33. Ashton Irwin

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La cosa che più detesto di me stessa è di non riuscire a superare le cose

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La cosa che più detesto di me stessa è di non riuscire a superare le cose.
Ad esempio, ho una lite in sospeso con mio cugino George, ogni volta che ci vediamo -per fortuna raramente- ricomiciamo a discuterne.
O ancora, quattro anni fa il barista di un caffè nel centro commerciale mi ha dato meno resto di quanto dovesse fare ed è corso a cercarmi, negozio per negozio e da quel momento, ogni volta che vado lì, gli lascio più mancia di quanta ne sia necessaria.

Oppure, la mia cotta del college, che ero certa di aver assolutamente dimenticato. Ne ero assolutamente convinta, al duecento percento.
Ma quando ha varcato la soglia del mio ufficio, salutandomi calorosamente, mi sono sentita morire.

Mi sono laureata un anno e mezzo fa, e vado ben fiera della mia triennale in marketing che mi ha aperto la porta al mio attuale lavoro.

Sono passati quattro giorni da quando lui è entrato nel mio studio ed io continuo a pensarci, ancora e ancora.
A dir la verità ci eravamo già visti dopo la mia laurea, svariate volte a prendere un caffè o a vedere un film insieme.

Io e Ashton eravamo molto uniti durante i nostri anni di studio, soprattutto perché io lo aiutavo a studiare economia e lui mi aiutava in calcolo matematico. Studiando insieme eravamo riusciti ad uscire entrambi con il massimo dei voti.

Mi ero accorta di avere una cotta per lui quando, un pomeriggio mentre studiavamo, ci eravamo ritrovati più vicini del solito, e lui aveva sorriso e mi aveva guardato un momento le labbra ed io avevo pensato che se mi avesse baciata, probabilmente non mi sarei allontanata affatto.
Il fatto è che lui non sembrava minimamente attratto da me, perciò avevo rinchiuso le mie speranze in un bauletto, lo avevo gettato nel fondo dell'oceano e avevo buttato la chiave.

Ma rivederlo ogni volta mi fa sempre un certo effetto, soprattutto se mi chiede di andare a cenare insieme come ha fatto quel giorno.

La cena è andata piuttosto bene, mi ha raccontato di come va il suo lavoro. Mi ha spiegato che subito dopo la laurea lo aveva contattato un rinomato centro informatico che lo aveva portato ad allontanarsi da Chicago per diverso tempo. Ogni tanto lui tornava qui, e poi ripartiva. Nell'ultima settimana era riuscito a terminare il programma per la ricostruzione di volti in indagini antropologiche, e perciò aveva ricevuto una promozione che lo aveva fatto tornare a Chicago.

Sono bastati dieci minuti con lui per farmi accorgere quanto non mi sia mai smesso di piacere.

Ora sto andando verso il bar a cui ci siamo dati appuntamento per oggi, perché dopo la cena mi ha chiesto di uscire ancora.

Mi siedo all'esterno, dato che la temperatura primaverile è perfetta, e mentre aspetto leggo un nuovo libro che ho comprato da poco.

"Ehi, splendore, aspetti qualcuno?" Domanda Ashton, sedendosi di fronte a me.

"Già, ma non penso che verrà. Sai, è un tipo molto impegnato" scherzo con lui, posando il mio libro nello zaino.

Ho notato con piacere quando siamo stati insieme l'altra sera che tra di noi c'è una sorta di flirt molto intenso. Ci comportiamo come se fossimo appena usciti dall'università e non fosse passato tutto quel tempo. Ci stuzzichiamo, cerchiamo molto il contatto fisico, l'ho anche beccato a guardare intensamente le mie labbra più di una volta. Eppure nessuno di noi ha il coraggio di fare quel passetto in più.

One Shots · One Direction & 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora