CAPITOLO 16

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Arrivati al castello, continuarono a tenere Bash legato per le mani, strattonandolo come un cane. Maria aveva pregato più volte di lasciarlo andare, ma non avevano voluto sentire ragioni, dicendo che erano ordini del re. Lo portarono verso le segrete, e lei non resistette più:
"Lasciatelo subito andare! Andrò a parlare con Enrico, e..."
"Maria non preoccuparti per me! Starò bene, te lo prometto!" le disse Sebastian, tentando di tranquillizzarla.
"Ti farò rilasciare, non voglio che ti succeda qualcosa"
"Starò bene, tranquilla" si sforzò di sorriderle, tentando di trasmetterle la sua sicurezza e la sua speranza. Poi il contatto si interruppe, e lo portarono nelle segrete, mentre lei rimaneva a guardare impotente, con le lacrime agli occhi.

"Lasciate andare Bash immediatamente!" entrò come una furia nella sala del trono, dove c'erano Caterina, Enrico e Francesco che la aspettavano , protetti dalle guardie.
"Signorina non sei nella posizione di fare richieste, mi sembra" disse Enrico, sprezzante "Hai lasciato mio figlio, rinunciato a tutto quello per cui sei cresciuta. Ti abbiamo accolto come una figlia, e tu ci hai voltato le spalle!"
"Voi non capite, l'ho fatto per salvargli la vita!"
"Maria le vostre ragioni non sono importanti! Siete scappata via con il figlio bastardo del re, i pettegolezzi sulla vostra fuga d'amore aleggiano a corte da più di sette giorni! Ti rendi conto di ciò che significa per la famiglia reale?"
"Me ne rendo conto e mi dispiace. Ma non posso sposare Francesco"
Il re strinse forte i pugni sul trono, mentre Caterina la fissava con uno sguardo truce; Maria non capiva, sarebbe dovuta essere contenta che finalmente si fosse allontanata da suo figlio.
Francesco osservava la scena in silenzio, in disparte; non riusciva nemmeno a guardarla negli occhi. Sapeva che doveva aver avuto un valido motivo per andarsene, ma il suo tradimento bruciava ancora; ed era scappata con Bash, per giunta. Suo fratello, il suo modello di riferimento. E anche lui gli aveva piantato un coltello nello stomaco, senza rimpianti.
"Vi prego" disse Maria, quasi implorandoli "Lasciate andare Bash, mi ha salvata e mi ha protetta e tenuta al sicuro. Non potete fargli del male"
"Di mio figlio mi occupo io, grazie" sbottò Enrico, e, vedendo che Caterina stava per intervenire, la zittì immediatamente:
"Per favore, Caterina, non sprecate fiato per dire sciocchezze, so che la fuga di Maria è opera vostra, e troverò un modo per incastrarvi. Non. Osate. Parlare."
Lei tacque, indispettita. Il re fece un cenno a Maria, congedandola:
"Andate, devo riflettere sul da farsi"
Maria si inchinò, e se ne andò, furiosa.

Francesco la seguì, facendola entrare nelle sue stanze:
"Ora che siamo soli vorrei che tu mi dicessi la verità. Maria, so che sei scappata per dei buoni motivi, e merito delle spiegazioni, non credi?"
Lei sospirò:
"Si, meriti delle spiegazioni"
Gli raccontò tutto: di Nostradamus, di Caterina, della profezia, della sua fuga per salvargli la vita. Alla fine, lui era sbigottito:
"Quindi tu... Tu mi avresti lasciato... Per una PROFEZIA?! Maria sono tutte sciocchezze, non posso credere che tu abbia davvero prestato ascolto alle sue parole!"
"Non hai sentito quello che ho detto? La mia serva è morta, proprio come aveva predetto Nostradamus! Non potevo rischiare, non con la tua vita"
"Maria sono tutte scemenze, tutte paure inutili dettate dal fatto che il nostro futuro sia incerto. Ma non deve spaventarti questo" le andò vicino, prendendole le mani "Lo sai che io non credo alla preveggenza, soprattutto se si tratta di profezie nefaste e senza senso. Io credo in noi, Maria, ci credo con tutto me stesso, io ti amo. Ti amo, e voglio costruire una vita con te, insieme"
Lei voltò la testa:
"Non rendere tutto più difficile, ti prego..."
"Ascoltami. È vero, il futuro è incerto, e può spaventare, lo capisco. Ma sono pronto a rischiare tutto per stare al tuo fianco. Il destino non è già scritto, Maria, ce lo scegliamo da soli, con le nostre scelte e le nostre battaglie. Io ti amo, e voglio che al mio fianco ci sia tu, solo tu"
La guardò con uno sguardo talmente sofferente ed implorante da farle venire le lacrime agli occhi.
"Non posso, non voglio metterti in pericolo"
"Sono sempre in pericolo, anche a corte. E non sarai mai tu la causa della mia morte. Ti amo, Maria, e so che mi ami anche tu. Non lasciarmi..."
"L'amore è irrilevante per persone come noi" sorrise amaramente, accarezzandogli il viso "Anche se l'idea di trascorrere il resto della vita accanto a te è molto allettante.. non posso farlo..."
"Maria ti prego" disse lui, trattenendola; lei sfuggì alla presa, mentre le lacrime cominciavano a rigarle il viso delicato:
"Non posso, Francesco... Non posso farlo"
Corse via, tenendosi il viso fra le mani, senza sapere dove andare. Ignorò gli urli di Francesco, gli sguardi interrogativi dei cavalieri e dei servitori, finché non si chiuse nelle sue stanze, accasciandosi a terra. Desiderava avere qualcuno a cui stringersi forte, che la facesse sentire al sicuro.
<Bash...> pensò, piangendo <Ho bisogno di Bash>
Il re aveva dato disposizioni che il figlio non potesse ricevere visite, ma Maria pagò bene le guardie, che la fecero entrare.
Sebastian era seduto, con la schiena appoggiata al muro, incapace di alzarsi; era pallido, aveva gli occhi cerchiati, l'espressione stanca e sofferente. Era legato per il collo e per le mani, con pesanti catene di ferro.
"Oh mio dio, Bash" gli corse vicino, aiutandolo ad appoggiarsi a lei.
"M-Maria... " la sua voce flebile la spaventò. Era sempre stato così forte:
"Sono qui, sono qui Bash" disse, accarezzandogli la testa
"Che ci fai qui? Ti avevo detto di non preoccuparti per me"
"Dovevo assicurarmi che stessi bene, e a quanto pare non stai poi così tanto bene. Non hai mangiato nulla, vero?"
"No" tossì, la gola in fiamme "Mi sono rifiutato. Non mangerò fino a che mio padre non mi concederà udienza"
"Non concederà mai udienza ad un cadavere. Devi mangiare, fallo per me"
Lentamente, con un grande sforzo salì con una mano per accarezzarle una guancia:
"Farei tutto per te"
Lei sorrise, stringendogli la mano fra le sue. Poi lo lasciò riposare, e diede ordini alle guardie di rifocillarlo.
Salendo ai suoi appartamenti le tornò in mente la conversazione avuta con il re: lui voleva l'Inghilterra, e lei sapeva che avrebbe dovuto avere l'appoggio della Francia per rivendicare il trono inglese. Però non poteva sposare Francesco, e quindi l'appoggio della Francia non lo aveva; a meno che...
"Ma certo!" esclamò, fermandosi di colpo "Sebatian!"
Tornò indietro di corsa, mente un'idea formidabile stava prendendo forma nella sua mente.
Si fece annunciare dalle guardie, che la fecero entrare nella sala del trono: Caterina ed Enrico erano seduti sui rispettivi troni, e Francesco era seduto in disparte.
"Vostra maestà" si inchinò, rivolgendosi ad Enrico "Penso di aver trovato la soluzione ai nostri dilemmi"
"Sentiamo, allora" la invitò a proseguire; Caterina la guardava con uno sguardo strano, intimidatorio.
"Per rivendicare il trono d'Inghilterra mi serve l'appoggio della Francia, sposando vostro figlio. Questo sancirebbe anche l'unione fra Francia e Scozia. Il Vaticano appoggia la mia rivendicazione perché vogliono una regina cattolica sul trono inglese" continuò lei
"Continua"
"Ma io non posso sposare Francesco, però ho trovato un'alternativa ragionevole."
Si interruppe, sforzandosi di non guardare Francesco:
"Dovete legittimare il vostro figlio bastardo. Io sposerò Sebastian"

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