CAPITOLO 33

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"Che cosa posso fare?"
Maria si premette il cuscino sul viso, nascondendo la sua espressione preoccupata.
Greer le accarezzò la testa:
"Tesoro, ti sei messa in un brutto pasticcio"
La regina di Scozia mugolò in risposta.
"Non so davvero che cosa fare! I-io ho paura di fare la scelta sbagliata, non voglio perderli"
"Entrambi tengono tanto a te, Maria. Si capisce da come ti guardano" si intromise Lola "Devi seguire il tuo cuore. Solo lui può mostrarti la strada giusta verso il tuo futuro e quello delle nostre nazioni"
"Fosse facile..." sospirò lei in risposta
Lola sorrise:
"So che farai la scelta giusta"
Lasciandola prepararsi per la cena, se ne andarono dopo qualche ora, e Maria rimase sola con i suoi pensieri.
Quasi non ricordava nulla degli anni prima del suo trasferimento alla corte di Francia; gli unici ricordi vividi erano quelli di quando era bambina. A volte le sembrava quasi di sentire la risata di Francesco eccheggiarle nelle orecchie, o di avvertire le piume dei cuscini che le si impigliavano nei capelli quando giocavano con i cuscini.
La prima volta che aveva incontrato gli occhi dolci di Sebastian, profondi e blu; Maria aveva capito che, allungando una mano, ci sarebbe potuta affogare dentro.
Sentire il calore delle sue mani sulla sua pelle, e quello del suo sorriso, radioso come una notte di luna piena.
Ua notte buia, tenebrosa, ma sicura e confortante sotto la luce lunare. Era questo ciò che lui le trasmetteva.
Francesco era dolce, gentile, non avrebbe mai fatto nulla per ferirla. Era stato cresciuto con un futuro già scritto per lui: quello di diventare un potente sovrano, proprio come lei.
Arrossì, voltandosi dall'altra parte. Non voleva perderli. Nessuno dei due.

Si vestì lentamente, come se ogni gesto le costasse fatica. Scelse un lungo vestito bianco orlato di pizzo, stretto in vita con la gonna larga. Lasciò i capelli sciolti, facendoli ricadere morbidi sulle spalle.
Mise un po' di profumo, e si rimirò nello specchio.
"Spero che abbiate già pensato a cosa dire ad Enrico"
La voce di Caterina la fece sussultare.
"C-Che cosa ci fate voi qui? Dovreste essere chiusa in cella" ribatté Maria, con i piedi improvvisamente pesanti come piombo.
Il volto della regina madre era insolitamente serio quando rispose:
"Sono qui per aiutarti"
Maria sbarrò gli occhi, troppo incredula per nascondere la sua sorpresa.
"Volete aiutarmi? E a che scopo?"
Caterina sospirò, volgendo gli occhi altrove:
"Ormai non importano più i miei secondi fini; a quanto pare per Enrico conta solo quello che vuoi tu. E il trono d'Inghilterra. Vedo il turbamento nei tuoi occhi, ma l'ardente passione che nascondi dietro di esso brucia come una stella"
Maria si limitò a fissarla, rapita dalle sue parole.
"Io... Io tengo moltissimo ad entrambi. L'idea di perderne anche solo uno di loro mi spezza il cuore"
Caterina le sorrise. Il primo sorriso sincero ed affettuoso che le avesse mai rivolto. Sentì un improvviso calore propagarsi dal petto, e lasciò che la regina madre si avvicinasse.
"Posso assicurarti che Francesco e Sebastian  ti guardano in maniera molto diversa rispetto a come Enrico abbia mai guardato me. Ti guardano sempre con amore, Maria.
Devi solo seguire il tuo cuore. Scava dentro di te, e capirai qual'è la scelta giusta da fare. E" fece una pausa, e prese un piccolo rotolo che aveva nascosto nelle pieghe del vestito.
"Tieni. Forse potrà aiutarti"
Maria se lo strinse al petto, e Caterina si avviò verso la porta.
Poco prima che uscisse, le sussurrò:
"Grazie"
Caterina si fermò; voltata di spalle. Maria non lo vide, ma stava trattenendo le lacrime. Con un cenno del capo, chiuse la porta dietro di sé.

Maria aprì il rotolo, incuriosita, e rimase di stucco. Lo fissò per qualche istante, rigirandoselo fra le dita. Poi se lo portò al petto, ringraziando in cuor suo Caterina.
Sapeva cosa fare. L'aveva sempre saputo.

La cena fu accompagnata da un silenzio pesante e imbarazzante. Maria punzecchiava distrattamente la carne di agnello e giocherellava con le patate bollite.
Aveva lo stomaco chiuso, le testa era un groviglio di pensieri vorticanti e inarrestabili.
Caterina posava lo sguardo su di lei ogni tanto, facendola sussultare: Maria sentiva i suoi piccoli occhi giudicarla qualunque cosa facesse. Li sentiva trapassarle il corpo da parte a parte.
Francesco, seduto accanto a lei, aveva mangiato lentamente, senza mai dire nulla.
Sebastian era dal lato opposto del tavolo.
Quando Maria alzava lo sguardo, lui le sorrideva, tentando di rassicurarla da lontano. Ogni tanto provava a sfiorarle la gamba con la sua, perché voleva che capisse che era dalla sua parte. Sapeva benissimo quanto fosse tesa e preoccupata, e si era ripromesso di non metterle ulteriori pesi sulle spalle. La scelta spettava a lei, e a lei soltanto. Avrebbe seguito il suo cuore, e qualunque fosse stato il risultato, Bash le sarebbe rimasto affianco.

Dopo il dessert, la tensione era diventata insopportabile. Maria si sentiva accaldata e stanca, e il vestito era diventato improvvisamente stretto e fastidioso.
Si alzò e, scusandosi, si allontanò per prendere una boccata d'aria.

La leggera brezza serale la fece sospirare di sollievo. Chiuse gli occhi, e inspirò profondamente. Alzò lo sguardo, ma vide che la luna era coperta da scure nuvole di passaggio. Non riusciva a vedere le stelle.
Rabbrividendo, tentò disperatamente di mettere ordine ai suoi pensieri. 
Quando Lola andò a chiamarla per rientrare, era tranquilla. Sentiva che la sua era la scelta giusta. Si voltò davanti al portone del castello, e guardò il cielo.
La luna era ricomparsa all'orizzonte.

"Enrico vi aspetterà nella sala del trono, vi ha lasciato altro tempo per prepararvi a deliberare la vostra decisione" le sussurrò Lola, lasciandola davanti ai suoi appartamenti. "Se hai bisogno di noi, non esitare a chiamarci"
Maria le sorrise riconoscente, ed entrò.
Sobbalzò quando vide una figura girata di spalle davanti a lei; ma si tranquillizzò quando vide i capelli biondi brillare alla luce delle stelle.
"Francesco, che cosa ci fai qui?"
Lui si avvicinò:
"Volevo vederti... Prima che tu..."
"Francesco"
La voce di Maria era incerta. Non sapeva cosa dire. Si morse la lingua e si impose di non tremare.
"Maria"
Il modo in cui disse il suo nome le fece venire la pelle d'oca. C'era una tale dolcezza nella sua voce, come se stesse parlando ad una creatura così fragile e delicata che avrebbe potuto rompersi solo alzando il tono di voce.
Anche il suo sguardo era dolce, e Maria vi lesse tutto quello che gli passava per la testa. Le sue emozioni la investirono come una grande onda scura. Maria sapeva come nuotare, ma non riusciva a restare a galla, non aveva la forza nemmeno di pensare.
"Lo sai che ti amo ancora"
ti amo ancora.
Il suono di quelle parole le rimbombò dentro incessantemente, come il pendolo di un orologio. Tum. Tum. Tum. Ti amo ancora. Ti amo ancora. Ti amo.
Desiderò che si fermasse, che la smettesse. Dentro di lei si era riaperto un vortice di sensazioni che aveva deciso di tenere nascoste. Ma tutto stava riemergendo in superficie.
"Ti prego... Così non mi aiuti, Francesco. Fermati"
La determinazione che vide nei suoi occhi la fece indietreggiare.
"Non mi importa di come andranno le cose. Non mi importa di morire, non mi importa di perdere l'amicizia di mio fratello, e non mi importa neanche di cosa penseranno i nobili o mio padre. Io ti amo, e voglio regnare al tuo fianco"
Maria stava cercando con tutte le sue forze di non piangere; si conficcò le unghie nei palmi delle mani.
"Ti prego, Francesco, non ho ancora espresso la mia scelta"
"Ma io voglio che tu scelga me"
Le prese le mani:
"F-Francesco" Maria tentò di controllare l'impulso di buttarsi fra le sue braccia come avevano fatto tante altre volte.
"Mi stai solo facendo ulteriori pressioni, mi sento soffocare"
"Non lasciarmi, Maria.... Non lasciarmi"
Lei vide i suoi occhi brillare, e qualcosa si spezzò dentro di lei. Ma ormai aveva preso la sua decisione, e si scostò, raccogliendo la determinazione che le era rimasta. 

"Francesco" gli disse, mentre le lacrime le pungevano gli occhi "Ho fatto la mia scelta".

Il coraggio di una scelta || MashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora