Capitolo 57

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«È stato gentile da parte tua accompagnarci all'aeroporto». Il General Williams ed io seguiamo a breve distanza Clarissa e sua madre mentre raggiungiamo il gate del volo. È il giorno di Capodanno e il padre di Clarissa deve già fare rientro a El Paso per gli impegni all'accademia. Così, appena dopo pranzo, ci siamo messi in viaggio per l'aeroporto.

«Non c'è problema. Clarissa ci teneva a passare quanto più tempo possibile in sua compagnia... ed io non la voglio perdere d'occhio» rispondo con lo sguardo puntato sulla schiena di Clarissa.

Dopo Natale il suo umore non ha fatto che peggiorare e so che è perché Liam si fa sentire sempre meno, anche con me. Non so se non si fidi a telefonare troppo per via di suo padre o se non riesca più a sopportare la situazione e teme di farsi scoprire da Clarissa.
Ci fermiamo di fronte al gate e subito Clarissa abbraccia forte il padre.

«Mi raccomando: basta sciocchezze» la lui avverte con espressione mortalmente seria. Clarissa allora lo abbraccia più forte.

«Mi mancherai tanto. Salutami Mallory e Olsen» gli dice, eludendo la sua raccomandazione. Si fa da parte e lascia spazio a sua madre, affiancandomi.

«Devo essere un disastro» borbotta asciugandosi gli occhi e ritrovandosi così le dita sporche di trucco nero. «Faccio un salto al bagno». Mi limito ad annuire e, inaspettatamente, Clarissa mi abbraccia.

«Grazie per essere qui. Vuol dire molto per me. Tutto ciò che stai facendo». Le sue parole mi scaldano il cuore e la stringo forte a me.

«Lo sai che farei di tutto per te, piccola» mormoro con le labbra tra i suoi capelli.

«Lo so». La sua voce è soffocata contro la mia giacca mentre si stringe ancora più a me. Mi lascia andare e mi rivolge un sorriso contrito prima di allontanarsi verso i bagni poco lontani. La osservo finché non sparisce oltre la porta. Una mano sulla spalla mi fa voltare.

«So di chiederti molto... ma ti prego di prenderti cura di lei in mia assenza» si raccomanda ancora suo padre. Vedo la preoccupazione in quei suoi occhi nocciola. Annuisco con decisione e lui mi sorride. Dà un ultimo bacio alla moglie e poi si allontana scomparendo oltre il gate senza mai voltarsi.

«Odio le partenze» sussurra la Signora Williams asciugandosi gli occhi con un fazzolettino candido. «Dov'è Clary?» chiede poi guardandosi intorno allarmata.

«È solo andata al bagno» la rassicuro.

«Credo sia meglio che vada a darmi una sistemata anch'io in effetti».

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«Non è ancora uscita Clary?» chiede sua madre raggiungendomi di fronte all'enorme vetrata da cui osservavo gli aerei in partenza. Mi volto e la osservo confuso.

«Non era in bagno?» domando allora con un brutto presentimento.

«No... credevo fosse già uscita» risponde guardandosi intorno freneticamente tra la folla.

Istintivamente infilo la mano nella tasca della giacca... e non c'è nulla. Le chiavi della Mustang che porto sempre addosso non ci sono più. Clarissa deve avermele rubate prima... mentre mi abbracciava.

«Dannazione!» sbraito sbattendo il palmo con forza contro la vetrata e guadagnandomi un'occhiataccia dai passanti.

«Ethan, che succede?» chiede sempre più preoccupata la Signora Williams.

«Succede che sua figlia mi ha preso in giro un'altra volta!» rispondo afferrando il cellullare e facendole segno di seguirmi mentre mi affretto verso l'uscita. Ovviamente il telefono di Clarissa è spento, così non mi resta che chiamare Cole.

Tienimi nel cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora