Capitolo 24

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Di me che ti è rimasto?
Credo soltanto il non fidarti di un bugiardo
Di me, di me, ti sto chiamando
Ma non rispondi perché lui ce l'hai di fiancoE non ci credo che farai a meno di me
Un pugno crea le crepe contro la parete
E non lo vedi che in lui non vedi me
Digli che tu eri mia, mia

"Crepe"  - Irama

Dopo un'ultima occhiataccia a Clarissa, ampiamente ricambiata, Tiffany riporta l'attenzione su di me. Comincia a passare l'indice sul mio avambraccio scoperto, tracciando i contorni dei tatuaggi e sorridendomi in modo sfacciato.

«Che ne dici? Ti va di venire via con me?» mi chiede dando alla sua voce un tono volutamente sensuale ed allusivo.

In questo momento non me ne potrebbe fregare di meno di Tiffany e delle sue esplicite provocazioni... l'unica cosa che m'interessa è la faccia di Clarissa mentre osserva un'altra ragazza percorrere il contorno dei miei tatuaggi così come ha fatto un sacco di volte lei stessa: è furiosa. E la cosa non può che farmi piacere.

Appena si accorge che la sto osservando, si affretta a distogliere lo sguardo e si mette a parlare con Kate. Decido di testare quanto non le importa di me, come sostiene, tirando ancora un po' la corda.

«Credo che per ora resterò a questo tavolo, piccola» rispondo allora a Tiffany, con tono volutamente dolce. Clarissa si volta di scatto a guardarmi con espressione oltraggiata. Colpita e affondata!

Continuo così a guardarla in attesa di una sua replica. Invece si nasconde di nuovo dietro la sua maschera, velando ogni emozione ed intrecciando la mano a quella di Liam sopra il tavolo, il quale è assolutamente ignaro di quanto sta accadendo intorno a lui, del tutto intento a discutere con Kevin del loro prossimo incontro.
Nel frattempo Tiffany non demorde e non accetta il mio rifiuto a cambiare tavolo.

«Hai dei bellissimi tatuaggi» mi dice sempre flirtando spudoratamente.

«Grazie. Tu ne hai?» le chiedo allora, continuando questo gioco con Clarissa, cercando di costringerla a una qualche reazione. Qualsiasi reazione.

Tiffany solleva allora un po' la maglia ed abbassa il bordo della minigonna, rivelando una piccola farfalla rosa vicino all'inguine.

«Molto carina» osservo, osando il tutto per tutto passando l'indice sul disegno. Tiffany trattiene il fiato e mi guarda sbattendo le lunghe ciglia mentre ricomincia a passare il dito lungo il mio avambraccio. Allora lo volto, in modo da mettere bene in mostra quella "C" tatuata sul mio polso destro, la sua iniziale.

Ed è quando Tiffany passa il dito proprio su quella "C" che Clarissa, finalmente, perde la calma: «Tiffany, non hai altro da fare che venire a fare la zoccola qui?», sbotta quasi in un ringhio rabbioso, attirando l'attenzione di tutto il tavolo su di sé.

I suoi occhi, incredibilmente lucidi, la dicono lunga su quello che il gesto di Tiffany le ha smosso dentro.

Liam, confuso come tutti gli altri dall'improvviso sfogo di Clarissa, le stringe piano la mano nell'intento di calmarla.

«Ti sei presa il mio ragazzo. Che altro vuoi ancora?» replica allora Tiffany con disprezzo.

Clarissa si costringe a distogliere lo sguardo e scuote piano la testa, forse confusa anche lei stessa dalla reazione che ha avuto.

Ma Tiffany non si arrende e torna a concentrarsi su di me: «Cosa significa questa lettera? È della tua ragazza, per caso?».

Mi basta un'occhiata veloce a Clarissa per notare quanto sia impallidita all'idea di come risponderò a questa domanda.

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