🔹 Capitolo Ventidue

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Demet's pov

La mattina seguente mi svegliai in maniera diversa. Ero incastrata sotto al corpo possente di Can e sentii mancarmi l'aria per alcuni attimi
<Can > lo richiamai mentre provai a liberarmi dalla sua carcassa
<E? > disse con voce flebile, assonnato e con occhi chiusi.
Non si mosse di un millimetro.
<Mi stai schiacciando> dissi e finalmente si spostò sul suo lato libero

Riuscii a respirare finalmente e notai con la coda dell'occhio che stava ridendo sotto i baffi

<Che ti ridi? > dissi, colpendolo al fianco <Sei ancora integra? ><Ti stai prendendo gioco di me? La prossima volta ti faccio dormire non sul divano, ma direttamente sul tappeto><Guarda che è sempre casa mia

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<Che ti ridi? > dissi, colpendolo al fianco
<Sei ancora integra? >
<Ti stai prendendo gioco di me? La prossima volta ti faccio dormire non sul divano, ma direttamente sul tappeto>
<Guarda che è sempre casa mia. Buongiorno comunque> disse e come un deja-vu, mi ricordai la piccola discussione delle chiavi e non solo... Neslihan! Dovevo assolutamente chiamarla.
<Buongiorno > risposi con mezzo sorriso mentre mi stavo per alzare
<Dem > disse e mi voltai verso di lui
<Ne? >
<Cos'hai al polso? > disse, bloccandomi dal braccio
<Dove? > finsi, ma il cuore prese a battere all'impazzata.

Non mi ero accorta che la bandana l'avevo persa nel letto.

Sapevo che da lì a poco sarebbe scoppiata una catastrofe vera e propria

<Ah si... Qui? Sono caduta > dissi impacciata e tirò subito il braccio verso di lui, guardandolo da vicino.
<Non sei caduta. Questa è una stretta. Cos'è questa storia? > disse alzandosi di scatto e mettersi davanti a me, aspettando una degna spiegazione
<Can >
<Non voglio bugie. Nessuna presa in giro Dem... Chi ti ha fatto quel segno? > disse spalancando le braccia
<È importante per te saperlo? >
<Ti sembra una domanda idonea la tua? Giuro, quando fai così mi porti a livelli alti di esasperazione > disse portandosi le mani sulla fronte
<Can non è importante >
<Come non è importante? Ma come ragioni Demet? >

Mi aveva chiamata Demet.
Era davvero arrabbiato

<Devo vestirmi > dissi, provando ad alzarmi ma con la mano mi fece sedere di nuovo sul letto
<Chi ti ha fatto quel segno? >
<Cosa succede se te lo dico? >
<Quello che succede non può interessarti. Dimmi chi è stato >
<Tamam. Ma stai calmo >
<Una battuta la tua! Avanti parla >
<È stato... > mi fermai
<Ti aiuto? È stato Seckin vero? Lui e la sua maledetta gelosia > disse alzando il tono
<Evet > dissi a tratti
<E tu me lo hai nascosto e avresti continuato a farlo se non ti avessi scoperta. Sei ridicola Demet... Davvero dico! > disse ridendo amaramente, per poi aprire l'armadio e prendere jeans e maglietta
<Dove stai andando? Non puoi uscire Can! Lo ha detto il dottore> dissi, trovando un pretesto per evitare che affrontasse Seckin
<Da questo momento non parlerai con me. Come hai potuto nascondere una tale cosa? Quando capirai che sei la mia vita? Come tale, devi appoggiarti a me... Vorrei tanto essere la tua colonna portante, ma scappi sempre, nascondi cose e racconti bugie. Così non funziona. Non può funzionare > disse urlando, sbattendo la porta e andare in bagno.

<Can mi vuoi ascoltare? > urlai dopo che arrivai dietro la porta del bagno

<Vattene. Voglio rimanere solo... Impara dai tuoi errori >
<Non puoi fare così per una innocente bugia >
< Il tuo ex che non solo ha marchiato il mio nome, ti ha lasciato un segno spaventoso al polso, tu la chiami innocenza? >
<Can apri la porta! >
<Non la apro. Vattene per favore... Sono troppo arrabbiato ora >
<Io vado. Non perché me lo stai dicendo tu, ma promettimi che non uscirai di casa e soprattutto che non ti vedrai con Seckin>
<Non prometto cose che non posso mantenere. > disse e sentii il rumore dell'acqua.

Era entrato in doccia.

Raggiunsi la sua stanza in lacrime e mi vestii velocemente.
Uscii di casa ed entrai in macchina con corpo teso.

Mannaggia a me.
Dovevo dirglielo e magari sarebbe andato tutto in modo diverso e invece ora è più arrabbiato di quanto immaginassi.

Provai a chiamarlo.

Ero in lacrime e stavo tanto male.

<Dimmi. Fai veloce perché sono appena uscito dalla doccia e devo vestirmi> disse. A dirla tutta pensavo nemmeno mi avesse risposto
<Can mi dispiace > scoppiai a piangere

Mi sentivo così in colpa.

<Anche a me. Io non voglio bugie Demet e te l'ho detto quante volte? >
<Ti chiedo scusa, insomma, ti ho detto una piccola bugia, lo so,  ma era per proteggerti> dissi, accostando la macchina
<Demet, non è una piccola bugia. Impara a dare il giusto valore. Quel bastardo ti ha messo le mani addosso e tu hai avuto la forza di mentirmi? Con quale coraggio? >
<Non mi ha picchiata. Non gravare la cosa. L'ho provocato con le parole e mi ha stretto il polso inevitabilmente >
<Ora lo difendiamo anche? >
<Conosno Seckin. Non farti strani pensieri Can >
<Sai cosa? Se mi amassi sinceramente e profondamente, non saresti riuscita a nasconderlmi nulla. Rifiuti le chiavi di casa e subito dopo scopro che mi stavi nascondendo delle cose. Sei sicura di amarmi Dem? >
<Ti ho aperto tutto il mio cuore Can, non ti basta?>
<Perché mi fai una domanda alla mia domanda? Non hai una risposta? >
<Can io stento a crederci. Non puoi dirmi certe cose >

Non sentii nemmeno più la sua voce.
Vidi lo schermo e notai a malincuore che aveva messo giù la chiamata.

Lanciai il telefono sul sedile e continuai a piangere, riprendendo la marcia e arrivare da Neslihan.

Suonai tante volte il citofono ma non rispose.
Cominciai a preoccuparmi.

Dov'era a prima mattina?

Provai a chiamarla e risultava spento.

Un'altra dura giornata era pronta per essere affrontata.

-Spazio Autrice -

Avevate previsto, credo, questo litigio.

Ora Can é davvero arrabbiato.

✰𝙵𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙳𝚊𝚕 𝚂𝚎𝚝 - + Audio Book Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora