CAPITOLO 2

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La sala dei banchetti era splendida ed enorme: il soffitto era alto e affrescato, mentre una tavola era imbandita al centro, con tutti i presenti che si sedevano chiacchierando. Francesco condusse Maria vicino a lui, i sovrani si sistemarono a capotavola, e Sebastian si sedette di fronte a lei. Lei riusciva a percepire il suo sguardo penetrante che la guardava, ma si sforzava di rimanere concentrata su Francesco e sulle sue amiche:

".... ma ci pensate, ragazze? Pochi giorni fa eravamo in Scozia, e adesso dame di corte di Francia! Stento a crederci! E guardate quanti nobili" stava dicendo Kenna

Francesco sembrava contrariato e pensieroso: Maria non poteva certo sapere che lui, per andarle incontro, aveva lasciato una domestica mezza nuda nelle sue stanze... e si era ritrovato lei, la sua futura sposa. Bella, certo, ma non rispecchiava il suo interesse, e non faceva nulla per nasconderlo. Ad un tratto si alzò, e, salutati i commensali, si ritirò nelle sue stanze. Maria guardò la regina, preoccupata, ma Caterina le fece capire con un cenno che non era la prima volta, e che sarebbe presto tornato; e lei non pensò più a Francesco.

Conversò per tutta la durata del pasto con le sue amiche, mentre dall'altro capo del tavolo, ogni tanto gli occhi di Sebastian si posavano su di lei, facendola arrossire, intimidita; ma lui pareva non notarlo, e continuò a lanciarle sguardi, mentre chiacchierava con i cavalieri. Terminato il banchetto, Maria fu condotta nelle sue stanze: un bel letto a baldacchino, il camino con il fuoco già acceso, mobili antiquati, un guardaroba impressionante, e una bellissima e grande finestra, attraverso la quale riusciva a vedere il mare. Era incantevole, ed era in tema oro/rosso; le piaceva tanto. 

Si sedette alla finestra, a pensare; guardò il giardino, i domestici, la foresta, il mareò. Un giorno non molto lontano tutto quello che vedeva sarebbe stato sotto il suo dominio; sorrise, guardando l'aiuola, in mezzo al giardino, dove lei e Francesco amavano giocare da bambini. All'epoca, lui le aveva detto che l'avrebbe sposata anche se non fosse costretto a farlo; lei si chiese se lui avesse cambiato idea. 

Decise di uscire e andare a cercarlo. Non lo trovò nelle sue stanze, ma sapeva che c'era una stanza, nell'ala sud del castello, dove si rifugiava da piccolo per sfuggire ai compiti di corte, e provò a controllare; lui era lì. Bussò, e poco dopo Francesco la fece entrare, sorpreso:

"Maria! Che cosa ci fate qui?" 

"Volevo venire a parlare con voi... non siamo ancora riusciti a stare soli, e io sono stata chiamata alla corte di Francia per sposarvi, perciò..." 

"Oh, ehm... d'accordo, accomodatevi"

Sulla tavola posta al centro della stanza c'erano spade, lame, ed armature, con adeguati stracci per lustrare e pulirle. Maria si sistemò dall'altro capo del tavolo, mentre Francesco sistemava gli armamenti.

"Ti rifugi ancora qui?" chiese, abbandonando le formalità.

"A volte" sorrise lui "Però adesso non basta per sfuggire a mio padre e al regno"

Anche lei sorrise 

"Lo immagino" fece una pausa, sospirando "Ti ricordi quante avventure abbiamo affrontato da bambini? Giocavamo insieme tutto il giorno, ci nascondevamo nelle cucine, ci raccontavamo storie sulla foresta oscura..."

"Lo rammento, Maria" rispose lui "Sembra passato così tanto tempo..."

"Già... ora tu sei il futuro re di Francia, mentre io la regina di Scozia. Con la nostra unione, potremmo aumentare i nostri confini e la nostra potenza"

"Parlate già di domini e terre anche se ancora non siamo sposati?" ribattè lui, un po' irritato

"Beh si, è questo ciò che ci attende, fin dall'età di sei anni... mi hai pure confessato di amarmi, e che mi avresti sposata indipendentemente dal nostro futuro"

Francesco non sorrise, ma le parlò con molta dolcezza:

"Maria... temo di non essere più un bambino di sei anni, e perciò le promesse fatte allora sono cambiate durante la mia crescita. Voi siete indubbiamente bella e attraente, ma l'accordo che sarà sancito con la nostra unione riguarda solo interessi politici, e non sentimentali. Il matrimonio di questi tempi non è più basato sull'amore, ma su alleanze e vantaggi reciproci. E probabilmente il nostro matrimonio non sarà differente"

"Mi credete una ragazzina, forse?" proruppe lei, con gli occhi tristi e la voce autoritaria "So benissimo come funziona, soprattutto per noi reali; ma pensavo voi foste diverso. Pensavo che avreste potuto fare uno sforzo con la vostrs futura moglie; ma evidentemente, il delfino di Francia ha altri progetti" concluse tagliente.

"Vi prego di lasciarmi solo, e di non parlarmi più in questo modo. Andatevene" sbottò.

Lei gli lanciò un'occhiata gelida, e uscì sbattendo la porta.

Si spostò in riva al mare, tentando di trovare conforto nell'immensità delle acque blu: non poteva credere che Francesco fosse diventato tanto arrogante e superbo. Sapeva benissimo che aveva ragione, molto spesso le unioni venivano celebrate senza amore e senza sentimenti, ma ogni ragazza sogna un bel principe azzurro fin dalla giovinezza; e le era appena stata sbattuta in faccia la verità. Nel suo matrimonio non c'era spazio per queste cose.  Ad un certo punto si sentì leccare sulla mano, e si voltò sorridendo: era Luky, il cagnolino che viveva vicino al castello. Lei ci giocava spesso da piccola, e non pensava che l'avrebbe rivisto!
"Lucky! Che bello, sei proprio tu?" esclamò, abbassandosi ad accarezzarlo. Lui si lasciò coccolare, poggiando la testa sulla sua mano. Rimasero insieme a guardare l'orizzonte, mentre Maria era persa fra i suoi pensieri. 

All'improvviso, Luck alzò la testa di scatto, drizzando le orecchie, gli occhi sbarrati:

"Che cosa succede? C'è qualcuno?" 

In risposta, il cane cominciò ad abbaiare furiosamente, e lei seguì il suo sguardo: era puntato verso la foresta.

"Lucky, tranquillo, non c'è nulla laggiù; tranquillo"

Ma lui sembrava immune alle carezze di Maria, e si liberò dalla sua stretta, correndo verso il gruppo di alberi fitti; lei lo chiamò indietro, seguendolo a fatica. Poi lui sparì fra gli alberi bui, e lei non lo vide più. 

"LUCKY!!!" gridò, correndo per seguirlo; le fu impedito da una stretta forte e sicura. 

"Non seguitelo, vostra grazia. E' pericoloso addentrarsi nella foresta" 

Lei alzò gli occhi e incontrò quelli chiari e penetranti di Sebastian; il cuore le salì in gola:

"S-Sebastian, i-io... mi dispiace, ma il cane è scappato e volevo..."

"Maria, non preoccupatevi. Andrò io a cercarlo per voi" le sorrise 

"Avete appena detto che è un luogo austero, non voglio mettervi in pericolo" ribattè lei preoccupata.

"State tranquilla, conosco la foresta come le mie tasche; sarò di ritorno tra poco" con una mano salì ad accarezzarle la guancia, dolcemente, e Maria sentì il tocco delle sue dita come una brezza d'aria fresca, tanto a lungo cercata. Gli strinse la mano fra le sue:

"Vi sarò debitrice, Sebastian"

"Vi prego, chiamatemi Bash. Il mio nome completo è troppo regale per i miei gusti"

"D'accordo, Bash. Vi ringrazio" sorrise lei.

Lui si inchinò, e si affrettò ad addentrarsi nel bosco. 

Maria si toccò la guancia dove Bash l'aveva sfiorata, e si sentì accaldata e arrossita; sentiva ancora la delicatezza delle sue dita bruciare sulle sue gote. Vide le sue amiche venirle incontro, e nascose tutte le sue emozioni impetuose sotto un sorriso luminoso; insieme, rientrarono nel castello. 

Il coraggio di una scelta || MashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora