Capitolo 11: Non mi sta bene.

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MAX

Sono in macchina da ore ormai, forse quattro o forse tre, non ricordo. Ho sfrecciato da Portland per andare a questa festa in confraternita con i miei amici. Nella mia testa mi ronza l'idea di volermi divertire con Kyle e gli altri ma l'atroce verità è che se becco di nuovo Jonah, io lo devo picchiare.

Che ci fa uno come lui con loro?
Lui sempre circondato da quei quattro figli di papà fissati col tennis e quelle cose stronze che fa.

E poi, perché proprio Vanessa?
Non è il suo genere di ragazza.
Lui non conosce lei e viceversa.

Potrei fare come ha detto Kyle, cioè di farmi gli affari miei e continuare la mia vita ma non concepisco questa cosa. Proprio non riesco.
Non mi fido ne tanto meno mi piace l'idea che possa prenderla in giro.

Mi snerva pensare che a distanza di anni, quella donna sia capace d'incasinarmi sempre. È una peste e si caccia sempre nei guai. Non a caso lei è la piccola peste del gruppo.

Forse sbaglio ad agire così, ma devo fare qualcosa.
Devo parlare chiaro con lui e assicurarmi che sia sincero e solo mettendolo alle strette, posso farlo.

Poser mi ha detto che si sentono già da un po' ed escono anche insieme. Sono felice che lei sia andata avanti, ma non mi sta bene che sia proprio lui.
Credo.

Finalmente giungo alla confraternita.
Parcheggio l'auto e mi avvio.
Subito il mio nome viene acclamato da tutti, quindi perdo tempo a salutare ma non tarda a girare la voce della mia presenza, tanto che vedo correre verso di me i miei Kyle e Poser.

Ci abbracciamo e subito partono le loro domande, mentre mi strattonano a destra e manca.
«Che ci fai qui?»
«Perché non me l'hai detto?»

Guardo Kyle, ignoro le domande e chiedo se posso restare a dormire da loro stanotte, rivolgendomi anche a Poser.
Non mi va di rifare quattro ore di strada.

Loro acconsentono subito e parte la domanda di Kyle:
«Dove hai lasciato Kenya?»
Io sorrido e rispondo, un po' impegnato a guardarmi intorno.
«A casa, era stanca.»
«Stancata da Wheeler, vero?» Urla malizioso Poser, buttandomi varie pacche sulle spalle.

Rido facendomi strada con loro all'interno, omettendo la mia risposta. Sto con Kenya forse da qualche mese ma chi glielo spiega a questi due che non lo abbiamo ancora fatto?

Obiettivamente Kenya è una ragazza fantastica, bellissima e simpatica, ma ogni volta che sento di spingermi tanto con lei, diventa strano. È come se il mio cervello si annullasse all'idea e mi provocasse un senso di disagio. Ma la verità è che una piccola parte di me non si è ancora staccato da quella testolina nera e quegli occhi smeraldo. Ho bisogno di dissociarmi da lei completamente per cominciare e partire in quinta con Kenya.

Ecco perché sono qui, voglio assicurarmi e capire se magari tutta questa storia con mio cugino sia effettivamente fattibile per farmene una ragione.

Entriamo e, come al solito, la festa va sempre alla grande. Vedo con la coda dell'occhio Aaron e Priya che ballano ma non vedo Vanessa.

Ogni volta che sono qui, penso che potrei passare questo tempo speso qui, altrove. Tipo con Thomas.
Lui mi manca ogni istante della mia vita e credo che domani passerò da lui, sperando che Vanessa non mi butti di nuovo giù, respirandomi anche solo accanto.

Kyle mi porge un bicchiere di alcol ed io, incurante di ciò che mi sta praticamente dicendo a forza di urla per via della musica alta, mi rendo conto che si sta guardando in giro anche lui, per poi guardare me con un volto confuso.

Si avvicina a me e mormora al mio orecchio:
«Se la stai cercando è fuori con lui.»
La bevanda mi va quasi di traverso.
Ricambio lo sguardo, tentando di fare l'indifferente e fingendo smarrimento dalla sua affermazione.

Max Level 2 || Arón PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora