CAPITOLO 3

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Caterina de Medici camminava nervosamente nelle sue stanze. L'arrivo di Maria aveva messo in subbuglio l'intero castello, ma lei non si era lasciata abbindolare dal sorriso luminoso di quella sedicenne altezzosa. Certo, dovette ammettere che fosse davvero bellissima, e che pure Enrico ne era rimasto ammaliato; ma il suo fidato amico Nostradamus, no. 

Era il medico di corte: alto, possente, scuro di occhi e capelli, aveva un aspetto intimidatorio, ma era buono come il pane.  Era in grado di  fare moltissime cose, e la regina sapeva che era anche in grado di vedere e interpretare le visioni; e ne aveva appena avuta una, dopo poco l'arrivo di Maria. Nostradamus le aveva detto che l'unione di Francesco e la regina di Scozia avrebbe sancito la morte di Francesco stesso. E Caterina era ben decisa ad impedirlo. 

Ora stava tentando di trovare un modo per sbarazzarsi di lei; Nostradamus le sarebbe stato d'aiuto. 

"Come possiamo mandarla via e impedirle di sposare mio figlio?" rifletteva ad alta voce "Cosa deve avere una ragazza per essere sposata, come potremmo..." si interruppe, un'idea aveva appena fatto capolino nella sua mente. "Potrà sposare Francesco solo da vergine. Le cose stanno per cambiare, Nostradamus".


In quel momento giungeva un nuovo ospite alla corte: Colin, un garzone innamorato di Lola, imbarcatosi clandestinamente per rivedere la sua amata. Col pretesto di portarle la colazione, per confondersi nella servitù, bussò alla sua porta:

"Avanti" disse Lola, ancora assonnata; ma il sonno lasciò il suo corpo non appena vide chi era appena entrato "COLIN!"

Lui rise e la prese fra le braccia, facendola volteggiare come una bambina:

"Amore mio, quanto mi sei mancata!" sussurrò, inspirando il suo profumo

"Che ci fai qui? Pensavo ti dovessi imbarcare per l'Inghilterra" chiese lei preoccupata "Adesso che Maria si trova in Francia, i primi nemici della corona cominceranno a farsi avanti, e in qualche modo potrebbero anche essere condotti fino a me e a te. Non voglio che tu sia in pericolo! E chissà cosa direbbero i sovrani se ti vedessero qui..."

"Shhhh" disse lui, poggiandole un dito sulle labbra "Non mi interessa della Francia, dei rischi e della morte. Sei qui, davanti a me, bellissima come non mai; non mi stancherò mai di ribadire quanto sia fortunato"

"Adulatore" sorrise lei, sporgendosi per baciarlo "Però dovrai restare nella servitù, così che nessuno noti la tua presenza, né si insospettisca"

"Sarò trasparente come il vetro, mia adorata"


Maria, dopo essere stata adeguatamente vestita, pettinata e agghindata con accessori degni di essere chiamati tali, scese per la colazione insieme a Kenna e Greer, chiacchierando tranquillamente:

"Le mie stanze sono magnifiche, e ho dormito benissimo! L'unica cosa che mi preoccupa è Francesco.."

"Abbi pazienza, Maria" la rassicurò Greer "Adesso più che mai sente la pressione del suo imminente futuro sulle sue spalle, e vederti qui potrebbe aver aggiunto ulteriore responsabilità e preoccupazione. Dagli un po' di tempo, e vedrai che si sistemerà tutto molto presto" 

Le sorrise, sperando con tutto il suo cuore che avesse ragione. Poco dopo furono raggiunte da Lola, che aveva le gote arrossate e un sorriso che le arrivava da un orecchio all'altro. 

"Come mai tanta gioia, Lola?" chiese Kenna sorpresa

"Ho ricevuto visite stamattina" sussurrò lei "Colin è qui"

"Colin?" interruppe Maria "Il bel ragazzo moro che ti corteggiava anche in Scozia? Avete una storia dunque?"

"Si" sorrise Lola "E' l'uomo migliore che potessi mai sperare di incontrare, e mi fa sentire protetta e felice. Quando non saremo più richieste a corte, ha detto che mi sposerà!" 

"Ma che bella notizia! Siamo molto felici per te, cara Lola" 

Continuarono a ridere e a parlare per tutto il pasto, poi Maria chiese di restare sola, e si allontanò per fare una passeggiata in giardino.  Poco dopo, sentì un guaito, e vide Lucky correre verso di lei:

"Lucky! Sei vivo!" esclamò accarezzandolo

"Si era nascosto in una radura, per timore del buio penso; adesso è stato pulito e rifocillato, ed è ancora più agitato" disse una voce dolce e profonda alle sue spalle. Maria sorrise, e si voltò:

"Come potrò mai ringraziarvi, Bash?"

"Non serve, vostra grazia: la vostra gioia è il miglior compenso che si possa chiedere"

"Vi prego, chiamatemi Maria" arrossì lei

"Certo, Maria" sorrise. Gli piaceva avere il suo nome sulle labbra, e a lei piaceva il suono del suo nome pronunciato da lui. 

"Siete davvero gentile con me.... vorrei che non foste l'unico"

Bash vide un'ombra di tristezza scurirle il volto, e subito si preoccupò:

"Qualcosa non va?"

"No, non preoccupatevi, va tutto bene. E' solo che... non è facile scontrarsi con la realtà dopo tante aspettative differenti" tentò di sorridere forzatamente

"Ha a che  fare con mio fratello?"

Lei sospirò:

"Capisco benissimo che sia difficile per lui vedermi a corte e sentire gravare su di lui la responsabilità del regno di Francia; ma non capisco perché sia così arrogante nei miei confronti. Certo, sicuramente neanche io sono la migliore compagnia al mondo, ma dal punto che dovremo sposarmi ritengo che sia opportuno quantomeno essere amici, se non riusciamo ad amarci."

"Comprendo benissimo il vostro dilemma. Non corrucciatevi troppo per Francesco: in questo momento è preoccupato per il vostro soggiorno e per le pressioni esercitate da nostro padre. Tiene molto a queste terre, e vuole essere un buon marito per voi. Non lasciatevi ingannare dal suo atteggiamento austero, sono sicuro che non appena vi conoscerà appena un poco non riuscirete più a levarvelo di torno"

Questo fece ridere Maria. Bash sentì la sua risata risuonare dentro di lui, come l'acqua limpida di un ruscello zampillante; poi si sentì pugnalato al cuore, ricordandosi che lei non sarebbe mai potuta essere sua. Si ricompose, e si congedò da lei, lasciandola ai suoi pensieri.


Nel frattempo, Caterina era riuscita a scoprire di Colin grazie alle sue domestiche, ma non intendeva accusare Lola: decise di usarlo come mezzo per i suoi scopi, e lo fece chiamare nelle sue stanze. 

"Allora Colin" disse con voce autoritaria "Ho un compito per voi"

"Vostra maestà, sarò lieto di accontentarvi" rispose, un po' timoroso

"Devi drogare il vino della regina Maria" 


La sera fu indetto un ballo, facendo affluire nobili e cavalieri da ogni parte della Francia: c'erano giovani baldanzosi, ricche dame ingioiellate, servitori che andavano e venivano, vecchie signore che spettegolavano; re Enrico era seduto sul suo trono, mentre guardava con occhi bramosi le dame danzanti. Maria continuava a lanciare sguardi a Francesco, sperando che le chiedesse di ballare; ma lui sembrava ostinatamente immune ai suoi sguardi; cosa che non si poteva dire di Caterina. Maria sentiva i suoi occhi sprezzanti trapassarle la schiena in ogni istante, però non osava incrociare il suo sguardo.  

Poche ore dopo si trovò annoiata e svogliata, e decise di ritirarsi nelle sue stanze, lasciando le amiche a divertirsi. 

Si tolse i gioielli, si slegò i lunghi capelli neri, si tolse il trucco, e si infilò la veste da camera: era bianca, fatta di lino, sottile e molto carina. Si ritirò verso il letto, quando notò un bicchiere di vino appoggiato al comodino; non ricordava di averlo portato dalla  sala del trono, ma era talmente giù di morale che decise di berlo. D'un tratto, vide nel riflesso della bevanda una schiuma insolita; annusò, e si accorse che aveva un odore un po' particolare. Ne assaggiò un sorso, e poggiò immediatamente il bicchiere, tossendo. 

"Vino francese" sbottò irritata. Si accorse di essere presa da una forte stanchezza improvvisa, di avere la vista annebbiata, e decise di stendersi e chiudere gli occhi. In quel  momento, Colin entrò nelle stanze della regina di Scozia. 

Il coraggio di una scelta || MashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora