CAPITOLO 31

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Francesco la guardava come se la vedesse per la prima volta. Maria sentiva il cuore martellarle nel petto, a ritmo incostante. Tum. Tum. Tum. Tum.
Il respiro le mancava. Non riusciva a trovare l'aria. Era mai stata in grado di respirare? L'ossigeno dov'era finito?
Caldo. Faceva tanto, tanto caldo. Si toccò distrattamente i capelli improvvisamente pesanti e scomodi.
"Maria"
Il suo nome. Solo il suo nome.
Quelle parole bastarono a mandare in pezzi il suo cuore.
Aveva uno sguardo tremendamente sofferente, e Maria sentì le lacrime pungerle gli occhi. Era stata lei, lei lo aveva ferito. Era stata lei ad allontanarlo dalla corte.
Improvvisamente sentiva la gola scoppiarle. Voleva parlare, aveva tante cose da chiedergli. Come stesse, dove vivesse. Voleva sapere come passava le giornate fuori dalla corte. Ma non ci riuscì.
Il fiume di parole che la stava schiacciando si fermò. Le parole si mischiavano, si attorcigliavano, si impigliavano nella lingua.
"Come... C-come stai?"
La sua voce interruppe il corso dei suoi pensieri. Si riscosse:
"S-sono in perfetta salute. Tu come stai?"
Il suo sorriso era pieno di amarezza.
"Sono tornato a corte non appena ho saputo di mia madre. Non intendo lasciarla morire"
"Oh... Capisco"
Si sentiva molto a disagio, non sapeva cosa dire.
"M-mi dispiace tanto, io-"
"No, Maria, no" si avvicinò, e Maria sentì l'irrefrenabile impulso di avvicinarsi a sua volta. "Non sentirti in colpa anche per questo. Sistemerò le cose"
Maria non riuscì a fare altro che annuire.
Francesco piantò gli occhi nei suoi. Non distolse lo sguardo neanche mentre camminava. Avanti. Verso Maria.
-Non avvicinarti, non avvicinarti- continuava a pensare lei.

"Fratellino"
La voce di Sebastian arrivò come una ventata d'aria fresca, e Maria sentì il suo cuore rallentare. Il suo respiro cominciò a tornare regolare. Le corde di ferro che le stringevano il cuore sembrarono allentarsi.
"Bash"
Francesco sorrideva, ma la sua voce era tagliente quanto la lama di un coltello.
"È bello vederti"
Maria guardò Bash in cerca di qualcosa da dire per rompere il silenzio imbarazzante che si era creato tra loro. Si perse nei suoi occhi blu qualche secondo di troppo, e Sebastian le sorrise, come se volesse dirle:
-Tranquilla, andrà tutto bene-.
A Francesco non sfuggì quella occhiata, e la sua espressione mutò improvvisamente.
"Soppongo di dovervi fare le mie congratulazioni"
"Francesco, Io-"
"No, Maria, lascia stare, è tutto chiaro. Dovresti essere felice" continuò, rivolgendosi a Sebastian "L'hai conquistata. E me l'hai portata via"
"FRANCESCO! Non è colpa sua!" Maria si avvicinò e lo prese per la manica, stringendola improvvisamente.
Lui si soffermò a guardarle il viso, e lei si sentì avvampare. Era troppo tempo che non stavano così vicini. Troppo vicini. Poteva sentire il respiro di lui solleticarle la parte bassa del collo.
Si scostò, ma lo sguardo di lui rimase impassibile.
"Come ho già detto" concluse, vedendo Bash irrigidirsi "Congratulazioni" e se ne andò, lasciandoli soli.

Maria non si accorse di aver perso il controllo fino a quando non smise di tremare. Sentiva le ginocchia deboli, fatte di gelatina.
-Non reggerò... Non reggerò- pensava disperata.
Le girava la testa, il senso di colpa era tornato e aveva il cervello in preda a mille pensieri confusi e inarrestabili.
Non si accorse di essere caduta fino a quando non sentì la voce di Bash che la chiamava. Ma era lontano, come un sussurro nell'acqua. E lei era a fondo. Un peso nel cuore la stava schiacciando, le impediva di respirare. Voleva nuotare, voleva raggiungere la superficie ma non ci riusciva.
"Maria"
Il suo nome. Solo il suo nome. Detto da lui, aveva un suono diverso. Più dolce, più profondo. Più... Reale.
Sbatté gli occhi, e si ritrovò a terra fra le sue braccia. Le grandi dita di lui salirono ad accarezzarle la guancia:
"Maria..." sussurrò, appoggiando la fronte alla sua.
Lei vide la compassione nel suo sguardo, e gli occhi le si riempirono di lacrime.
"Mi dispiace.... Mi dispiace!" riuscì a dire con la voce rotta, mentre si aggrappava a Bash con tutte le sue forze. Lui la abbracciò, e la strinse forte, facendo combaciare i loro corpi. Il suo calore la tranquillizzò, ma lei non riusciva a smettere di tremare.
"Mi dispiace...." continuò a ripetere, mentre l'espressione ferita di Francesco le si era stampata nella mente.

"Dov'è mia madre?"
Enrico sorrise, inarcando le sopracciglia:
"Bentornato, figlio mio"
Francesco si era precipitato nello studio di suo padre, con il sangue che gli ribolliva nelle vene. Non riusciva a non pensare a Maria, a quanto, nonostante tutto quello che avessero passato, gli facesse ancora battere il cuore.
Era bella come la ricordava. Sorrideva, sembrava felice. Poi, non appena l'aveva visto, il suo viso era cambiato. Sapeva che era ancora attanagliata dai sensi di colpa, e si sentiva un bambino perché voleva che lo pensasse. Voleva che soffrisse quando aveva sofferto lui.
Aveva vagato per la Francia come un viandante senza dimora. Aveva molto denaro, e sempre un tetto sulla testa. Ma non aveva mai smesso di pensare a Maria.
Aveva disperatamente tentato di dimenticarla: aveva fatto tutto quello che a corte non avrebbe potuto fare. L'ebbrezza dell'alcol, i piaceri delle donne bendisposte, il gioco. Si era divertito, e viveva ogni giorno cercando di dimenticare. Ma quando faceva l'amore, vedeva Maria. Diceva il suo nome. Lo urlava, come se fosse sull'orlo del baratro e stesse disperatamente cercando di aggrapparsi a lei.
Sebbene fosse tornato per Caterina, in cuor suo l'unica donna che voleva rivendicare era Maria. Solo lei.
"Padre, liberate immediatamente mia madre"
"Sono desolato, non posso farlo"
Il suo sorrisetto compiaciuto fece infuriare Francesco ancora di più:
"Le accuse che le avete rivolto sono false, lo sapete benissimo!"gridò, sbattendo i pugni sulla scrivania "Vi prego, vi imploro, lasciatela andare"
"Ho aspettato per troppo tempo, Francesco. Ho sopportato per anni i suoi inganni, le sue malefatte, i suoi tranelli. Il re di Francia sono io, ed intendo comportarmi di conseguenza. Caterina de Medici deve morire"
Francesco imprecò, e scostò lo sguardo. Trattenendo a stento la rabbia, si inchinò, e si congedò.
Si diresse verso le segrete, e pagò le guardie  affinché lo portassero da Caterina. Il pensiero di Bash accanto alla donna che amava lo faceva tremare. Sostituì i pensieri con la rabbia verso suo padre e verso il suo fratellastro. Era colpa loro.
"Buongiorno madre"
Caterina si voltò verso il visitatore, e le si riempirono gli occhi di lacrime.
"Francesco...."
Gli corse incontro e lo abbracciò.
"Francesco! Oh, figlio mio, sei tornato finalmente!"
"Che vi hanno fatto? Vi hanno picchiato?" la squadrò preoccupato
"Non ti preoccupare, so badare a me stessa. Dimmi di te, piuttosto, cosa ci fai qui?"
"Sono tornato per convincere mio padre a lasciarvi andare"
"E per Maria, dico bene?"
Il lampo di desiderio che passò sul suo volto per un istante le diede la risposta che cercava.
"Puoi ancora averla, Francesco. Il Papa non ha ancora legittimato quel bastardo, l'erede al trono sei ancora tu! Rivendicala"
"Lei non mi sposerebbe mai, si è avvicinata a Sebastian per colpa della profezia. Vuole proteggermi, non correrà questo rischio" ammise lui a malincuore.
Caterina sorrise:
"Per la profezia non devi più preoccuparti"
Lui drizzò le orecchie:
"Cosa intendete dire?"
Caterina nascose l'espressione soddisfatta, e continuò:
"Nostradamus mi ha tenuta costantemente informata delle sue visioni. Quella sul vostro futuro insieme è cambiata: vi ha visti mentre parlavate dei vostri bambini. Eri vivo, e avevi una splendida famiglia"
"Una famiglia.... Con Maria..."
La voce gli tremava al solo pensiero di poterla sposare.
La sua voce si perse nel silenzio della cella. Gli occhi gli brillavano, si sentiva improvvisamente felice: avrebbe potuto avere il lieto fine che tanto desiderava.
"Non è troppo tardi" continuò Caterina, accarezzandogli la testa "Nel profondo del cuore, lei ti ama ancora"
Francesco sbarrò gli occhi. Possibile che...
Si. Anche se ci fosse stata solo la più remota possibilità che lo amasse ancora, Francesco decise all'istante di tentare.
Avrebbe combattuto per lei. Per il loro futuro, la loro famiglia.

Per il cuore della regina di Scozia.

Il coraggio di una scelta || MashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora