Capitolo 30

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Dopo averla praticamente tirata giù dalle gradinate, ignorando beatamente tutte le sue proteste, continuo a trascinarla verso la pista.

«No! Io non ci salgo in auto per una corsa! Tantomeno con te!» sbraita, puntando inutilmente i piedi a terra e cercando di liberarsi dalla mia presa.

«È esattamente quello che ti serve» replico, decidendo di caricarmela in spalla. I suoi piccoli pugni picchiano sulla mia schiena ma li sento appena. La metto a terra solo una volta arrivati alla partenza, dove Cole ha già portato la mia Camaro.

Appena libera dalla mia presa, cerca subito di fuggire ma si trova la strada sbarrata da Cole che, a braccia spalancate, le blocca la fuga.

«Ah-ah, di qua non si passa». Con aria truce, Clarissa incrocia le braccia al petto e sposta lo sguardo da me a Cole.

«Non salirò su quella dannata macchina. Non dopo che...». S'interrompe e riesco a vedere nei suoi occhi un lampo di paura, prima che se li copra con i palmi.

Mi avvicino piano a lei e glieli scosto con delicatezza. Poi le prendo il viso tra le mani, sentendo la sua pelle gelata. I suoi occhi incontrano i miei ed è come se tutto intorno a noi sparisse. Come tornare indietro nel tempo, a quando eravamo solo noi, solo per un istante.

«So che è stupido chiedertelo dopo tutto ciò che ti ho fatto ma... puoi fidarti di me?».

I suoi occhi non lasciano i miei neanche per un secondo mentre le sue guance s'infuocano sotto i miei palmi ed il respiro accelera. Il suo... ed il mio.

Il suo sguardo vacilla, perdendosi in un attimo, allora mi avvicino di più al suo viso, in modo che possa concentrarsi esclusivamente su di me.

«Ti prego, fidati di me. Solo una volta ancora» la supplico in un soffio. Si morde il labbro, attirando tutta la mia attenzione sulla sua bocca.

«Ok. Solo una volta ancora».

Le sorrido, sollevato che voglia darmi una possibilità di rimettere tutto al suo posto, e le stringo più forte il viso tra le mani.

«Forza, allora, a bordo».

La prendo per mano e la conduco al lato passeggero. Le apro la porta e la vedo esitare, allora le stringo più forte la mano e, dopo aver preso un profondo respiro, si lancia letteralmente dentro l'auto prima di poterci ripensare. Chiudo lo sportello e raggiungo il lato guidatore dove mi aspetta Cole.

«Vacci piano, ok?» si raccomanda prima di consegnarmi le chiavi e lasciare la linea di partenza.

Quando prendo posto, Clarissa sta cercando di allacciarsi la cintura ma le sue mani tremano così tanto che non ci riesce. Fa così male vederla in queste condizioni, così le tolgo la fibbia dalle mani con misurata lentezza.

«Lascia. Faccio io» le dico agganciando la sicura.

«Hai paura?» le chiedo piano, temendo già la sua risposta. Clarissa si limita ad annuire, osservando l'asfalto nero oltre il parabrezza.

«Di cosa? Di correre o di essere qui con me?»

«Entrambe le cose» confessa dopo un po', sempre senza guardarmi.

Mi sistemo sul sedile e allaccio la cintura prima di dare vita al motore che subito ruggisce, riempiendo l'abitacolo con le sue fusa. Subito vedo il corpo di Clarissa rilassarsi, mentre chiude gli occhi e prende dei respiri profondi, concentrandosi sulle vibrazioni del motore, proprio come speravo.

Senza riuscire a trattenermi, le prendo la mano e la appoggio sul cambio tenendola ben salda sotto la mia. Lei, istintivamente, prova subito a ritrarsi ma non glielo permetto, stringendo più forte la presa.

Tienimi nel cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora