🔹 Capitolo Trentotto

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Demet's pov

Dopo che Omer mi aveva riferito tutto quello che era accaduto durante l'intervista, gli chiesi immediatamente di raggiungermi.
Non sentivo più la terra sotto i piedi.
Come aveva potuto Can far trapelare cose simili, sapendo la rigidità della nostra nazione?
Cos'era quella frase che aveva riservato a quella ragazza? Va bene.
Nessuno sapeva di noi, ma per rispetto mio e delle nostra situazione doveva andare con i piedi di piombo e non fare il fighetto.
L'idea che non era incinta, immediatamente divenne la cosa più bella della mondo.

Non poteva arrivare un figlio in un trambusto del genere.

Nesli era andata via un attimo, ma era già di ritorno. Le avevo detto di non lasciarmi mai sola, perché non ero in me.
Avevo un continuo bisogno di sfogarmi.

Mi sedetti un attimo e presi il telefono.

Forse era meglio non prenderlo, visto che tutto quello che girava, erano coltellate al petto.

Trovai un tag mio, in una fanpage instangram.

Aprii e lessi i tanti commenti.
Donne impazzite per il gesto di Can e la rabbia mi salii ancor di più

Utente uno - Can, se mai ci incontrassimo, faresti toccare il tuo corpo anche a me?

Utente due - Fortunata quella ragazza, ma ancor di più la nostra Demo. Avete sentito Can? Secondo me stanno insieme i nostri Albatros e Fenice

Intanto il mio cuore prese a battere all'impazzata.

Utente tre - Can e Dem, perché vi nascondete ancora? Siete ridicoli. Prendete esempio dai nostri Serkan e Ozge

Utente quattro - Candem nel cuore ovviamente, ma dopo l'intervista di Can, vorrei tanto essere quella che l'ha toccato, ovviamente, avrei scelto qualcosa di diverso da toccare

Utente cinque - Quindi Can e Demet si sono baciati per davvero? Lo sapevo che lì di finzione c'era ben poco.

Chiusi quella pagina e spensi il telefono.

"Poteva evitare tutto questo" pensai, fra le lacrime.

Sentii un vuoto dentro incolmabile.
Lasciarlo non era proprio quello che volevo, visto che lo amavo follemente, ma l'aveva fatta grossa.
Non mi ero sentita per nulla rispettata.

Suonó il campanello.

Era Omer.

<Merhaba> disse e lo feci entrare
<Caffè? > chiesi subito
<Calmante Dem >
<Quello non ce l'ho >
<Ma io posso darti la dose giusta se vuoi per calmare questa situazione. Ho parlato con il mio amico avvocato. Puoi punire Yaman, visto che ha diffamato il tuo nome >

A quella affermazione, non sapei che dire.

Omer non sapeva di me e Can.

Come potevo rifiutare la sua idea?
Che motivo potevo offrirgli per far decadere il suo pensiero?

<Yok. > dissi spontanea
<Ne? Stai scherzando? >
<Mi sembra esagerato. Non credi? >

Mi guardò improvvisamente con sospetto

<Dem, sei davvero tu? > disse, avvicinandosi e toccarmi il braccio

✰𝙵𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙳𝚊𝚕 𝚂𝚎𝚝 - + Audio Book Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora