Capitolo 39: Pensarci e ripensarci.

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JONAH

Lascio la macchina sul vialetto e mi precipito dentro casa.

Non posso credere che stia succedendo davvero.
Quella era l'espressione e la voce di una ragazza che sta per dirti "Meglio restare amici".

Ci è riuscito.
Quel figlio di puttana è riuscito a portarmela via.

È normale.
Ieri non può essere solo un caso che fosse lì quando è tornata anche Vanessa.

Sono così incazzato che..
Afferro il centro tavola di vetro e lo lancio al suolo.
BRUTTO BASTARDO.

Il telefono squilla ed è Paul.
«Pronto?» Rispondo affaticato.
«Tutto bene, amico?» Domanda intimorito.

Mi siedo sul divano in preda ad una crisi.
«La sto perdendo.» Dico.
Ammetto a me stesso e sono pronto ad ammettere al mondo quanto io tenga a Vanessa.

Quanto questo ridicolo piano mi si sia ritorto contro.
Ma anche quanto io sia stato un idiota a provare di far funzionare le cose. Non avrei dovuto fidarmi.
Avrei dovuto bloccare le cose al primo accenno di Max.

«Ma chi? La tipa?» Chiede confuso Paul.
«Si, la tipa.» Dico spazientito. «La mia.»
Lui ride al telefono e questa cosa mi fa incazzare ancora di più.

«Non ti sarai innamorato di quella poveraccia.» Enuncia. Io non rispondo.
«Jonah, cazzo. Svegliati. Possibilmente tuo cugino se l'è anche scopata perciò che cosa t'incazzi per una troia del genere? Non hai bisogno di una così. Piuttosto rovinali se allora ti hanno fatto del male. Ricambia con la stessa moneta.» Dichiara.

«Si, adesso mi scopo una a caso così do a Vanessa la possibilità di lasciarmi più facilmente. E poi chi dovrei scoparmi?» Dico ironico.

«Jonah.» Lo sento sghignazzare. «Tu devi scoparti Vanessa.»

«Come faccio a scoparmi Vanessa se vuole lasciarmi?» Dico furioso.
Alle volte è così stupido.
«Magari te la scopi in un momento in cui lei è distratta. Non so se mi spiego.»

Mi alzo di scatto dal divano.
«Che intendi?»
«Magari potresti far sì che Vanessa sia con la testa altrove, e poi, dopo che te la sei fatta, fai in modo che Max lo scopra ed il gioco è fatto. Anzi, magari poi esce fuori che sei tu che lasci lei.»

«Drogarla?..»
Voglio davvero fare questo a Vanessa?

«Non esiste.»
Mi giro di scatto e trovo Clarissa in lacrime, sull'uscio della porta.
«Ti richiamo.» Stacco velocemente la chiamata e guardo mia sorella.

«Sei impazzito? Vuoi drogare Vanessa? È illegale.» Dice, cercando di mantenere il controllo.
«Fatti i cazzi tuoi.» Rispondo.
«Non te lo permetterò.» Controbatte incazzata.
«Fatti i cazzi tuoi.. se tieni alla tua relazione con Poser.» Dico.

Lei ha un sussulto.
«Non m'importa. Non arriverai a fare una cosa del genere. Anche se questo comporta portarmi via Poser.» Non può essere seria. Lei tiene davvero a quello sfigato.

«Lo dico per te.» E ricomincia a piangere.
«Senti. Vanessa vuole lasciarmi, sicuramente per Max. Non starò con le mani in mano. Completerò ciò per cui mi ritrovo adesso qui. Max soffrirà, Vanessa la pagherà e fingerò che tu non abbia mai iniziato questa storia con Poser per appoggiarmi. Ok?»

Lei sgrana lo sguardo.
«Lo sai che se parlo puoi dire addio al tuo ragazzo tatuato. Ma sai anche che se non dico niente, tu ne uscirai pulita come un lenzuolo bianco appena lavato. Candita e sincera come poche. Carino, no?» Dico, esponendo un falso sorriso.

«Si ma guarda come ti sei ridotto, Jonah. Tutto questo ti sta facendo male. Tu tieni a Vanessa, se no non staresti così. Ma non sarebbe più facile, se proprio perché tieni a lei, se evitassi di farle del male?»

«Oh senti..» Lei m'interrompe.
«È stupro, cazzo.»
«Non esagerare. Le farò credere di essere stata lei a saltarmi addosso. Può capitare.» Dico.

Anche se la parola che ha appena usato Clarissa, non mi è piaciuta. Non ritengo che sia uno stupro.
Infondo io e lei stiamo insieme.

«Sei malato.» Enuncia Clarissa. «Ci rovinerai tutti.» Asciugandosi le lacrime.

Rimango in silenzio.
«Sono serio quando dico che ti terrò fuori da questa situazione. Così Poser non t'incolperà di nulla. Ricomincerai da lui. Io andrò via. Non starò qui con Vanessa in giro. Sono stanco di questa gente ma se a te sta bene, ti lascerò con loro. Non ti nominerò mai. Non dirò che sapevi tutte queste cose. Dammi il tempo di pugnalare Max e poi sparirò dalla vostra vista.» Affermo, con un nodo alla gola.

Lei abbassa lo sguardo sconfitta.
«Non c'è un briciolo di affetto per me dentro di te?» Dice con gli occhi gonfi dalle lacrime.

«L'idea di andare via da qui e lasciarti sarà la cosa che mi farà soffrire di più. Perché se c'è una cosa che ho capito è che di me, importa solo a te.»

Lei scuote la testa, negando.
Io mi avvicino per abbracciarla.
Lei è un po' trattenuta.
Un po' fredda.
Un po' così.

Le do un bacio sulla fronte e mi appresto a salire le scale per andare in camera mia.

«Jonah.» Pronuncia lei.
Mi giro ma lei sta guardando altrove.
«Se pensi di fare questa cosa stasera.. usa queste ultime ore.. per ripensarci.»

Mi rigiro per continuare verso la mia stanza.
Clarissa non sa che non farò altro che pensarci e ripensarci.

Max Level 2 || Arón PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora