Il viso di Gidan è ancora a pochi centimetri dal mio quando realizzo che effettivamente sono in trappola, bloccata in un mondo immaginario creato per portarmi alla pazzia.
Lui si rimette in posizione eretta, senza togliersi dalla faccia quell'espressione maligna e cammina verso la finestra, fermandosi ad ammirare il giardino attraverso il vetro.
In un attimo tutto l'odio che provo mi da alla testa, il battito aumenta e il respiro si affanna, vedo tutto sfocato e i colori si attenuano fino a diventare grigi, stringo il tessuto del divano tra i pugni cercando di calmarmi.-Mh.. L'hai presa meglio di quanto pensassi bambolina.
Quelle parole sono la goccia che fa traboccare il vaso, mi alzo urlando e afferro la maglietta di Gidan spingendolo violentemente contro il muro, appena sbatte la schiena fa un gemito di dolore e prova a rialzarsi ma gli blocco con un piede la spalla schiacciandola contro il muro, stavolta è un urlo a lasciare le sue labbra.
Gli afferro i capelli e lo costringo a guardarmi diritto in faccia, non distinguo bene i lineamenti del suo viso ma so che trasmette paura, e questa cosa non fa che aumentare la mia eccitazione.-I t-tuoi occhi..- mi dice con la voce roca ma lo ignoro completamente e gli sferro una ginocchiata sul petto, lui tossisce e si accascia a terra.
Mi avvicino per dargli un pugno sul viso ma mi sento cadere all'indietro e colpisco il freddo pavimento con un tonfo.---
Mi sveglio urlando bagnata di sudore e quando riacquisto il controllo di me capisco di trovarmi nel mio letto, nella mia stanza all'accademia.
La testa non mi fa male ma sembra che dentro ci sia scoppiata una bomba, ho una tale confusione di pensieri che faccio fatica a rimettere in ordine cronologico gli eventi.
"Gidan mi ha cacciato dal suo Mind World o sono riuscita a scappare?"
È tutto quello che riesco a pensare, nemmeno mi sento in colpa per averlo attaccato così violentemente.
"Se lo è meritato!" Penso con convinzione, mi alzo dal letto e mi vesto velocemente, mi pettino raccogliendo i capelli in una coda alta e copro il grosso taglio sulla mia fronte con un cerotto.
Mi preoccuperò dopo di Gidan e del Mind World, ora ho bisogno di vedere Archel e di sapere che sta bene.Quando entro nell'auditorium Clare corre subito verso di me e mi abbraccia forte, ricambio anche io con la stessa foga e assieme a lei vado a prendere posto al tavolo.
Seduto li c'è anche Archel che ha un lungo cerotto sulla guancia destra, quando lo vedo sento le lacrime scendermi sulle guance e cerco di nasconderle, prima di sedermi vengo fermata da una voce che mi chiama, mi volto e vedo Emi che mi viene incontro e mi prende a braccetto.
Asciugo le lacrime con la mano e cerco di sorridere, anche se in questo momento mi riesce difficile.-Va meglio?- mi chiede osservandomi preoccupata da dietro gli occhiali rosa.
Annuisco e tiro su con il naso, lei mi fissa per un attimo e poi scoppia a ridere coinvolgendoci tutti e quattro.-Devo andare, ci vediamo stasera- Emi mi abbraccia e poi torna a sedersi al suo posto.
Mi accomodo accanto a Clare, che sembra non preoccuparsi della tensione che c'è tra me è Archel, e provo ad assaggiare dei pancake ma lascio subito perdere, non sono in vena di mangiare.
Io ed Archel passiamo tutta la colazione ad ascoltare Clare che parla delle lezioni di Storia Evolutiva della Magia mentre ci lanciamo occhiate veloci, non sopporto questa situazione e vorrei potergli spiegare che non so per quale motivo io sia arrivata ad attaccarlo in quel modo.
Il mio sguardo viene attirato al tavolo dei Waterbender dove si sono appena sedute le due ragazze che mi hanno chiamato per affrontare il demone Gregul, rabbrividisco al ricordo e penso che se non fosse stato per il loro stupido errore tutto quel disastro non sarebbe successo.
La campanella suona e ci avvisa che è ora di recarsi a lezione.---
Mentre cammino per il corridoio in direzione dell'auditorium qualcuno mi afferra un polso e mi trascina in una delle aule vuote.
Archel chiude la porta a chiave e poi si gira verso di me, sento il battito del cuore aumentare a dismisura, non sono pronta per affrontare quello che è successo.-Nako, io..- fa una pausa -Io voglio sapere perchè ieri è successo..Quello che è successo.- anche se cerca di mantenere la calma dal suo tono capisco che è deluso, seccato ma anche speranzoso che io possa dargli la risposta che vuole.
Faccio un bel respiro e mi preparo a parlare ma dalla mia bocca non escono parole, le lacrime cominciano ad uscire dai miao occhi e mi copro il viso con le mani.-Scusa Archel io non so cosa mi è perso..- dico tra le lacrime -Ho perso il controllo delle mie azioni e me la sono presa con te ma giuro che non volevo!- scopro il viso e alzo il tono fino ad urlare -Mi sento così male per quello che ho fatto e capirò se non vorrai perdonarmi mai..- cado sulle ginocchia e comincio a singhiozzare
-Scusa, scusa, scus..- non riesco a finire la parola perchè ora le lacrime e i singhiozzi si sono trasformati in un pianto disperato.Archel si accuccia accanto a me e mi abbraccia, getto le braccia attorno al suo collo e lo stringo forte.
-Sshh.- mi sussurra mentre mi accarezza la schiena.
-Va tutto bene, sapevo che non potevi essere tu a fare quelle cose, i tuoi occhi erano così diversi."Cosa?" Alzo il viso dalla spalla di Archel e lo guardo sconcertata mentre mi asciugo le lacrime con la manica del cardigan.
-Cosa intendi dire con "i tuoi occhi erano così diversi."?
-Mentre mi attaccavi i tuoi occhi non erano più il solito blu di sempre, erano di un rosso intenso, da far venire i brividi.
Le sue parole mi riportano a galla quello che è successo con Gidan e l'unica cosa che è riuscito a dirmi.
"I tuoi occhi.."
Cosa mi sta accadendo?SPAZIO AUTRICE:
Scusate, scusate, scusate, scusate! ><
In questi giorni ho avuto pochissimo tempo per scrivere e di conseguenza questo capitolo non è dei migliori, mi rifarò con gli altri non preoccupatevi! ^^
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Mind Worlds (in revisione)
FantasyPer Nako Ukinowa sta per cominciare il terzo anno all'accademia per maghi Heavenrose, dove, negli anni scorsi, ha imparato a maneggiare il suo elemento dominante, la terra, e dove ora spera di scoprire quale fra tante è la sua dote. Ma qualcosa di...