Capitolo 32

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Lui era lì, seduto sul palazzo sul quale lo avevo abbracciato la prima volta, dove ci siamo parlati e dove ho scoperto chi fosse. Stava ammirando la vista dall'alto di quella particolare cittadina nella quale era cresciuto, dove aveva visto morire persone e nascere amicizie. Lo osservai attentamente per un po', quando mi accorsi di un oggetto che pendeva dalle sue dita: una collana.

Non potei fare a meno di impicciarmi in ciò che non mi riguardava continuando a scrutarlo, stando attenta che quello sguardo non facesse troppo rumore. Stavo per andarmene ormai arresa quando un singhiozzo strozzato uscì dalla sua bocca.

La mia curiosità prese il sopravvento, e perciò decisi di nascondermi avvicinandomi più a lui.
Per quanto fosse orribile ammetterlo, sapevo che mi mancava come l'aria, perché solo lui mi permetteva di respirare, lui era il mio ossigeno.

Passai lì qualche altro secondo prima di scorgere, grazie alla pallida luce della luna, una goccia di tristezza che sporcava il suo viso. Lui non la spazzó via come avrebbe fatto in altri momenti. Ora poteva mostrarsi vulnerabile, poteva togliersi di nuovo la maschera che teneva difronte a tutti, a tutti tranne che a me.

Spostai nuovamente l'attenzione sulla collana, che continuava a rigirarsi tra le dita. Ci misi un po'a capire che non era altro che la mia collana. La catenina con una Triscele alla quale ero molto legata.

Se non fosse stato Derek a tenerla, probabilmente avrei spaccato la faccia al ladro di turno, ma con lui no. Una sorta di calore si irradiò nella mia cassa toracica, espandendosi nel mio corpo.
Stava pensando a me.
Non mi aveva già dimenticato.
Anche lui stava male.

Altri dubbi appannarono subito quei pensieri tanto dolci quanto malinconici: "Se sta male anche lui, perché mi ha lasciata?" "Ho fatto qualcosa di sbagliato e se la sta prendendo con me?" "Mi ama ancora?"

Quando sentii che il mio cuore non cessava di battere velocemente scappai, per non essere scoperta mentre spiavo il mio ex ragazzo.

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Ora ero a casa, sul divano precisamente. Dato l'inconveniente la mia idea di non vederlo era andata a farsi benedire con tutti i propositi di dimenticarlo. Come al solito in quei momenti di solitudine e di estraneamento dalla specie umana, mi rifugiai nella musica. Presi la mia amata chitarra e iniziai a suonare qualche accordo a caso, cercando di comporre qualcosa che mi avrebbe sfogata.

Ebbi un'illuminazione: chiamare Theo.
Dal giorno della fuga dagli Smith non ci eravamo visti, e lui era l'unico che poteva farmi dimenticare di ciò che stavo passando. Me ne frego dell'orario a dir poco assurdo e composi il suo numero.
Uno squillo. Due squilli.

T:Pronto?

A:Ehi Theo, sono Ambar... Vorresti venire a stare un po'con me?

T: Arrivo

Ero felice di avere dei compagni così disponibili. Presi un po'di caramelle e lo aspettai.

Black - Teen Wolf {Derek Hale} -SOSPESA-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora