare. Penso di aver capito di cosa si tratta» interviene allora Liam, vedendomi in difficoltà.

Mi volto di scatto a guardarlo. Ha capito? Non può esserci arrivato davvero. Liam mi rivolge uno sguardo compassionevole.

«È stata colpa mia».

Eh?

«Ti assillo con i miei problemi con Clary da... beh, da che ti conosco, in effetti! E non ho minimamente pensato che questo potesse in qualche modo ricordarti i problemi con la tua ex ragazza. Mi dispiace, sono stato davvero insensibile».

Questo ragazzo ha lo straordinario potere di farmi sentire una merda.

Continuo a fissarlo allibito senza riuscire a trovare qualcosa da rispondere.
Liam allora minimizza con un gesto della mano.

«Non ti preoccupare. Non devi darmi alcuna spiegazione, lo so che non è qualcosa di cui ti va di parlare»

«Io... ehm, grazie», è tutto ciò che mi esce. Liam scrolla le spalle e sfila il cellulare dalla tasca dei jeans.

«Avviso Mark che non deve darci un passaggio questa mattina. Di solito ci accompagna lui quando piove. Ti spiace se ci fermiamo a prendere anche Clary allora?».

Tienimi nel cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora