CAPITOLO 18

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Francesco passò i giorni seguenti in agonia, restando quasi sempre fuori a cavallo, lontano dalla corte.... E da Maria e Bash.
Quest'ultimo era stato rilasciato e già godeva di tutti i privilegi di un figlio legittimo. Il lato positivo della faccenda era che adesso era Francesco a godere della libertà che aveva il fratellastro, e questo voleva dire che poteva anche andarsene dal castello senza problemi.
Vedere Maria promessa ad un altro gli faceva sanguinare il cuore: la amava, le aveva dato tutto, e lei per una stupida profezia aveva tenuto il suo cuore fra le mani e l'aveva frantumato, pezzo per pezzo.
E Sebastian...oh, Sebastian era al settimo cielo. Francesco aveva visto come la guardava, aveva l'aria di uno che per proteggerla avrebbe potuto prendere una pallottola al posto suo. La cosa che lo faceva soffrire di più era che anche Maria, per quanto lo negasse, ricambiava i suoi sentimenti. Doveva allontanarsi, immediatamente.
Diede disposizioni di preparare i suoi bagagli e il suo cavallo: sarebbe partito il giorno seguente, all'alba.

"Sei in partenza?"
Maria attese sulla soglia: sapeva di avergli causato già molto dolore, e non voleva aggravare le cose.
"Si... Parto all'alba" non la guardò, continuando a lucidare la sua spada.
"Francesco, mi dispiace molto, io..."
"No non dispiacerti" disse lui, cercando di sorridere "Bash è un brav'uomo, e spero che voi state felici e abbiate una vita lunga"
Lei si avvicinò, appoggiandogli la mano sulla spalla; lui chiuse gli occhi, ma non si ritrasse.
"Mi dispiace davvero per come sono andate le cose, sai che io tengo molto a te"
"Non abbastanza, evidentemente"
"Come puoi dire una cosa del genere?"
"Io ti amo, Maria, e il mio amore non è abbastanza per te"
"Anche io ti amo e lo sai questo" ribatté, con le lacrime agli occhi "Io ti amo, ti amo Francesco"
"Maria smettila, così rendi impossibile la mia partenza. Hai fatto la tua scelta, e la tua scelta non sono io"
La oltrepassò e usì, lasciandola sola. Sola, e incredibilmente triste.

Caterina si svegliò, disorientata. Si trovava in una piccola stanza di pietra, molto alta e angusta; con un grido si accorse che aveva le sbarre, e l'unica finestra era collocata troppo in alto perché potesse arrivarci. Era chiusa in cella, nelle segrete del castello Reale di Francia.
"Ma che diavolo... GUARDIE!! GUARDIE, LIBERATEMI!! Sono Caterina de Medici, la regina di Francia, deve esserci un errore! GUARDIEEE!!!"
Sentì dei passi pesanti avvicinarsi, ma con sommo stupore non c'era nessuna sentinella. Enrico era in piedi davanti a lei, terribilmente compiaciuto:
"Mia regina, vi ho sentita gridare e non ho potuto fare a meno di venire di persona. Ditemi, la cella è di vostro gradimento?"
"Non prendetevi gioco di me, Enrico" sibilò lei, livida di rabbia "Che storia è questa? Liberatemi immediatamente!"
"Oh, cara, temo di non poterlo fare, sono spiacente" sorrideva maligno, e Caterina si trattenne a stento dal colpirlo in pieno viso. Afferrò le sbarre, digrignando i denti:
"Con quale accusa mi avete messa quaggiù, in mezzo ai topi?"
"Credo che voi lo sappiate, moglie. Avete chiamato un sicario che uccidesse Maria e Bash, così da risolvere tutti i vostri problemi. Non" la interruppe, vedendo che stava per ribattere "provate a negarlo. Sono al vostro fianco da moltissimi anni e so benissimo come agite quando vi sentite attaccata, e questa mossa è stata degna di voi, devo ammetterlo. Ma per vostra sfortuna, avete fallito ancora. Maria e Sebastian sono vivi, e saranno presto i nuovi sovrani di Francia. Adesso, se volete scusarmi" concluse, lisciandosi il pizzetto "Una carrozza mi attende per portarmi a Roma, dove cominceranno le pratiche per la legittimazione di mio figlio. Buona permanenza, Caterina"
Si allontanò, un ghigno soddisfatto impresso in volto.

"Avete sentito?" bisbigliò Kenna eccitata "Il re ha fatto rinchiudere Caterina nelle segrete!"

"Non mi dire, sul serio?" rispose Greer, incredula "E per quale motivo?"
"Ha importanza?" si inserì Lola "Finalmente avremo un po' di pace dai suoi imbrogli e dalle sue trame subdole. Ahh, che delizia!"

"Maria, non sei felice?" le chiese Kenna, vedendo che non sorrideva.

"Cosa? Oh, certo" si riprese, tentando di sorridere "Certo che sono felice. Però.."

Il coraggio di una scelta || MashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora