Capitolo 53

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«Mi spiace, piccola. Non ti lascio andare da nessuna parte. È troppo rischioso». Clarissa si passa le mani tra i capelli, strattonandoli con forza.

«Tu non capisci! È rischioso per Liam restare con quell'uomo! Tu non sai di cosa è capace. Devo trovarlo prima che sia troppo tardi» mi spiega sull'orlo delle lacrime. Le afferro allora le mani forte nelle mie.

«So tutto, invece, Clarissa. Liam mi ha raccontato ogni cosa e mi ha chiesto di restare in città per impedirti di fare sciocchezze, come andare a cercarlo».

Strattona via le mani dalle mie e mi guarda con astio: «Io non lo lascio lì a farsi ammazzare. Quindi dammi quelle chiavi. Oppure troverò un altro sistema per metterla in moto. E sai che posso farlo: sei stato un buon maestro per me»

«Se te ne vai con la Mustang, sarò costretto a denunciarti per furto» le spiego freddamente. A mali estremi...

«Cosa?! Questa è la mia auto adesso!» esclama indignata.

«Non ho ancora avuto tempo di cambiare la proprietà... per fortuna. Quindi formalmente l'auto è ancora mia. E, se serve per tenerti al sicuro, sono pronto a denunciarti».

E non sto scherzando: tutto pur di tenerla al sicuro. Lo sguardo di Clarissa è assolutamente stupefatto. Alza le braccia al cielo, esasperata.

«Bene! Andrò a riprendere Liam in autobus, in aereo o anche con l'autostop se necessario! Non puoi fermarmi, Ethan» mi avverte.

«Ho i tuoi documenti. Non puoi lasciare lo stato». La sua determinazione comincia a vacillare.

«Io... non... non posso lasciarlo lì. Ti prego, Ethan».

Crolla definitivamente, lasciandosi cadere in ginocchio sul terreno freddo. M'inginocchio di fronte a lei e le accarezzo con dolcezza la testa.

«I suoi zii stanno già facendo il possibile per riportarlo a casa. Lascia fare a loro».

Clarissa scuote la testa, mortificata: «Non ce la faranno. Non ce la possono fare. L'ultima volta ho dovuto chiedere aiuto a mio padre e alle sue conoscenze. E a quanto pare non è stato comunque sufficiente. Suo padre è al di sopra della legge, a quanto sembra» sussurra senza più voce.

Gli occhi le si chiudono piano e, svuotata di ogni energia, si lascia cadere contro il mio petto. La stringo a me e la cullo piano finché sento il suo respiro farsi regolare e il suo battito calmarsi. Dev'essere sfinita, povera piccola.

La sollevo con quanta più delicatezza possibile e la metto sul sedile passeggero della mia auto. Mando un messaggio a Cole perché venga a prendere l'auto di Clarissa e gli dico di vederci a casa sua.

Quando arrivo a casa di Clarissa noto subito l'opera di Liam: ha addobbato il ciliegio con tante luci natalizie e, appeso ad uno dei spessi rami, quello che sembra un sacco da boxe... chissà che significato ha.

Non è riuscito ad andarsene in silenzio, ha voluto dirle addio a modo suo. Clarissa deve averlo certamente visto prima di venire a casa di Liam.

Il tempo di scendere dall'auto e la porta d'ingresso si spalanca e la madre di Clarissa esce fermandosi sotto il portico illuminato con le mani al cuore. Prendo Clarissa tra le braccia con delicatezza, ancora addormentata.

«Sta bene?» sussurra con preoccupazione sua madre appena la raggiungo.

«È solo crollata. Meglio portarla nella sua stanza» le spiego. Annuisce apprensiva e mi fa segno di seguirla dentro e poi su per le scale.

Entra in una stanza e accende una luce sul comodino illuminando una stanza sobria con i mobili bianchi. Sul soffitto brillano fiocamente delle stelline fluorescenti e dal lucernaio entra la luce della luna.

Tienimi nel cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora