6. Louis Tomlinson

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Night Changes series

"Dai, Lou, almeno dimmi quanto manca" sospiro arrancando un po'

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"Dai, Lou, almeno dimmi quanto manca" sospiro arrancando un po'. "Mi stai inquietando"

"Non ti preoccupare, ci siamo quasi. Non ti sto rapendo, tranquilla" ride. "Attenta, c'è uno scalino" mi avvisa.

"Stiamo camminando da un quarto d'ora, dopo le prime due strade ho perso il senso dell'orientamento"

"Ferma, il semaforo è rosso" si blocca. Le sue mani non lasciano un momento i miei occhi. "Okay, andiamo" riprende a camminare.

"Quando mi hai detto «ho una sorpresa per te» di certo non mi aspettavo che mi facessi fare un giro di Londra al buio"

"Fidati, è una bella sorpresa" non mi dice altro e, quando finalmente si ferma, sono sollevata. "Tieni gli occhi chiusi, d'accordo? Non sbirciare eh"

"Va bene" sbuffo, incrociando le braccia al petto. Non so davvero che cosa aspettarmi.

"Okay, adesso... Aprili!" Esclama e l'entusiasmo è palpabile nella sua voce. Lentamente apro gli occhi, che ci mettono un po' per abituarsi alla luce del sole.

"Devi tenermi perché penso di star per svenire" il mio sguardo passa da lui, alla macchina azzurra. Trattengo il fiato, la mano poggiata sul mio cuore.
È una Chevrolet degli anni 50, bella da impazzire.
"Tu sei un matto e mi vuoi morta"

"Ora dimmi che non ne è valsa la pena" il suo sorriso è così grande e smagliante che non riesco a fare a meno di abbracciarlo.

"Io sono innamorata" lo guardo negli occhi, poi capisco quanto è ambiguo ciò che ho appena detto. "Della macchina, intendevo che sono innamorata della macchina" e di te.

"Certo, certo" Lou ridacchia, ma le sue guance si tingono leggermente di rosso. "Quindi cosa vuoi fare, rimanere a guardare o ci facciamo un giretto?"

"Ma che domande fai?" Lo guardo ovvia, salendo dal lato del passeggero. I sedili bianchi di pelle, oltre che essere belli sono anche terribilmente comodi.

"Che fai, non guidi tu?" Chiede, lanciandomi le chiavi. Guardo lui, il volante dell'auto e poi di nuovo lui.

"Posso?" Cerco di trattenere l'ennesimo sorriso, perché le guance iniziano a farmi male.

"Certamente"
Senza aspettare un altro secondo, scorro sul sedile, fino a trovarmi il volante davanti.

"Okay, sto implodendo" mormoro, prendendo un bel respiro e facendo partire l'auto. Ha il cambio manuale ovviamente, ma essendo un'appassionata sono in grado di guidarla senza problemi. La cappotta è abbassata, e il sole ci riscalda mentre guido verso il parco che Louis mi ha indicato. Ci mettiamo circa dieci minuti, e quando arriviamo sono sorpresa.

"Perché non sono mai stata da questa parte della città?" Domando più a me stessa che a lui.

"Questo posto non è molto conosciuto, ma è magnifico" Lou parla piano, come se avesse paura di disturbare qualcuno. Prendiamo il sentiero principale del parco, che si affaccia proprio sul Tamigi.

One Shots · One Direction & 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora