CAPITOLO 21

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Trascorsero un pomeriggio indimenticabile: giocarono coi bambini, mangiarono insieme, si divertono tantissimo. Poi lui la condusse in disparte, per stare un po' da soli; le prese la mano, e lei si godette la splendida sensazione delle loro dita intrecciate.
"Maria hai le mani fredde, stai bene?" chiese lui preoccupato
"Sto benissimo, tranquillo. È solo l'aria invernale che mi arrossa le mani" non poteva certo dirgli che per la sua vicinanza si sentiva bruciare.
Lui avvicinò la sua mano alle labbra, e diede un rapido bacio dolce:
"D'accordo, ma torneremo indietro se il freddo comincerà ad aumentare"
La portò in una radura nascosta, circondata da alberi sempreverdi alti e imponenti, coperti di neve; inoltre c'era un piccolo ruscello quasi ghiacciato dall'altra parte. Maria trattenne il fiato:
"Bash... È meraviglioso"
"L'ho scoperta recentemente, e non vedevo l'ora di mostrartela. Adesso, fa attenzione"
Portandosi un dito alle labbra le fece segno di tacere, e le indicò gli alberi dietro al ruscello. Poco dopo, Maria vide avvicinarsi timidamente un animale, impaurito. Sembrò accertarsi che non ci fossero pericoli, e poi si volse indietro; mentre la regina di Scozia tratteneva il fiato, vide gli altri daini uscire e affiancare il primo. Erano in molti, circa una decina: riconobbe diversi esemplari maschili e femminili, e trattenne un'esclamazione di sorpresa quando vide anche dei piccoli cuccioli, che giocavano con la neve.
Non sembrarono vederli, e bevvero dal ruscello, dissetandosi. Senza fare rumore, Maria e Sebastian tornarono indietro:
"Erano daini quelli?"
"Si, un branco intero" sorrise lui "Vengono qui molto spesso, ho scoperto la radura seguendoli. Hai visto i piccoli?"
"Oh sì, erano così belli! Sembravano reggersi a stento sulle zampe, e non si allontanavano mai dalle madri, è stato bellissimo! Grazie" sussurrò, arrossendo
"Maria..." le prese il volto fra le mani, accarezzandola dolcemente "Non ho mai voluto la corona ma se è il mio destino lo accetterò, e imparerò a portarla ma devi sapere una cosa: io non sono Francesco. Il mio dovere non sarà mai nei confronti di un paese, di un popolo, di un trono. Se diventerò re e mi sposerò con te... tu sarai la mia famiglia. Accetterò tutto per te e se un re non si comporta così.."
Lei non lo lascio finire e lo baciò, zittendolo.
Lui rispose al bacio, stringendola forte a sé; ma non si accontentò di sfiorare le sue labbra. Piano, picchiettò con la lingua il suo labbro, chiedendole l'accesso alla sua bocca. Lei, in risposta, dischiuse le labbra, e le loro lingue entrarono a contatto per la prima volta. Si rincorsero, giocarono, si attorcigliarono insieme, cominciando una danza che le faceva sentire le farfalle nello stomaco. Gli strinse i capelli, e lui emise un gemito gutturale in fondo alla gola che le fece salire il sangue alla testa, e si avvicinò di più. La connessione che trasmettevano era così forte che credevano potesse essere visibile a chilometri di distanza. I loro corpi si allacciavano perfettamente, incastrandosi come due pezzi di puzzle, e le loro labbra sembravano essere state fatte per restare incollate. Le labbra di Bash erano carnose, calde, accoglienti, proprio come lui. Con Francesco era tutto dolce, misurato, perfetto... Ma con Bash era diverso, era... Era fuoco, era passione, era desiderio. Lui era un bicchiere d'acqua fresca di cui lei era sempre terribilmente assetata.
Si staccarono, ansimando, e lui appoggiò la fronte alla sua.
"Bash, io..."
"Eccovi, finalmente!" gridò Carlo, lasciando la mano di Lola e saltando in braccio a Bash "Vi stavamo cercando! Volete giocare con noi?"
Sebastian guardo Maria, che sorrise:
"Perché no, giovane principino?"
Carlo esultò contento, e Bash se lo mise sulle spalle, cominciando a correre:
"Allora andiamo a giocare!!!"
Lola e Maria scoppiarono a ridere, e li seguirono a braccetto, camminando:
"Che cosa facevate qui, tutti soli?" chiese la prima, maliziosa.
"Solo... Una passeggiata, tutto qui" arrossì, voltando lo sguardo.
"Sai, Maria, non sei mai stata molto brava a mentire con me"
Lei si arrese, scuotendo la testa divertita:
"E va bene" e le raccontò tutto, con gli occhi che brillavano.
Aveva un espressione serena, felice, e le labbra sempre aperte in un sorriso, ogni volta che pronunciava il suo nome.
"Sai, Maria... Dovresti vederti quando parli di lui"
"Perché? Che faccio di speciale?"
"Ti brillano gli occhi, quando parli di lui sei... Diversa, felice. Tanto felice, come se sapessi di poter essere felice solo stando al suo fianco. Non sei mai stata così quando eri con Francesco"
"Francesco...." sospirò Maria "chissà dove si trova. A modo mio lo amavo, sai? Ci tenevo davvero tanto a lui, e desideravo con tutta me stessa che le cose funzionassero tra noi. Mi trattava come una principessa, proteggendomi sempre e in ogni momento. Era dolce, gentile, sempre pronto ad aiutare il suo popolo e il suo paese; ma Bash..."
Fece una pausa, guardando lontano:
"Bash è completamente diverso. Sai, ci siamo baciati per la prima volta quando Olivia era a corte; ero gelosa di lei e Francesco, e Bash era lì, pronto ad offrirmi conforto fra le sue braccia. Quando mi ha baciato... È cambiato tutto. Ero convinta di essermi innamorata perdutamente di Francesco, ma quando le labbra di Bash si sono posate sulle mie ho capito che anche lui occupava una parte importante nel mio cuore. Adesso che io mio futuro con Francesco è svanito per sempre, il rapporto fra me e Sebastian si è intensificato, ogni giorno di più. E hai ragione, Lola: mi fa sentire viva come nessun altro aveva mai fatto prima d'ora. Quando sono con lui... È come se fossimo soli, anche se ci sono altre mille persone intorno a noi. Solo noi in una bellissima dimensione parallela, lontani dai doveri e dalle pressioni di corte. È come se fosse sempre mancata una parte di me, e solo con Bash riesco ad essere completamente me stessa. Certo, è testardo, impulsivo, ma mi ha sempre messa al primo posto, sempre. Con lui mi sento libera"
Lola aveva le lacrime agli occhi e la abbracciò:
"Oh, Maria, quanto sono felice per te, ti sei innamorata! Ah, come vorrei trovare qualcuno che mi ami anche solo la metà di quanto vi amate voi due"
"Lo troverai, Lola. Sei una ragazza fantastica, sfido chiunque ti guardi a non innamorarsi di te"
Ridacchiarono, e proseguirono verso il castello in silenzio, godendosi la pace del silenzio della natura, perse nei propri pensieri.

Caterina si stava scervellando per trovare una soluzione al suo grande problema: come uscire dalle segrete e farsi perdonare da Enrico. Suo marito nei suoi confronti covava rancori ben più profondi di quanto desse a vedere, ma anche per lei era lo stesso. Solo che la sua ira era pressoché rivolta esclusivamente a Diana: il figlio di quest'ultima era diventato il prediletto del re, erano stati ricoperti di onori e ricchezze, Diana aveva tolto a Caterina ogni cosa. E ora Bash era seduto sul trono del suo amato Francesco, al fianco di quella smorfiosa di Maria. Digrignò i denti per la frustrazione, e si allontanò pensierosa: Enrico probabilmente era già di ritorno, non aveva molto tempo per tramare almeno la sua vendetta contro la regina di Scozia. Doveva agire immediatamente; e l'occasione si presentò al momento propizio.
"Vi prego, sono solo venuto a portare alla regina una Bibbia, così che possa darle conforto in questo momento difficile"
Caterina drizzò le orecchie, sorridendo:
"Nostradamus" disse, quando lo fecero entrare "Che sorpresa"
"Vostra maestà. Sono venuto ad offrirti la possibilità di redimerti, trovando conforto in nostro signore" fece un segno con gli occhi indicando le guardie, e Caterina capì che li stavano ascoltando, e stette al gioco.
"A che scopo? Enrico quando tornerà mi farà decapitare, ormai la mia vita non ha più uno scopo"
"Non è detto, mia signora. Però voi avete contribuito ad alimentare la sua ira, e di certo non sarà clemente questa volta. Vi suggerisco di smetterla di dare grane ai futuri sovrani, e di lasciarli in pace; specialmente Maria."
"No" sbottò subito, stizzita "Ha usurpato il trono di mio figlio, mettendoci sopra un bastardo che non sa nulla di come si governa un regno. Porteranno questo paese alla rovina, e non smetterò mai di tentare di ripristinare le cose"
Lui sospirò, sconsolato; evidentemente aveva sperato di farla ragionare, ma Caterina era cocciuta e determinata. Con uno sguardo di intesa, appoggiò la Bibbia sul suo letto:
"Allora non posso fare altro che affidarvi alle mani di Dio" e uscì, lasciandola sola.
Quando le guardie si voltarono, corse a vedere cosa ci fosse dentro, scuotendola forte. Un piccolo gancio di ferro cadde sulle lenzuola logore e sporche; dapprima non capì, poi vide che c'era una corda appesa al muro, e comprese.
"La prossima volta organizzerò la mia morte da sola"
L'indomani mattina presto si preparò come meglio poteva: si aggiustò il vestito, si pettinò i capelli e si sistemò il trucco.
Sistemò uno sgabello, posizionandolo sotto al cappio della corda. Lentamente, salì e si mise il cappio attorno al collo, stringendolo. Chiuse gli occhi, e l'ultimo pensiero andò a suo figlio Francesco e agli altri suoi figli; poi, tirò via lo sgabello, rimanendo sospesa nel vuoto.

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