Il mattino dopo, vengo svegliato dal cellulare che suona insistentemente. Lo ignoro, nascondendo la testa sotto il cuscino. Devo essermi addormentato solo verso l'alba, ripensando alla serata appena trascorsa. Il telefono continua a squillare implacabile, così lo afferro dal comodino e mi decido a rispondere.
«Che c'è, Josh?»
«Tua madre ha scoperto che non hai ancora iniziato la scuola ed è furiosa. Preparati a una lavata di capo di quelle epiche!» mi avvisa.
«Sai com'è... ho avuto un po' da fare» rispondo sarcastico con un grugnito infastidito. La scuola è il mio ultimo pensiero al momento. «C'è dell'altro o posso tornare a dormire?» gli chiedo.
«C'è dell'altro...» risponde. Il suo tono cupo mi fa svegliare del tutto e mi metto a sedere.
«Clarissa ha chiamato di nuovo tua sorella, stanotte. Cos'hai combinato? Ha detto di essersi ritrovata in un posto che le ha ricordato la fabbrica...» mi spiega. Sorrido tra me e me: era esattamente ciò che volevamo.
«Che altro ha detto?» lo incalzo.
«Che le manchiamo da morire» risponde, «Allora Sara l'ha pregata di tornare a casa ma non ne vuole sapere. Tua sorella è molto preoccupata. Sei sicuro di ciò che stai facendo... e di come lo stai facendo?». Mi stropiccio gli occhi e vado alla finestra.
«Sto cercando di fare quello che mi sembra più giusto»
«Beh, ti consiglio di sbrigarti a far sapere a Clarissa che sei in città. Se non fossi stato accanto a Sara in quel momento a strapparle il telefono di mano, probabilmente lo avrebbe fatto lei stessa. Non vuole più mentirle» mi avvisa.
«Cazzo... le ha detto qualcosa?»
«Solo di non stupirsi se tornerai da lei per riprenderti ciò che ti ha portato via» mi risponde cupamente.
Il mio cuore.
«Accidenti a lei... Tienila d'occhio, ok? Cercherò di accelerare i tempi» lo prego.
«Va bene, fratello. Farò il possibile».
___
Con Sara che scalpita per raccontare tutto a Clarissa e Cole che sta perdendo la fiducia, non mi resta molto tempo. E, soprattutto, non posso continuare a vedere Clarissa in queste condizioni.
È ora di darle la scossa che le serve. Farà male? Ho paura di sì, ma è ora di affrontare il passato.
Quando entro in cucina, Cole e Condor, già seduti al bancone per la colazione, alzano lo sguardo e mi scrutano con aria seria.
«Ohi-ohi, qualcuno è sul piede di guerra» dice Condor, rivolgendomi uno dei suoi sorrisi cospiratori.
«Direi che è ora di fare sul serio» concordo.
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Nel pomeriggio, dopo esserci assicurati che Clarissa sia a scuola e la madre a lavoro, entriamo nel quartiere residenziale in cui abitano. Condor e Cole a bordo del SUV, ed io a bordo della Mustang.
Mi guardo intorno per accertarmi che non ci siano occhi indiscreti e poi parcheggio l'auto nel vialetto di casa di Clarissa. Metto le chiavi sul parasole e poi scendo.
Prima di allontanarmi, lascio sotto uno dei tergicristalli il biglietto che ho scritto: "Se proprio vuoi provare a scappare, almeno fallo con qualcosa di veloce.".
Ti sfido, Clarissa Williams. Adesso sta a te.
___
È ormai il tramonto e Clarissa dovrebbe tornare da scuola da un momento all'altro. Io, Condor e Cole attendiamo il suo arrivo parcheggiati sul ciglio della strada, non molto lontani da casa sua ma nemmeno abbastanza vicini da attirare l'attenzione con il vistoso SUV dai vetri oscurati.
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Tienimi nel cuore
RomanceEccola. Finalmente. Di nuovo così vicini... eppure così distanti. Divisi da un muro creato dalle nostre stesse incomprensioni, dai nostri errori. Una barriera fatta di bugie, lacrime e fiducia persa. Forse per sempre. Eppure, nonostante tutto il mal...