Capitolo 20

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Spariscono tutti intorno a me. Esiste solo lei. Come è sempre stato.

Clarissa non alza nemmeno il capo tanto è intenta a scrivere in modo frenetico sul suo quaderno. Hai per caso dimenticato di fare i compiti, piccola?

La sua gamba trema incontrollata sotto il banco, al punto che la sua amica Annabelle, seduta accanto a lei, facilmente riconoscibile dai vistosi occhiali rossi, le sfiora il braccio sussurrandole qualcosa, forse per cercare di calmarla.

«Ah, sei il nuovo studente, giusto?». La professoressa di letteratura mi riporta al presente, così mi avvicino alla cattedra e le consegno il foglio che deve firmarmi, continuando però a seguire Clarissa con la coda dell'occhio.

Adesso si sta passando nervosamente una mano tra i capelli, dietro la nuca, scuotendo poi forte la testa. Sembra nervosa, agitata... riesce a sentire che sono solo a pochi passi da lei? Alza gli occhi, guardami!

«Ragazzi, lui è Ethan Jones. Si è appena trasferito dal Texas...» comincia a presentarmi la professoressa. Clarissa è ancora del tutto concentrata sul suo quaderno senza ascoltare la professoressa e prestando a malapena attenzione alle chiacchiere della sua amica che mi sta invece osservando attentamente.

Ma poi lo vedo.

Vedo chiaramente l'istante in cui finalmente mi sente.

La matita smette di correre freneticamente sul foglio, le sue spalle si irrigidiscono, mi sembra di vederla trattenere il respiro.

«... ha un anno in più rispetto a voi perché ha perso un anno di scuola a causa di un problema di salute», la presentazione continua mentre io ho occhi solo per lei. Un cuore spezzato, in fondo, è un problema di salute, no? Di sicuro, un problema di salute, era più semplice da spiegare che non "espulso per aver rotto il braccio ad uno stronzo che mi ha portato via la ragazza e ha cercato di violentarla". Già, troppo complicato da spiegare.

«Per favore, finita la lezione qualcuno lo aggiorni sul programma e gli passi gli appunti. Trova pure un posto adesso, e benvenuto».

Ma io non mi muovo. Osservo Clarissa chiudere gli occhi, quasi rassegnata a ciò che sa che sta per vedere. O spaventata. Alza lentamente il viso e la vedo deglutire a fatica.

Allora comincio ad avanzare tra i banchi andando proprio nella sua direzione. Riapre piano gli occhi e mi osserva dal basso all'alto soffermandosi infine sui miei occhi, perdendocisi dentro come io nei suoi.

Eccola. Finalmente. Di nuovo così vicini... eppure così distanti. Divisi da un muro creato dalle nostre stesse incomprensioni, dai nostri errori. Una barriera fatta di bugie, lacrime e fiducia persa. Forse per sempre.

Eppure, nonostante tutto il male che ci ha infine divisi, io lo so. So che è lei l'unica per me.

Lo so, quando scorgo la mia stessa anima nei suoi occhi in tempesta.

Lo so, quando sento il mio cuore battere allo stesso ritmo del suo.

Lo so, quando capisco che rinuncerei ad ogni cosa solo per un suo sorriso.

So che è lei. Lo so dal primo momento in cui i nostri sguardi si sono incontrati. E mi sembra di averlo saputo da sempre.

Così come credo di aver sempre saputo che sarebbe stata lei a strapparmi il cuore. Ma glielo ho lasciato fare, perché dentro me ero certo che ogni secondo passato tra le sue braccia ne sarebbe valso la pena.

Le sue labbra si schiudono piano per l'incredulità, sembrano sussurrare in silenzio il mio nome. Ed io vorrei solo che lo urlasse più forte possibile. Le esce invece solo un gemito strozzato e la matita le sfugge dalle dita tremanti, scorrendo sul banco e finendo sul pavimento con un leggero ticchettio.

Tienimi nel cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora