Capitolo 40: Scarica.

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Durante tutto il tragitto ho pensato e ripensato al mio discorso per Jonah. Come iniziare, come rispondere e come concludere.

Ho cambiato le opzioni più di una volta, questo sì. Ma il concetto è quello: Omettere Max e chiudere perché sono confusa.

Una parte è sincera, l'altra un po' meno.
Il mal di pancia si fa sentire sempre di più o l'agitazione barcolla fra le mie vene.

Cammino verso il vialetto di casa di Jonah e sento sempre di più la pressione.

Però se c'è una cosa che so è che questa è la cosa giusta da fare. Prendo un ultimo respiro e vado per suonare alla porta s'ingresso.

Giocherello con le unghia delle mani in attesa che Jonah risponda. Quando la porta, finalmente si apre, eccolo qui: Tutto si può dire tranne che Jonah non sia un ragazzo attraente.

Ha il volto impietosito e timido. Tuttavia mi lascia entrare senza emettere parole scomode.
Lo seguo nel salotto circondati solo dal rumore dei nostri passi.

Quando svolto l'angolo trovo una cenetta imbandita per due. Lo guardo sorpresa ma lui sta guardando altrove.
«Ho pensato che magari volessi cenare.» Borbotta.

Senza rispondere, avanzo per sedermi, così lui fa lo stesso mostrando un po' di sollievo per il fatto che ho accettato l'invito.

Ha cucinato un ottimo filetto accompagnato con delle chips di verdure. Molto carino.

«Spero ti piaccia questo vino, l'ho aperto per te. È invecchiato da quasi trent'anni.» Dice un po' imbarazzato. «Se mio padre lo scopre..» Sorridendo a stento.

Non posso che accettare.
Cerca il mio consenso e, non appena arriva, lo versa in entrambi i bicchieri.

Vado per assaggiare la carne ed è subito un esplosione di sapore, davvero saporita. Specialmente accompagnato dal vino.

Lui tuttavia non mangia, così decido di saltare e prendere il discorso perché vederlo così mi sta massacrando e non vorrei farmi impietosire ancora.

«Jonah.» Lui mi guarda da dietro i suoi riccioli e mi rendo conto che ha gli occhi lucidi. Sospiro.
È proprio evidente. «Io..»

«Ieri ho trovato Max sul pianerottolo. Poco dopo il tuo arrivo.» Sobbalzo sul posto. Non ne sapevo niente. «Ti ha riportato il cellulare.»

Cazzo.

Afferra il suo bicchiere con l'acqua e, divaricando le gambe, beve senza guardarmi mentre io non ho più le parole.

«Ecco perché sei qui.» Dice, falsificando un sorriso.
«No, aspetta posso spiegarti.»
«In tutta la relazione, ho sentito uscire dalla tua bocca più questa frase che un "Jonah io voglio te."»

Mi spiazza ancora.
Lui rimane in silenzio. Sento pizzicare la gola così decido di bere ancora un po' di quel vino anche per smorzare la tensione. Ho bisogno di sciogliermi ed essere forte.

Non coinvolgere Max.

«Max non c'entra.» Lui sbuffa. «So che non mi credi ma se sono qui non è per parlare di lui. Sono io il problema.»

«Sei un ragazzo fantastico ma sono io il problema.» Bofonchia. «Sii più originale.» Riscatta lui.

La gola pizzica più forte e non so il motivo.
Mi giro verso la tavola e mi rendo conto che io non ho acqua da bere, ma presa da momento decido di bere ancora il vino che brucia ancora un pò. Bruciano anche gli occhi.

«Cos'ha lui che io non ho?» Domanda.
Adesso vorrei un po' di quell'acqua onestamente, perché mi sento davvero molto debole. Penso che la situazione mi stia sfuggendo di mano. Ho molta sete ed ho bisogno di fare respiri profondi.

Max Level 2 || Arón PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora