🔹 Capitolo Venticinque

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Demet's pov

Che ci stava passando in quel momento non lo sapevo descrivere.
Ad un tratto avevamo capovolto tutta la situazione.
Non avevamo più seguito il copione.
Non che fosse una novità, ma ogni volta, prendevamo possesso delle scene con i nostri problemi.
Mettevamo alla luce i nostri silenzi, facendoli passare come improvvisazione.
Se per Çağri andava bene, lo era anche per noi.

Vedere Can in quel momento, era come rompere il mio cuore in mille pezzi.
Mi ero progettata di risolvere le cose con lui.
Di sistemare il tutto, ma non ero riuscita nel mio intento.
A volte dimenticavo che era Can Divit e quindi passavo tutta la mia frustrazione in Sanem.

< Me ne vado > dissi
Quella battuta era reale.
Era scritta sul copione, ma il tono che assunsi, era carico di dispiacere.
Volevo davvero andare via.
Non volevo continuare a guardarlo e sapere che fra me e lui era ancora tutto così.
Tutto un punto interrogativo.

<Perché? > disse Can

Come da copione, era previsto che Can Divit avesse fermato Sanem, ma quel perché, era qualcosa di più grande.
Avrei messo la mano sul fuoco.
Can voleva sapere "Perché" del mio atteggiamento.
Era così palese.

<Perché non posso e non voglio lavorare con un capo che mi giudica senza ascoltarmi -quanto erano vere quelle parole - senza cercare di "CAPIRMI" > dissi, scandendo l'ultima parola

L'ultima frase l'avevo aggiunta io.
Personalizzavo ogni dialogo.

<Sanem... - distolse lo sguardo - ripensando al fatto che... - continuava a non guardami -... non c'è possibilità di giustificare quello che hai fatto, francamente non capisco di cosa tu stia parlando > disse e mi tagliò le vene con quella frase
<Ah! Non lo capisci! > dissi, mirando il pavimento
<Allora non lo capirai mai. > aggiunsi, spostando lo sguardo su di lui
<Ho capito tutto, Sanem > disse convinto
<Addio > dissi dopo qualche secondo di silenzio e uscii in lacrime da quella stanza che mi stava soffocando
<Stooop. Iyi çocuklar ... Sen bir bombasın. > (Stop. Bravi ragazzi... Insieme siete una bomba) disse Çagri, facendo partire la musica allegra, come ogni volta.

Un buon metodo per sciogliere la tensione di quelle scene spacca cuore.

Andai dritta a sistemare il trucco tornai e sul set per registrare con Anil e Tugce una piccola scena, tra l'altro molto divertente e io avevo l'umore pari a zero.

<Demet... Tutto ok? Oggi non sei tu > disse Çagri

Si era accorto che ridevo poco alle battute di Cey Cey
<Evet > mi limitai a dire e intanto mi capitó di incrociare gli occhi di Can

Era fermo alla parete a guardarci.

<Quando ci sei partiamo > continuó Çağri
<Vai pure. Sono pronta> dissi e chiusi gli occhi per un momento.

Quelle erano le difficoltà del mestiere.

Non contava il tuo umore, dovevi ridere anche se dentro avevi l'inferno e dovevi piangere, anche se dentro avevi il paradiso.

Portai a termine, con fatica, quella buffa scena e andai subito a cambiarmi.

Erano ore che stavamo recitando.
Tra ciclo e malumore, volevo solo tornare a casa.
Ma non potevo.
Visto che dovevamo fermarci per il compleanno.

Uscii dal camper e raggiunsi tutti.
Erano messi a cerchio e stavano bevendo del té insieme.
Mi sistemai di fianco a Birand, nonché di fronte a Can, che non smetteva mai di guardarmi.
Poteva far capire tanto con quello sguardo.

✰𝙵𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙳𝚊𝚕 𝚂𝚎𝚝 - + Audio Book Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora