🔹 Capitolo Diciotto

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Demet's pov

Con occhi brucianti e pesanti, cercai di prendere il telefono.
Mi ero spaventata a dirla tutta.

Vidi che Anil mi stava chiamando.

Alle due di notte che poteva mai succedere?

<Anil, spero sia qualcosa d'importante o domani ti sotterro, sappilo > dissi con voce roca
<Dëmo scusami... Hai ragione, ma è successo qualcosa d'importante e non potevo non chiamarti. Dove sei? >
<Stavo dormendo Anil, lo avrai capito? Cos'è successo? >
<Can... >
<Cosa Can? > neanche lo feci finire di parlare che subito lo interruppi
<Siamo tutti in ospedale >
<Ne? > dissi, sbiancando.

Can in ospedale?
Il mio cuore acceleró.
Tremavo come una foglia.

Accesi la luce e cominciai ad ingoiare dolore, quando sentii dall'altra parte tante voci, tra cui quella di Kymia.

Lei era già in ospedale e io nel letto a dormire.

<Dem, ti aspettiamo. Ora non posso dirti nulla> disse e chiuse

Subito cercai qualcosa da mettere, fregandome altamente di quello che presi.

<Dem, che sta succedendo? > disse Nesli
<Devo andare in ospedale... Can è lì > dissi con voce ansiosa
<Che è successo a Can? >
<Bilmiyorum > (Non lo so)
<Calma Dem. Potrebbe anche non essere grave >
<Come posso calmarmi? > dissi nervosamente, mentre le lacrime cominciarono a scendere
<Stai attenta per favore? Sulla strada intendo>
<Tranquilla. Riposati tu > dissi scappando velocemente e uscire da casa.

Ad ogni mio passo, sentii il groppone in gola diventare sempre più grande.

Cominciò anche a piovere.

Attivai i tergicristalli e mi asciugai gli occhi dalle maledette lacrime.

Arrivai in ospedale e parcheggiai. Velocemente scesi dall'auto.
Corsi senza ombrello fino all'entrata, bagnandomi tutta e per fortuna c'era Anil ad aspettarmi.

Prendemmo l'ascensore insieme e cominciai a tempestarlo di domande

<Ha la febbre alta? > dissi con filo di voce
<Evet. Ora ti spiegano tutto i suoi genitori... Sono tutti qui ovviamente. Mi sembra giusto che riferiscano loro le condizioni del figlio > aggiunse Anil

Arrivammo nel reparto e notai Kymia, seduta vicino alla presunta mamma di Can.

Non l'avevo ancora conosciuta

<Merhaba... Sono Demet, piacere > dissi con voce tremolante, mentre allungai una mano verso la signora e verso il signore, che senza ombra di dubbio era il padre di Can.

La somiglianza era tanta.

<Piacere Demet... Sono Guldem > rispose gentilmente, con mezzo sorriso  la signora
<Piacere Guven> disse il signore
<Posso sapere cos'è successo? > dissi e notai Kymia, sbattere nervosamente i piedi a terra
<Sai cos'è successo Demet? - si alzò nervosamente e mi puntò un dito contro - Can per proteggerti in gran parte dall'acqua fredda dell'irrigatore, si è preso una broncopolmonite. Sei contenta vero? > disse e il padre di Can si alzò, con viso contratto
<La ragazza non c'entra nulla. É successo, punto. Per questo ti chiedo di calmarti > disse Guven a Kymia

Intanto non fiatai per niente.

Ero distrutta.

Forse perché Kymia non aveva tanto torto.

Non dovevo permettergli di prendersi tutta quell'acqua, visto e considerato che qualche giorno prima aveva già avuto la febbre.

Mi sentii pessima e in colpa

✰𝙵𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙳𝚊𝚕 𝚂𝚎𝚝 - + Audio Book Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora