Capitolo 28: Ti facevo migliore.

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Tra un gemito e l'altro, le lenzuola completamente sfatte, le vetrate appannate dal calore ed il suo corpo sul mio, completiamo un altro rapporto sessuale.

Si butta accanto a me, afferrando la mia mano e portandola sul suo petto.
«Ti ho già detto che mi sei mancata?» Domanda lui, sghignazzando.

«Si ma ora devi andare, prima che arrivi qualcuno.» Ordino, balzando a sedere per riprendere i miei vestiti sparsi ovunque. Avevo detto a Max di venire da me per non ripetere mai più il gesto di ieri alla festa in confraternita, e abbiamo finito per ripeterlo dentro la mia stanza.

Mi giro mentre allaccio il reggiseno. Lui mi guarda sdraiato sul letto, braccia aperte e sorriso soddisfatto.
«Sono estasiato. Non posso muovermi.» Dice ironico, sorridendo sempre di più.

Gli do una pacca sulla gamba ordinandogli di alzarsi subito. Non appena lui si alza, sento la porta d'ingresso chiudersi. Sgrano lo sguardo e lo fisso.
Spero di aver sentito bene ma una domanda mi ronza in testa: «Perché non stai andando a chiudere la porta della tua stanza?»

Mi giro di corsa e prima che possa anche solo pensare di toccare la maniglia, la porta si spalanca.
«Svegliati tesoro!!! È sabato!!» Urla agguerrita Priya con dietro Aaron, che si para subito gli occhi.

Chiude di scatto la porta non appena mi vede in intimo. Restiamo tutti completamente in silenzio. Finché lei riapre la porta ed insieme guardano fissi su Max, intanto seduto sul letto assolutamente arreso.

«Non ci credo.» Bisbiglia Aaron.
Priya mi guarda male, incrociando le braccia.
Max si alza e mi copre con il lenzuolo, senza proferire parola.

Anzi devo dire che mi ha lasciato anche troppo a lungo in intimo davanti ad un altro ragazzo.
«Posso spiegare.» Dico, cercando lo sguardo di Priya.

Aaron scoppia a ridere.
«Cazzo, siete proprio Max e Vanessa. Appena lo saprà Poser...» Lo blocco subito.
«No no! Poser non deve saperlo, non deve saperlo nessuno. Perché tra me e lui non c'è niente. Cioè.. era un addio.» Dico, arrampicandomi su degli specchi più grandi del mio appartamento.

Priya fa una faccia sconvolta e Aaron non riesce a trattenere le risate.
«Certo come no.» Afferma. Priya lo guarda male e lui cerca di soffocare le risate con dei finti sobbalzi di tosse. Poi decide di defilare via, lasciandoci di sasso.

La seguo.
Sarà furiosa.

«Priya.. Pri, lascia che ti spieghi.»
Arrivate nel bel mezzo del salotto finalmente si decide a girarsi. È furiosa come non mai.
Incrocia di nuovo le braccia, battendo il piede sul pavimento.

«Sei seria, Vanessa? Max? Davvero?» Alzando sempre di più il tono di voce. Cerco di parlare ma lei m'interrompe, muovendo le mani in segno di frustrazione. «Risparmiami la cazzata dell'ultimo saluto perché sei stata in "lutto" per due anni perché quel ragazzo ti aveva lasciato. E nel giro di qualche mese già sei a letto con lui? Sei anche fidanzata con Jonah!» Mi rimprovera come se fosse mia madre ed io avessi preso un brutto voto a scuola.

Io rimango in silenzio. Solo perché lo so.
Ha ragione.
Non posso controbattere.

Ma come spiego a Priya che su di me Max ha un effetto diverso dal resto del mondo. Non sarà mai sempre ma stessa storia con lui, saranno sempre sensazioni nuove. Se mi avessero detto qualche mese fa che sarebbe finita così tra di noi, oggi, mi sarei messa a ridere. O a piangere, non lo so.

«Ti facevo migliore.» Conclude Priya.
Mi guarda fisso negli occhi, come io guardo lei.
Mi ha stroncata con una frase e non c'è niente che possa fare per spiegarmi.

Sto sbagliando. Sbaglio dall'inizio.
Non avrei dovuto avvicinarmi a Max.
E forse nemmeno a Jonah, visto la poca sicurezza che ho.

Aaron mi sorpassa e va verso Priya, che intanto ha deciso di uscire di casa.

Mi poggio sul divano e porto indietro i capelli.
Sono così stanca di combinare sempre casini.
Sono stanca e basta.

Non so come riparare al danno, probabilmente dovrei fare finta che non sia mai accaduto.
Mentre ci penso, la causa arriva in salotto, ad un passo da me.

«Mi dispiace, piccola.» Dice, cercando di avvicinare la sua mano a me. Io mi scanso poco prima che possa toccarmi. Rimaniamo in silenzio per un po' finché lui, dopo aver sbuffato una risatina, chiede:
«Davvero? Hai deciso così? Solo perché la tua amichetta non ti capisce? Perché Priya non ha capito niente di me e te.» Enuncia a gran voce.

«Nemmeno io ho capito qualcosa di me e te. Ne mai lo capirò.» Farfuglio. Ma lui lo capisce ugualmente.
«Vanessa.. Ieri ti ho chiesto se fossi sicura e oggi pomeriggio mi hai chiamato per chiudere la questione ed hai visto che non ne siamo per niente capaci. Perché tirarci ancora indietro. Contiamo io e tu, non gli altri.» Pronuncia, cercando il mio sguardo.

Scatto subito in attenzione e rispondo in tono acido:
«Non gli altri? "Gli altri" di cui parli, sono la mia famiglia. Mi è stata vicino mentre tu ti rifacevi la tua vita a Portland. Mentre tu-»
«Mentre io che cosa, Vanessa? Mentre io ero ricoverato in una clinica per tossicodipendenti mentre ogni mattina pregavo che non mi portassero via Thomas? Dove non ho fatto altro che pensare a mio figlio? Avrò anche cercato di dimenticarti per rifarmi una vita, ma guarda dove sono finito. Ci sono dentro tanto quanto te! Solo che io ho affrontato tutto da solo.» Urla.

«Non è questo il punto adesso..» Cerco di calmarmi prima di finire veramente la litigata.
«No Vanessa, non c'è mai questo punto di cui parli. Cerchi sempre delle scuse stupide per allontanarmi da te. Ma la verità è una: Tu non sai cosa vuoi.» Dice, furioso.

Rimango in silenzio.
Io vorrei stare con Max, ma in modi ben che differenti da questo. Non è giusto che ogni volta finiamo così. Adesso più del resto.
Non so più come controllare la situazione.

E lui non mi aiuta, soprattutto andandosene via come sta facendo adesso.

Non so più cosa fare, ne con chi parlarne.
Bè, in realtà si, ma non so se sia una buona idea parlarne con lui.

——

JONAH

«E così vi siete fidanzati, eh?» Domanda entusiasta mio fratello Charlie, poggiandoci un bicchiere di the freddo di fronte.

Mia sorella di stringe nella pelle, mentre io rispondo apertamente. La differenza tra me e mia sorella è che so anche come poter mentire senza sentirmi in colpa come lei. Charlie sorride ed io ricambio, soffocando le labbra nel mio the.

Improvvisamente il telefono squilla e noto essere Paul. Mi allontano lasciando Charlie e Clarissa da soli, sperando che Clarissa non sputi il rospo.

Rispondo alla chiamata, sentendo dei fruscii , come se fosse in macchina.
«Pronto?» Domando.
«Avevi ragione.» Pronuncia lui.

Il cuore mi sale in gola. Non dirmelo.

«L'ho appena visto uscire da casa sua.»

Si riferisce a Max e Vanessa.
Quando ho detto a Paul di controllarli, non pensavo di ricevere davvero notizie. Pensavo che Vanessa non mi avrebbe mai creato questi problemi. Sembra così perfetta ma in realtà è come tutte le buttanelle che ci sono in giro.

«Direi che adesso se lo merita il doppio, vero Jonah?» Domanda sghignazzando Paul.
Gli chiudo il telefono in faccia.

Certo che si merita quello che si merita, ma io iniziavo a fidarmi di lei. Una piccola parte di me pensava fosse diversa dalle altre. Invece ho riposto fiducia nella persona sbagliata.

Appena tornerò organizzerò subito "la festa" e approfitterò di questa bella situazione romantica attuale tra Max e Vanessa per farlo soffrire di più, scopandomela con o senza il suo consenso.

Devo togliermela dalle palle prima che mi faccia arrabbiare sul serio.

Svolto l'angolo per tornare in cucina, fingo un sorriso ma, alzando la testa, trovo Clarissa in lacrime e mio fratello che mi guarda furioso.

«Jonah, cosa cazzo stai combinando?» Domanda alzando il tono della voce ad ogni parola.

Cazzo, Clarissa ha parlato.
Non è per niente la mia giornata.

Max Level 2 || Arón PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora