CAPITOLO 9

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I ribelli erano arrivati in gran numero, accalcati al cancello della reggia. Maria osservava la scena dall'alto, appoggiata al balcone. Vide Enrico uscire, completo di armatura, affiancato da Sebastian e Francesco: i due ragazzi sembravano risplendere di luce ad ogni passo che facevano, tenendo la testa alta e il potramento fiero e sicuro. Francesco, come accortosi del suo sguardo, la guardò, con gli occhi pieni di rimorso; lei distolse lo sguardo, a disagio. Poi fu il turno di Bash, i suoi occhi azzurro cielo incatenarono quelli bruni di Maria: lei sentì i battiti del cuore aumentare velocemente, e sentì farsi spazio in lei la preoccupazione di perderlo. Sebastian, d'altro canto, si sentì fortunato a poterla guardare: in caso fosse andato storto qualcosa, sarebbe morto con l'immagine di Maria impressa nella sua mente.

"Distratto, fratello?" chiese Francesco, che aveva notato il loro gioco di sguardi.

"Mentre tu passi il tuo tempo fra le braccia di una sciocca ragazza presuntuosa, io ho tentato di consolare la tua fidanzata, mentre era in lacrime e convinta di essere lei il problema qui a corte, fratello" ribattè acido, proseguendo imperterrito.

Si fermarono tenendosi a debita distanza dalla folla, mentre Bash, responsabile di un sostanzioso gruppo di soldati, dava gli ordini:

"Tenetavi a distanza, non attaccate a meno che non sia io a dare l'ordine!"

Intanto, fra i ribelli si era fatto strada l'unico uomo a cavallo, evidentemente il loro portavoce, ed egli parlò:

"Reali della corte di Francia! Uomini, donne, bambini, e tutti voi che non sedete su cuscini di velluto!" si rivolse ai suoi compagni, che proruppero in un grido di assenso "Siamo qui, davanti a tutti voi, perché vogliamo rivendicare il nostro diritto al trono!"

Re Enrico non riuscì a trattenere le risate, e gli rispose sprezzante:

"Voi non avete alcun diritto al trono, sciocco cittadino. L'erede al trono è mio figlio Francesco, e solo la famiglia Valois potrà regnare su queste terre."

"Certo, io non sono altro che un umile cittadino, ma che mi dite di Luigi Condé, principe di Normandia, cugino dello stesso delfino di Francia?"

Sebastian vide suo padre impallidire, ma non diede a vedere di essere turbato:

"Come osate venire al mio cospetto e minacciarmi? SONO IL VOSTRO RE!!" tuonò impetuoso, facendo sobbalzare tutti i presenti "E mio figlio Francesco erediterà il mio regno. I suoi lontani cugini Normanni non regneranno mai."

"Voi sapete che anche il principe Luigi può reclamarlo, ed egli ha il nostro appoggio: è protestante, e con la sua incoronazione dimostrerebbe che chiunque voglia abbracciare il protestantesimo, o che già è un fedele, non sarebbe perseguitato. Voi, con il vostro governo cattolico e tiranno non avete fatto altro che insultarci, deriderci, e metterci ai margini della società; ma non vi permetteremo di farlo nuovamente, e..."
Non riuscì mai a terminare la frase: con un cenno del re, un arciere fidato aveva scoccato la freccia, conficcandogliela nel petto. Il sangue zampillò dalla ferita, e il portavoce cadde da cavallo, gli occhi sbarrati e vitrei:
"Vediamo come riuscirete a trasformare le vostre parole in fatti adesso" sibilò Enrico, livido di rabbia.

Maria aveva voltato lo sguardo, ma non era sorpresa; Enrico era stato sfidato, e aveva risposto con altrettante tenacia. Tornò a guardare i ribelli: uomini, donne , ragazzi erano tutti ammassati, senza armi pericolose, senza armamenti, e non semrbavano per niente preparati ad uno scontro. Erano spaventati, arrabbiati, e sui loro volti leggeva confusione e smarrimento; avevano perso la loro guida, sembravano pecorelle che avevano appena perso il loro pastore. D'improvviso, provò compassione per loro.

"Se non volete fare la fine di costui, vi consiglio di arrendervi immediatamente" continuò il re "Siete gente semplice, non avete né i mezzi né le capacità per combattere, e non avreste nemmeno una possibilità contro i miei soldati addestrati e armati."

Si guardarono spaesati, iquieti, come se stessero temporeggiando; Maria se ne accorse:

"Che cosa c'è che non sappiamo?" riflettè

"Ci hanno dato degli ordini, maestà" si fece coraggio un uomo sulla cinquantina, l'andamento dondolante "Vogliamo poter praticare la nostra fede senza aver paura di essere uccisi per quello in cui crediamo. La nostra richiesta è semplice" poi tornò indietro, e la regina di Scozia intercettò uno sguardo fra l'uomo e una figura nascosta in fondo alla folla, che gli fece un segno d'assenso.

"Allora forse questo non è opera loro. Da chi sono stati spinti?"

La risposta le balenò in mente non appena scrutò l'orizzonte, e vide arrivare un esercito armato fino ai denti:

"Sire!!" urlò immediatamente "Sta arrivando un esercito!"

Subito capì la mossa strategica del diversivo dei ribelli: allertando la corte per il loro arrivo, tutti si sarebbero concentrati sulla loro minaccia, richiamando le sentinelle a prepararsi ad uno scontro, mentre la vera minaccia si avvicinava indisturbata. Probabilmente avevano pensato che, visto il temperamento sanguinario di Enrico, quest'ultimo avrebbe ordinato ai soldati di massacrare la folla, sprecando tempo ed energie; energie che poi non avrebbero avuto per affrontare un vero scontro. 

Bash e Francesco corsero sulle mura per vedere meglio l'armata che avanzava, e sul loro volto si dipinse un sorriso amaro:
"L'uomo davanti alle truppe è Luigi Condé"

"Portate Maria al sicuro, SUBITO!" ruggì Enrico, sguainando la spada.

Bash partì immediatamente, mentre Maria rientrò nel castello; poco dopo fu raggiunta da Bash, che la scortò nei sotterranei, mostrandole una botola segreta.

"Qui sarai al sicuro. Se il castello verrà preso, seguit quel cunicolo, ti porterà ai margini della foresta, e di lì potrai scappare."

"Bash, io..."

"Non c'è tempo, Maria, sei in pericolo! Va, ora" le ordinò, con tono deciso, anche se un po' incerto. Lei si avvicinò e lo baciò, con le lacrime agli occhi. Aveva agito d'impulso, e si staccò quasi subito, gli occhi spalancati e le mani alla bocca. Un gesto sconsiderato, folle:
"B-Bash io, p-perdonami, non avrei dov-" ma non riuscì a continuare perché lui le prese il volto fra le mani e poggiando nuovamente le labbra sulle sue. La avvicinò a sé, stringendola in un abbraccio mozzafiato.

"Ricordati della tua promessa"

Lui annuì, accarezzandole la guancia:
"Francesco sta portando qui le tue dame; io terrò fede alla mia promessa, te lo giuro" e si allontanò, lasciandola sola. Poco dopo, vide arrivare Lady Lola e lady Kenna, seguite da Lady Greer: erano tutte e tre spaventate e confuse, e abbracciarono Maria:
"Dio sia lodato, avevamo paura che ti fosse successo qualcosa! Sono tutti così preoccupati!" esclamò Lola, trattenendo le lacrime

"I ribelli erano solo un diversivo, abilmente orchestrato dalla Normanida e dal principe Luigi. Avevano pensato di cogliere la Francia in un momento di debolezza, e in certo senso ci sono riusciti, soprattutto sotto l'aspetto dell'effetto sorpresa. Luigi ha diritto al trono, discendendo dai Valois, e il protestantesimo si sta diffondendo a macchia d'olio nelle sue terre; ha sfruttato questa debolezza interna del paese per attuare un colpo di stato. Spero solo che fallisca" 

 Maria guardò più attentamente il luogo dove si trovavano: era piccolo ma abbastanza alto, con le pareti di pietra, evidentemente scavate nella roccia, e sulla destra c'era il cunicolo di cui parlava Bash. Un luogo piuttosto austero, ma Francesco aveva mandato lady Kenna a prendere delle candele e delle coperte; almeno, non erano al buio. 

"Dovremo pur fare qualcosa per aiutarli! Io non rimarrò certo qui ad aspettare!" ribatté Greer, decisamente impaziente "Sono preoccupata! Ho sentito dire che il principe di Condé sia spietato e agguerrito, non esiterà ad eliminare chi intralcia la sua strada!"

"Greer, noi abbiamo re Enrico, uno dei più potenti sovrani d'Europa! Non si farà certo spaventare da un principino appena uscito dall'utero!" aggiunse Kenna, facendole ridere tutte. All'improvviso, la porta della segreta si aprì, ed entrò una donna: Maria la riconobbe immediatamente, e si rammaricò di non avere con sé un coltello. 
"Olivia, che piacevole sorpresa"

"Vostra grazia" si inchinò lei, spaventata

Lola sospirò:

"Sarà una lunga attesa"

Il coraggio di una scelta || MashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora