Ambar Argent, dopo molti anni torna a Beacon Hills trasportata dal vento, dove incontrerà sua cugina Allison e riprenderà una vita normale. Lei, fredda , ironica e astuta conoscerà Scott e il branco, ma quando incontrerà il tenebroso derek? Cosa suc...
Io e Theo eravamo seduti sul marciapiede aspettando i nostri amici. Il silenzio regnava sovrano, e se lui sembrava solo rilassato, io ero persa nei miei pensieri. D'un tratto tutta la felicità incanalata dal pensiero di una bella vacanza con gli amici, venne rimpiazzato da quello di un senso di colpa sopprimente per averlo invitato. Come al solito mi pentivo delle mie scelte. Sicuramente, però, se non ci fosse stato sarei stata male comunque e lo avrei voluto a fianco a me... Insomma, avrei comunque sbagliato.
Un suono improvviso mi tirò fuori da questi pensieri contorti, riallacciandomi alla realtà. Mi trovai davanti agli occhi un enorme furgone nero dai vetri oscurati, sicuramente il genere di Derek. Mi avevano detto che avrebbero usato un mezzo leggermente più adatto alle nostre esigenze, ma non pensavo così tanto! Finalmente due finestrini si abbassarono rivelando le postazioni fissate per quel viaggio. Stiles era seduto dietro con Lydia, Allison, Scott e Isaac, invece il mio ormai ex ragazzo al posto del conducente. Insieme ai miei amici si trovavano posizionate le loro valigie, delle quali si poteva riconoscere a prima vista quella della mia amica rossa, completamente ricoperta da brillantini.
Stavo per entrare nell'abitacolo quando con abile mossa Theo mi superò andandosi a posizionare nell'ultimo posto vicino al biondo cenere. Dallo sguardo che si lanciarono le mie amiche, e dall'occhiolino ricevuto dalla biondo fragola, capii che era tutto maledettamente calcolato. Sbuffai sonoramente facendo sorridere le coppie e con passi forse troppo pesanti per la mia esile figura, arrivai alla postazione davanti.
Il ragazzo al mio fianco non ebbe il coraggio di guardarmi, e forse fu meglio così; forse non avrei retto a quegli occhi profondi che scavavano ogni volta solchi nella mia anima. Quando fu tutto pronto, misi le cuffie alle orecchie e il veicolo partì.
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Avete presente il classico viaggio con gli amici dove la musica vi porta a cantare a squarciagola e a ridere fino al mal di pancia? Bene, eliminate questa visione dalla vostra mente. Eravamo in viaggio da 45 minuti buoni, e nessuno aveva ancora aperto bocca, tranne che per qualche effusione amorosa al proprio amato o qualche lamento di fame. Io continuavo a scorrere nella playlist, coscienziosa del fatto che qualunque lupo mannaro un quel pulmino avrebbe potuto condividere con me quella melodia. Io e lui continuavamo a scrutarci silenziosamente e in segreto, ma era corretto così.
Questa realtà venne interrotta bruscamente dalla melodiosa voce di mia cugina, ma che in quel preciso momento stonava terribilmente con il contesto. "Ambar, hai portato la chitarra?" In quel momento maledissi la custodia così grande e ingombrante del mio strumento e feci finta di non sentire. Poco dopo il mio compagno di postazione richiamò la mia attenzione toccandomi il braccio. Inutile dirmi che da quel punto una marea di scosse si irradiarono nel mio corpo, e mi pervalse una sensazione di piacere.
Mi girai velocemente verso di lui, che senza guardarmi negli occhi, ma attento alla strada, mi vece segno di prestare attenzione alle persone dietro di noi. Io, ancora sbigottita, mi voltai per poi ritrovarmi letteralmente davanti alla faccia la cassa di legno della chitarra. "Cosa dovrei farci io con questa?" Chiesi curiosa. "Suonaci qualcosa, dai! Non fare la pantera musona" mi rispose Stiles. Mi abbandonai al mio destino e impugnai il.cordofono con estrema delicatezza e mi risistemai al mio posto. Intanto non mi ero accorta che fossimo rimasti imbottigliati nel traffico e che perciò tutti gli occhi erano puntati su di me, o almeno su quello che si poteva vedere.
Non scelsi subito cosa suonare, sapevo di avere un pubblico non troppo pretenzioso, ma mi decisi su una canzone orecchiabile ma densa di significato, soprattutto verso Derek. Accordai lentamente lo strumento e iniziai a cantare le dolci parole di "Say You Won't Let Go" di James Arthur.
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-angolo autrice-- Finalmente ho scrittoo!!! Che ne dite? Come vi immaginate il continuo di questo viaggio? Io sono pienamente d'accordo con il piano della nostra amata fangirl Lydia ahahah, voi? Fatemi sapere
