Capitolo 25.

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Il fatidico giorno della mia visita al palazzo della famiglia Knight è arrivato.
Mi sono svegliata di buon ora, nonostante fossi riuscita a dormire solo poche ore, troppo turbata dall'idea di rivedere Gabriel, e mi sono subito preparata a dovere.
Ho deciso di indossare un vestito rosa confetto con il colletto bianco per non avere un aria né troppo elegante né troppo trasandata; la prima volta che ci sono andata ero vestita in modo pessimo comparata all'eleganza che regnava all'interno.
Ho lasciato i capelli sciolti, ho solo delle mollette a tenermi a bada dei ciuffi che altrimenti mi andrebbero davanti agli occhi; non mi piace acconciarmeli troppo, adoro la sensazione di sentirli muovere dietro le spalle.
Mi sistemo il vestito lisciandolo un po' mentre mia madre mi osserva con il suo sorriso da "madre fiera della propria figlia".

-Sei bellissima!- esclama all'improvviso.

-Non dovrei esserlo.- rispondo in modo secco, la mia agitazione è evidente. -Non per Gabriel.

-Ti preoccupi troppo.- mi dice lei alzandosi e venendo accanto a me -E poi lui è un principe, dovresti essere fiera di averlo conquistato.

Alle sue parole scoppio a ridere ma quando, effettivamente, mi accorgo che c'è una buona possibilità che lui sia intenzionato a corteggiarmi vado nel panico.
Fin dal primo incontro ho subito capito che genere di persona è: egoista, subdola, manipolatrice; se per caso mi capita di fare un incubo lui è lì, insieme a suo padre, non ho ancora capito il loro ruolo ma so che mi terrorizzano a morte.

-Non dire sciocchezze mamma.- rispondo con la voce tremante.

Lei apre la bocca per ribattere ma il rumore di un auto che si ferma davanti alla casa ci fa allertare.
È ora di andare.
Saluto con un abbraccio mia madre e urlo a mio fratello, che si trova in camera sua, un "ciao" euforico.
Apro la porta e cammino sul vialetto; mi sento come se fossi condotta alla mia esecuzione, ogni passo mi sento più vicina ad un mancamento e la bocca si sta riempiendo del sapore di bile.
L'autista scende e mi apre la portiera, lo ringrazio e mi accomodo sui sedili posteriori; mentre l'uomo mette in moto l'auto un pensiero fa capolino nella mia testa e mi rende più tranquilla:
"Vedrò Gidan."
Sorrido sollevata mentre l'auto sfreccia lontana da casa mia.

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Il viaggio è durato circa un ora, meno di quello che avevo previsto.
L'auto entra nel cancello del palazzo e noto subito con dispiacere che Gabriel è sull'uscio della porta ad aspettarmi con tanto di corona.
Deglutisco e mi faccio coraggio, aspetto che l'autista accosti e mi apra la portiera; scendo e Gabriel si avvicina subito a me, sorridendo beffardo.

-Nako!- esclama e fa un elegante baciamano. -Sono felicissimo di rivederti, spero che il viaggio sia stato piacevole.

-Oh si, assolutamente.- rispondo cercando di tenermi a dovuta distanza.

Lui sembra accorgersene perchè fa una risata soddisfatta.

-Vieni, il pranzo sta per essere servito.- mi dice offrendomi il braccio.

Lo accetto con riluttanza e lo prendo a braccetto, ci dirigiamo all'interno attraversando una parte del palazzo che mi ricordo di aver visto mentre cercavo di ritrovare la strada la prima volta.
Quando entriamo nella sala da pranzo mi accorgo che al tavolo è già seduta Lena, elegantissima nel suo abito blu oltremare. Appena ci vede entrare si alza e mi viene incontro abbracciandomi, ricambio il gesto molto volentieri.

-Cara, come stai?- mi chiede accarezzandomi i capelli.

Mi è mancata molto la presenza di Lena, è una donna meravigliosa, non solo d'aspetto ma anche umanamente: è dolce, premurosa e molto attenta. Nonostante la conosca da poco la sento come una seconda madre, anche per il fatto che lei e mia madre si somigliano molto: sono entrambe bionde scure, sui toni dorati e hanno un bellissimo fisico, l'unica differenza sono gli occhi: Lena li ha blu scuri mentre mia madre, come me, li ha più chiari, quasi azzurri.

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