🔹 Capitolo Ventisette

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Demet's pov

Arrivammo davanti al bosforo. Spense la macchina e subito sentii i nostri respiri corti.
<Allora... Ti ascolto > disse Can e mi sistemai comoda sul sedile
<Can, prima di parlare di noi due, vorrei farti una domanda >
<Evet. Chiedi pure >
<Ilker e Kymia, insomma... >
<Tamam. C'è una spiegazione! Stavano insieme in passato. >
<Lo avevo capito questo, per delle cose che si sono detti al compleanno prima del tuo arrivo. Ma lui sembra ancora preso da lei, sbaglio? >
<Non sbagli! Lo è... Forse anche tanto>
<Scusa se sto entrando nel personale, so che è il tuo migliore amico, oltre ad essere il tuo manager e vorrei sapere qualcosa su di lui. Tipo, perché non stanno più insieme? >
<Ehm... Dem... Questo è il punto >
<Ovvero? >
<Si sono lasciati perché lei aveva occhi per un altro. Lo faceva notare anche in sua presenza e quindi ad Ilker faceva soffrire questa cosa >
<Ha occhi per tutti a quanto pare, perché vedendo i fatti ora li ha per te Can. Questa storia sta diventando un peso per me. Sto sempre zitta, cerco di ignorarla, ma davvero mi snerva quella donna > dissi tutto d'un fiato

Quando parlavo di Kymia, non riuscivo nemmeno a respirare tanto era la rabbia

<Dem, se vogliamo vivere il nostro amore all'oscuro, queste sono le conseguenze > disse e aveva ragione caspita.
Non potevo sempre lamentarmi.
Erano l'unica possibilità

<Chi ti dice che voglia vivere il nostro amore? > dissi scherzosamente
<Sei davvero divertente. Mi stai facendo perdere la testa >
<Non ti avevo detto che ero peggio di Sanem? Io vivo la vita sempre con dei calcoli. Nulla al caso>
<Quindi - mise la mano nella tasca - il portachiavi è frutto di quale ragionamento? Sono curioso a questo punto >

Diventai rossa in viso e il mio cuore cominciò a battere all'impazzata

<Ehm... Ti ricordi quando mi hai detto "Non ti sei fatta viva per un giorno intero"? Ecco, in realtà non mi sono fatta viva perché stavo pensando a te... A noi... Insomma, prendere una decisione perché non potevo scappare da te e poi starci male- presi la sua mano con il portachiavi e la strinsi nella mia - Can, proprio come dice la frase, se mi dici "vai" io vado, se mi dici "resta" io resto. Ora dimmi quello che vuoi > dissi con occhi lucidi
<Ovviamente voglio che resti Dem. Non solo ora, ma SEMPRE. Pensavo di avertelo fatto capire che il mio cuore ti appartiene. Che sei il mio ossigeno e la mia stessa vita. Forse non sono stato troppo bravo? >
<Il punto é... - mi fermai - insomma... Non sei tu Can. Quella che vive con punti interrogativi sono io fra i due. Io ho scelto di esserci nella tua vita. Infatti... - aprii la borsa e presi l'altro portachiavi, uguale a quello che avevo regalato a lui -  ho preso un altro perché voglio la chiave del tuo cuore. > dissi tremolante.

Sorrise.
Lo avevo reso felice, era palese dagli occhi.

<Perché non hai accettato subito allora? >
<Can, casa tua per me rappresenta la tua vita... Il tuo cuore... Mi stavi dando l'accesso sicuro e lì per lì, ero davvero preoccupata. Volevo esserne sicura prima di accettare. Volevo parlare al mio cuore e sapere se davvero volevo farne parte >
<Questa è l'unica cosa che ci differenzia. Io non ho avuto bisogno i discorsi o di ragionamenti>
<Perché vivi le tue emozioni a pieno. Le vivi di pancia, ma io ho sempre avuto paura di soffrire. Forse perché ci ho sempre rimesso in amore > dissi e mi tirò dal polso
<Che c'è? >dissi
<Vieni su di me >, fece il sedile indietro
<Se vengo su di te smetto di parlare > dissi con sorriso
<Voglio averti stretta nelle mie braccia >

Mi convinsi.

Scesi dalla macchina e andai dal lato suo, per poi mettermi comoda fra le sue gambe.
<Sei comodo? > dissi, dopo aver fatto aderire la mia schiena al suo petto e la testa sulla sua spalla
<Sto benissimo. La macchina è abbastanza spaziosa per fortuna r tu sei piccoletta. Giusta per me >

✰𝙵𝚞𝚘𝚛𝚒 𝙳𝚊𝚕 𝚂𝚎𝚝 - + Audio Book Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora