🔹 Capitolo Trentatré

2.4K 186 46
                                    

Demet's pov

Posai il telefono e inevitabilmente una lacrima scese sul mio viso.
Quella foto mi aveva ferita.
Mi aveva fatta sentire una qualunque ragazza, forse di passaggio, nella sua vita.
Ma quando pensavo a quello che faceva per me, smettevo di dubitare.
Pensavo che tutto era un brutto scherzo e andavo avanti.

<Dem, per me quella foto non è vera > disse Nesli
<Dici? >
<Dico. Posso anche sbagliarmi ma la vedo cosi. C'è qualcosa che non mi convince e poi, più di te nessun'altra può saperlo. Tu sai se Can potrebbe mai tradirti! Io onestamente non credo possa riuscirci. Ho visto come ti guarda e sopratutto, come ti tratta>
<Parlerò con lui. Questa foto è stata il mio peggior incubo. Non mi sta facendo vivere per bene la mia storia... Sono arrivata all'esasperazione >
<Parla con lui. Ti toglierà ogni dubbio >

 Ti toglierà ogni dubbio >

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Annuii e l'abbracciai

<A te voglio dire grazie. Hai sempre parole e tempo per me > dissi nel suo orecchio
<Quando un'amica ha bisogno, bisogna aiutarla. I problemi vengono messi un attimo da parte >
<Sai cosa? Tu sei una forza della natura. La vita ti darà tante cose belle Nesli >
<Io sono qui. Aspetto solo di riceverle > disse con mezzo sorriso

Ma anche cento sorrisi, lei era morta dentro.
Non era la mia Nesli e io non vedevo l'ora che tutto sarebbe passato

<Ora vado > dissi e annuì

Si alzò anche lei.

<Mi raccomando. Non partire in quinta e dagli modo di spiegarsi Dem> disse e mi fece sorridere
<Sai già le mie reazioni> dissi portando una mano sulla bocca e sorridere
<Oh si. Quando abbiamo litigato noi due, diventavi una iena... Perciò, con calma >
<Lo farò > le diedi un bacio e mi accompagnó alla porta.

L'abbracciai ultima volta e scesi le scale, presi la macchina e tornai a casa.

Presi il borsone da dietro ai sedili e camminai verso casa.

Cercai le chiavi nella borsa e presi di casa di Can.

Le tenni per un pó in mano e il mio cuore prese a battere all'impazzata.

Se non c'era quella situazione di mezzo, sarei andata a casa sua a lavarmi e vestirmi.

Riportai le chiavi nella borsa e prese le mie.

Aprii la porta e gettai il borsone a terra non appena entrata.
Mi liberai dal giubbotto e cappello, appendendoli alla parete e camminai lentamente, passando dal salotto, per poi sentire una voce bassa dalla cucina.

Qualcuno era in casa?

Cominciai a tremare, ma nonostante tutto, camminai silenziosamente per capire di cosa si trattava.

Vidi un ombra e mi affacciai per vedere, per poi trovare mio fratello mezzo addormentato sulla sedia e la TV accesa.

Sospirai.
Avevo perso dieci anni di vita.
Era da tanto che non lo vedevo e trovarlo all'improvviso nel mio appartamento non era il massimo.

✰𝙵𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙳𝚊𝚕 𝚂𝚎𝚝 - + Audio Book Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora