Capitolo 39

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       Ambar's POV  

Tutto andò per il meglio, almeno fino a metà serata...

Scesa dal palco insieme alla band improvvisata, venimmo sommersi da ragazzi di ogni sesso ed età, che speravano in qualche appuntamento. Dovevo ammettere che se per quella sera avessi voluto divertirmi con qualcuno ne avrei avuto l'occasione, ma quando incrociai per sbaglio quei maledettissimi occhi verdi il mio cuore perse un battito, e mi affrettai ad uscire da questa situazione.

Raggiunsi con un po' di difficoltà Theo e le mie amiche all'angolo bar. Parlammo molto ma continuavo a non divertirmi come dovevo... certo, arrivava sempre la risata quando Allison o Lydia si facevano scappare qualche commento fuori luogo o esageratamente pervertito guidate dall'effetto dell'alcool, ma niente di più. Questo la chimera sembrò notarlo, perciò mi offrì da bere, anche se sarei continuata a rimanere sobria. Le luci colorate e sflashanti non mi fecero neanche riconoscere cosa mi avevano servito che lo ingoiai tutto d'un fiato, sentendo un leggero pizzicorio alla gola. Controllai l'orario: 10:30  -E' presto- pensai.

La forte musica ormai mi aveva intontita abbastanza da avermi fatto bere almeno altri tre bicchierini di quella bevanda sconosciuta ma al contempo ottima, e anche se impossibile, iniziai a non stare molto bene. Tutto intorno a me si faceva offuscato, mi girava la testa e avevo un orribile sensazione alla bocca dello stomaco. Mi guardai intorno nella speranza di trovare qualche creatura sovrannaturale nella mia stessa situazione, ma purtroppo coì non fu. Con passi incerti mi allontanai dalla sala e uscii all'aria aperta credendo che l'effetto migliorasse, ma ogni istante che passava esso si rafforzava. 

Quello che a me sembrava all'inizio solo un brutto senso di smarrimento, diventò qualcosa di più concreto. Mi appoggiai con forza alla parete esterna del locale con la fronte imperlata di sudore, e inspirai profondamente. Ora il mio leggero mal di testa si era tramutato in una forte emicrania, tanto da farmi scivolare lentamente lungo la superficie dietro di me. Tirai fuori il cellulare e scrissi ad Isaac: - Mi sto annoiando... torniamo a casa?-   Come al solito il mio piano si concentrava sul fatto che gli altri non avessero dovuto sapere cosa mi stesse succedendo, e perciò cercai di sembrare il più normale possibile. -Scusa gattina, ma sono a malapena le 11... ti accompagna Derek a casa, noi rimaniamo un altro po' qui-

Feci un verso di disapprovazione come una bambina piccola, ma proprio quando mi stavo per riabbandonare alla mia lenta agonia, un Derek Hale mi si avvicinò facendomi segno di seguirlo. Mi asciugai la fronte, e facendo finta di niente, ripresi a camminare.

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Ognuno era nella propria camera da meno di mezz'ora e le pene dell'inferno continuavano, facendomi contorcere nel letto. La cosa più difficile fu rimanere in silenzio trattenendo i singhiozzi e i lamenti per non far sentire niente al lupo nella camera affianco. Non credo di essere stata male come quella sera... il dolore mi stava macerando dall'interno. La sensazione che continuava a comprimermi la testa sembrava allievarsi quando dei crampi allo stomaco mi fecero sussultare. Un senso di nausea mi riempì la pancia, e senza convenevoli mi precipitai disperatamente in bagno sbattendo la porta dietro di me.

Narratore esterno

Derek sapeva che c'era qualcosa che non andava in quella casa, ma non riusciva a capacitarsi di che cosa... Magari qualcuno li stava spiando, o c'era un ladro nella loro casa, o... I suoi contorti pensieri vennero interrotti da una porta che sbatteva portandosi dietro un tonfo degno di nome. Si alzò subito, ma quando udì il rumore inconfondibile di una chiave nella serratura capì che era Ambar a provocare questo trambusto e che pertanto non avrebbe potuto fare niente.

La ragazza, invece, dal l'altro lato di quel pezzo di legno , stava vomitando anche l'anima; all'inizio solo per stimolo naturale, ma alla fine infilandosi le dita in gola nella speranza di far passare quell'orribile sensazione. Solo quando dalla sua bocca non uscì più niente si rese conto di aver esagerato. Velocemente tirò lo sciacquone, aprì la finestra e si posizionò davanti allo specchio. Si lavò le mani e guardò di sfuggita la sua immagine nello specchio. Il tempo ad osservarsi fu poco per rendersi realmente conto delle sue orribili condizioni, ma abbastanza da notare le sue profonde e nere occhiaie accentuate dal trucco sbavato. 

Si sfilò velocemente la parte di sopra dell'outfit della serata rimanendo in reggiseno, sentendosi d'un tratto soffocata, e poi si lasciò andare ai singhiozzi e al panico, preoccupando notevolmente il licantropo che si limitava ancora a rimanere nella sua parte di appartamento. Il dolore nel frattempo aumentava a dismisura e lei avrebbe solo voluto urlare per scacciare via tutti i demoni che stavano affollando il suo corpo. Ora anche in quel bagno abbastanza spazioso le mancava l'aria. Aprì la porta e ci si appoggiò sopra scivolando fino a sedersi per terra, sul parquet del corridoio. Avrebbe voluto fare silenzio, ma ormai affranta si lasciò ad un pianto liberatorio. 

Derek, ormai troppo partecipe per fare finta di niente, si precipitò dalla ragazza, che le sembrava nella peggiore condizione avesse potuto mai vederla. Si contorceva dal dolore, piangendo disperata e quasi annegando nei suoi stessi respiri. Il suo cuore stava letteralmente uccidendo le povere orecchie del licantropo e i suoi occhi rossi dal pianto gli spezzarono il cuore. Mentre si avvicinava lentamente, per paura di fare la cosa sbagliata, la osservò, notando che fosse solo in reggiseno, cosa che in un altro contesto lo avrebbe fatto impazzire, ma ora prese tutto il suo autocontrollo e si accovacciò a ciò che era rimasto della sua amata pantera. 

Incerto sul da farsi avvicinò la sua mano alla fronte di Ambar, come aveva visto fare da Lydia quando Stiles si ammalava, e  notando che oltre ad essere sudata era anche estremamente bollente si precipitò al piano terra prendendo una pezza per poi rifugiarsi nel bagno di quel piano. Bagnò di acqua fresca il pezzo di cotone e si rifornì di una qualche medicina trovata nel cassetto, sperando con tutto se stesso che fosse adatta.  Fece di corsa le scale e raggiunse l'amica che non aveva abbandonato la sua posizione.  Le mise il panno sulla fronte e le diede la compressa. Poi si sedette di fianco a lei e con quasi paura di romperla la posizionò tra le sue gambe e la appoggiò sul suo petto. La maglietta del moro iniziò a bagnarsi di lacrime amare, ma lui non ci diede molta attenzione , e iniziò ad accarezzare i capelli a quella creatura che intanto stava provando infinite sofferenze.  Poi le diede un bacio delicato sulla cicatrice che stava iniziando ad amare e le sussurrò: -Shh, va tutto bene, ci sono io con te-

-angolo autrice--
Ecco il tanto sudato capitolo di ben 1120 paroleeee.
È molto importante nella storia e spero vivamente che vi piaccia dato che è fonte di 1h di lavoro. Un bacio

Franci 🐺🤍












Black - Teen Wolf {Derek Hale} -SOSPESA-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora