Capitolo 44: Siamo tranquilli.

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Siamo distesi sul letto, uno accanto all'altro. Io e Max.

Guardiamo il soffitto in silenzio. È stata detta l'ultima parola ed è stato raccontato fino all'ultimo dei chiarimenti. È stato chiaro:

Non ha mai smesso di pensarmi.

Dopo essere stato dimesso dall'ospedale, due anni fa, ha tentato di cercami ma il suo obiettivo era curarsi, principalmente per Thomas. Ma con i giorni ha elaborato la cosa, convincendosi che non eravamo fatti per stare insieme ma quando ha capito che non sarebbe mai andato a letto con Kenya, ha capito che il suo posto era qui. Era qui con me.

L'istinto sessuale, specialmente quello psicologico, non l'ha mai distratto. Poteva farsi chiunque, poteva volgere la relazione con Kenya, ma la sua testa voltava a me. Questo mi ha detto.

Ma solo quando mi ha visto con Jonah, tutto gli è parso chiaro. Il resto.. beh, il resto è tutta una serie di gelosia, ripicca, incomprensioni e frustrazione.

Come entrambi abbiamo sempre temuto.
Tra le lacrime mi ha detto: «Quando Clarissa ha confessato, ho provato un dolore immenso. Mi si è bloccato il cuore. Non per il gesto di essere a letto con un uomo che non sono io, ma perché sei mia e, anche se usciremo da questa stanza furiosi o litigando, Vanessa.. non c'è nulla che può farmi pensare il contrario. Anche se tra dieci anni tu ti sposerai con un altro uomo e sarai felice, io non smetterò mai di amarti.»

Lì, è stato il momento in cui ho ceduto: mi sono sdraiata in silenzio e lui accanto a me.

Un silenzio passivo ma intenso. Con la luce che piomba attorno a noi e le mani che si sfiorano.

Finché, con estremo coraggio, non ho ammesso: «Ti amo anche io.»

Eppure ne io ne lui sentiamo il bisogno di lanciarsi in questa relazione. Nessuno dei due ha guardato l'altro e ha detto: «Allora fidanziamoci.»

Questo perché lo sappiamo, sappiamo che se sarà.. sarà in modo pacato, pacifico e calmo.
Infondo ho solo ammesso una cosa chiara a tutti, e probabilmente per me è più un essermi liberata da un peso.

Perché, dopo tutte le confessioni appena estirpate e tutti i chiarimenti, non ho dichiarato a Max che ciò che mi ha mandato in pappa il cervello è stato il suo primo guardo rivolto a me dopo quei due anni di assenza.

Anche se con Jonah speravo fosse un punto da cui ricominciare, e ci credevo davvero all'inizio, ho sempre soppresso l'idea di tornare con Max.

Soppresso. Ecco la parola che più rappresenta il mio atteggiamento negli ultimi mesi.

Adesso, in questo silenzio atroce ma piacevole, sento la mano di Max afferrare la mia con estrema dolcezza. Non volge parola ma semplicemente sospira. Come se avesse liberato tutto ciò che gli ha fatto male fino ad adesso, come se avesse bisogno di sentirmi dire le due paroline magiche.

La cosa mi fa sorridere e non lo nascondo.

Dopo qualche istante ancora così, nel nostro silenzio che dice tutto, mi alzo per uscire fuori dato che sono arrivati tutti e non mi preoccupa uscire allo scoperto con Max.

Sistemo i capelli e lui si solleva i pantaloni pronto a presentarsi in salotto. Esco per prima ed Hardin è poggiato sul bancone con il cellulare in mano.

Mi guarda e si avvicina, come se fosse preoccupato nel non vedermi uscire dalla stanza. Si avvicina per salutarmi ed il suo volto cambia quando vede Max dietro di me.

Ci siamo. Farà una delle sue scenate.
Ma inaspettatamente, saluta amichevolmente Max e si accinge ad abbracciarmi, soffocando l'impulso irrefrenabile non solo di farmi più di cento domande ma anche di uccidere lui.

Max Level 2 || Arón PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora