Capitolo 36

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Incapace di restarmene a ciondolare per casa, ancora nervoso per lo scontro di questo pomeriggio, decido di uscire a fare un giro in auto.

Dopo aver perso un po' tempo a girare per il centro, decido di smetterla di prendermi in giro e andare esattamente dove volevo fin da quando sono uscito dall'appartamento.

In men che non si dica mi ritrovo davanti alla casa di Clarissa. Probabilmente mi sbraiterà ancora contro, ma è pur sempre meglio di quando finge di non conoscermi.
Scendo dall'auto e raggiungo il portico. Busso un paio di volte e dopo qualche istante la porta si apre.

«Ciao, Ethan. Mi chiedevo proprio quando ti saresti fatto vivo» mi accoglie con un sorriso gentile sua madre, spiazzandomi. Mi gratto nervosamente dietro la nuca, sentendomi a disagio nel ritrovarmi di nuovo davanti a sua madre dopo il nostro ultimo incontro all'ospedale... Sembra trascorsa un'infinità tempo, invece sono passati nemmeno tre mesi.

«Ehm... Salve, Signora Williams. Clarissa è in casa?». La sua espressione si fa triste e scuote piano la testa.

«No, passava da Liam. Mi pare di aver capito che abbiano litigato seriamente oggi... tu ne sai nulla?». Alzo lo sguardo al soffitto, rassegnato.

«Ne so fin troppo...» ammetto.

«Vuoi provare ad aspettarla dentro?» mi offre gentilmente. Scuoto piano la testa.

«Preferisco aspettarla qui fuori».

Sempre se tornerà...

___

Il sole è tramontato da un pezzo ed è ormai ora di cena quando Clarissa fa capolino in fondo alla strada. Cammina a testa bassa, priva di energia, e si accorge di me, che l'aspetto appoggiato alla fiancata dell'auto, solo quando arriva di fronte a casa.

Mi raggiunge mantenendosi però sempre a una certa distanza, che provvedo subito a ridurre scostandomi dalla fiancata e avvicinandomi.

«Cosa vuoi ancora?» mi chiede completamente senza forze. L'incontro con Liam non deve essere andato bene, ne deduco.

«Non ho inviato io quel video. Devi credermi» ribadisco infondendo tutta la sincerità possibile nelle mie parole. Voglio che sappia che non le avrei mai fatto una cosa del genere.

«Non importa chi l'ha inviato. Se non fossi venuto fin qui tutto questo non sarebbe successo. E io non avrei perso di nuovo il mio migliore amico. E il ragazzo che amo».

Il ragazzo che amo...

Adesso so anch'io com'è il rumore di un cuore che si spezza: una bomba che ti esplode accanto e ti lascia stordito, senza più sapere chi sei, dove ti trovi e cosa farne di te stesso.
Sento chiaramente qualcosa che si spegne dentro.

«Tu... lo ami?» le chiedo allora, sentendo mille aghi perforarmi il petto.

Ti prego, dì di no!

Clarissa scuote la testa con un'espressione incredula sul viso stravolto.

«Assurdo... l'ho detto prima a te che a lui» ammette infine sconsolata. Osservo attentamente il suo viso alla ricerca di qualsiasi segno di incertezza, di una bugia... ma nei suoi occhi vedo chiaramente che è la sola verità: lei ama Liam. Non più me.

«È davvero così. Lo ami sul serio» mormoro più a me stesso che a lei. Mi avvicino ancora un po', bisognoso di guardarla dritta negli occhi, per essere certo che non possa nascondermi nulla.

«Lo ami tanto quanto amavi me?» le chiedo in un sussurro. Clarissa sostiene fermamente il mio sguardo, nonostante la veda deglutire a fatica. Senza dire una parola, mi supera, dirigendosi verso casa. Sento il fruscio dei suoi passi leggeri sull'erba. E sento chiaramente quando si ferma, solo che non mi volto.

Tienimi nel cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora