CAPITOLO 36

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"Voi..."
Milligan sorrise, avanzando verso di lei. Maria indietreggiò: non c'era niente di gentile nel suo sguardo. I suoi occhi la guardavano con bramosia e determinazione.
"Come avete fatto ad entrare qui? Dove sono le mie guardie?!"
Maria sperò che non si accorgesse del tremolio nella sua voce.
"Oh, non vi hanno avvisata, mia signora?" sghignazzò lui "C'è stata un'emergenza nell'ala ovest del castello, tutto il corpo di guardia è dovuto intervenire insieme al sovrano"
La pessima sensazione che la regina di Scozia aveva provato per tutto il giorno le strinse la gola, mozzandole il respiro.
Improvvisamente, si ricordò del pugnale che teneva sotto il cuscino. Si alzò, raccogliendo tutte le forze che aveva.
"Uscite immediatamente dalle mie stanze. Se mi sentiranno urlare, vi arresteranno e vi tortureranno".
Maria lo disse con un tono di voce tagliente, ma sentiva le gambe molli, e il cuore le batteva all'impazzata.
Il duca si avvicinò, un perfido sorriso stampato in volto:
"Oh, io non credo proprio..."
Maria corse accanto al letto, ma Milligan fu più veloce. Afferrandole un braccio, la trascinò indietro, facendola aderire al suo petto. Maria si divincolò, tirando pugni e calci, ma neanche un colpo riuscì ad andare a segno.
Il duca era forte, alto, e la spinse per terra. Quando Maria alzò lo sguardo, vide un lampo argentato, e si trovò con un coltello puntato alla sua gola.
Il duca rideva, e si inginocchiò davanti a lei.
"Zitta, stupida pollastra. I miei uomini sono accanto al vostro adorato marito, un mio fischio e gli taglieranno la gola."
Maria deglutì, ma tenne lo sguardo fermo, furiosa. Era una regina. Spinse la paura nei meandri più profondi della sua anima, e si concentrò sul suo respiro.
"Cosa volete da me?"
Milligan non disse niente, fissandola negli occhi. Ma quando una delle sue mani scese al cinturone dei pantaloni, Maria sobbalzò. Impallidì, mentre un brivido freddo le scese lungo la spina dorsale. No. Non poteva... Lui non....
"No..." la voce di Maria uscì in un sussurro strozzato.
Cominciò a scalciare, a dimenarsi, a gridare, ma Milligan agì prontamente, legandole una pezza di stoffa sulla bocca. Le immobilizzò le mani, togliendole il respiro. 
Si sentiva soffocare. Le lacrime che aveva disperatamente tentato di frenare stavano cadendo a pioggia, senza freni. Sentiva la gola bruciare per gli urli che non riuscivano a spezzare l'aria. Non riusciva a muoversi, non riusciva neanche a pensare. Non era mai stata tanto spaventata in vita sua.
Sentiva una morsa di ferro premerle sui polmoni. Ossigeno. Aveva bisogno di aria.
Sentì un rumore secco quando il cinturone dell'uomo cadde a pochi metri da loro. Il lampo di lussuria che passò sugli occhi dell'uomo le fece tremare le ginocchia.
Provò a scalciare, a dimenarsi, ma Milligan era troppo forte. Non riuscì a liberarsi. 
Maria non trovò le forza di reagire quando le legò entrambi i polsi alla gamba del letto. Quando le sue mani grandi e callose le sollevarono l'orlo del vestito fino alla vita, Maria si sentì morire.
Mentre l'uomo si spingeva dentro e fuori da lei, l'unico pensiero lucido che la regina di Scozia riuscì a imprimersi nella mente era Bash.
Il suo Bash. Vide i suoi occhi gentili, sentì la sua bocca sussurrarle dolci parole alle orecchie, il suo corpo perfettamente incastrato col suo. Maria piangeva, soffocava i gemiti e le grida nella pezza di stoffa, mentre il duca ringhiava come un'animale.
"Vi ho desiderata dal primo momento, mia cara" sussurrò con voce languida al suo orecchio, passando la sua lingua umida sul suo lobo.
Maria provò a sollevare una gamba, ma era stremata. Non capiva più niente. Aveva i capelli appiccicati alla fronte, il sudore le imperlava la pelle diafana, e non riusciva a smettere di tremare.
Non sentii neanche la porta spalancarsi all'improvviso. Non riuscì nemmeno a sentire l'urlo di Sebastian mentre colpiva Milligan, livido di rabbia. 
"Come... avete.. OSATO AVVICINARVI A LEI!" ringhiò. 
Era fuori di sé. Vedeva il sorriso del duca sporco del suo sangue, il naso era rosso per il colpo incassato. Milligan non disse una parola, ma aveva un sorriso terribile stampato in volto.
Quando Bash spostò lo sguardo su Maria, si sentì sprofondare. Non era sicuro che il suo cuore battesse ancora. Si pietrificò. Immobile. Non sentì più nulla. Tutto ciò che riusciva a vedere era lei. La sua bellissima, coraggiosa Maria. Aveva i capelli scompigliati, la veste da notte le aderiva per il sudore al corpo snello e formoso come una seconda pelle. Aveva gli occhi sbarrati, le guance rosse e umide per le lacrime che ancora le scendevano dagli occhi. Aveva dei segni rossi e violacei nei punti in cui il duca aveva volutamente lasciato il segno. Tremava. Tremava così forte che Bash temette potesse rompersi in mille pezzi da un momento all'altro.

 A Sebastian sembrava di sentire le sue grida di aiuto rimbombargli nella testa. Fece per avvicinarsi, e il suo cuore si spezzò quando lei si ritrasse, spaventata.

"Maria, amore mio, sono qui. Mi dispiace... mi dispiace così tanto"

Sentì la sua voce spezzarsi. Voleva correre da lei, stringerla fra le sue braccia, tenerla talmente stretta da soffocarla. Non l'avrebbe più lasciata sola. Non l'avrebbe più persa di vista.
Quanto era stato ingenuo.
Fece portare nelle prigioni sotterranee il duca Milligan. Non riusciva neanche a guardarlo.
Non appena l'uomo scomparve dalla loro vista, Maria sembrò tornare a respirare. Pian piano, Sebastian si avvicinò a Maria, e lei gli permise di toglierle la benda dalla bocca, e di slegarle i polsi.
Nella sua testa regnava il caos. I pensieri si accavallavano l'uno sull'altro come un torrente in piena, avanzando inesorabilmente.
Maria sbatteva gli occhi, come per mettere a fuoco tutto ciò che era successo. Era paralizzata. Immobile. Non riusciva a smettere di tremare. Continuava a sentire il respiro affannoso dell'uomo su di lei, i punti dove lui l'aveva toccata bruciavano come fuoco. Non li voleva. Non voleva sentire la ruvida pelle delle sue mani toccare la sua. Lo odiava. La disgustava. Sentiva la sua voce nelle orecchie. Alzò le mani e se le portò alle orecchie, gemendo di dolore.
Quando Sebastian provò a sfiorarle la mano, Maria sussultò, scostandosi bruscamente.
Il dolore che vide nei suoi occhi fu peggio di qualunque altra cosa avesse mai provato. Come un coltello, una lama affilata che le aveva squarciato il cuore. Le salirono le lacrime agli occhi, ed era sicura che la sua sofferenza era la stessa che vedeva riflessa nel volto di Bash.
"Bash, io... m-mi spiace, non... non ce la faccio" sussurrò mortificata, abbracciandosi le ginocchia.
"Certo, io... mi dispiace, amore mi dispiace, io..."
"Ci penso io qui" irruppe una voce nuova, interrompendo il sovrano di Francia. Caterina. La regina madre.
"Bash, lasciaci sole"
All'ordine perentorio di Caterina, Sebastian alzò la testa per protestare, ma si bloccò quando vide che Maria si era leggermente rilassata.  Si alzò, ma prima di andare le disse:
"Ti amo, Maria. Questo non cambia niente. Ti starò accanto per tutto il tempo che servirà, e anche oltre."
Lei annuì lentamente, trovando la forza di allacciare i suoi occhi a quelli di Bash. Vide l'amore, il dolore, l'apprensione nei suoi occhi premerle addosso come un macigno. Vide le sue braccia forti, quel petto dove c'era un cuore che batteva solo per lei, e voleva solo stringersi a lui e restarvi per sempre. Ma poi sentiva la viscida lingua di Milligan leccarle il lobo, le sue grandi mani che le toccavano la vita, e l'unica cosa che desiderava era scappare lontano, urlando a squarciagola il suo dolore.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 23 ⏰

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