Capitolo 17 (Speciale).

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Trovarmi davanti Gidan in carne ed ossa mi ha scioccata parecchio ma dopo che mi ha rivelato di potersi procurare la misteriosa copia di un diario personale, mi ha reso ancora più fremente di emozioni.

-E puoi prenderla?- gli chiesi con il fiato sospeso. Questo è un vero colpo di fortuna.

Lui scuote la testa bloccando le mie aspettative, le braccia incrociate sul petto. -Purtroppo no. I libri della sua libreria personale non possono uscire dalla stanza. Dovremo essere noi ad entrare per leggerlo.

Sospiro delusa; pensavo che stavolta ne saremmo venuti finalmente a capo, ma la fortuna è una dea bendata che riesce a scansarmi benissimo.
Gidan porta una mano dietro la testa e si gratta il collo concentrato a pensare; anche io provo a ragionare: "Una soluzione ci deve essere, ma quale?"

-Proverò a prenderlo.- mi dice tornando a guardarmi -È l'unica soluzione.

Annuisco e rimango a fissarlo, diritto negli occhi. È così strano averlo davanti a me, qui nel mondo reale, e non dentro ad una specie di mondo parallelo in cui vieni imprigionato per fini poco positivi.
Lui si accorge del mio sguardo e mi sorride, facendomi avvampare le guance per quel gesto.

-Sono davvero felice di averti incontrato per davvero.- mi dice avvicinandosi.

-Anche io.- rispondo quando oramai il suo viso è a pochi centimetri dal mio.

Visti da vicino i suoi occhi sembrano ancora più rossi e brillanti e al centro hanno una tenue sfumatura dorata.
Il cuore riprende a battere forte e io maledico il calore che aumenta sulle mie guance.

-Nako, devo tornare a casa.- mi sussurra all'orecchio.

-Ok..- rispondo un po' delusa. Avrei tanto voluto che rimanesse con me ancora, sentivo di aver bisogno di lui.

Si allontana di qualche passo senza girarsi, tenendo lo sguardo fisso su di me. -Ciao.- mi dice sorridendo.

-Ciao.- rispondo, un po' banalmente mentre lo guardo girarsi e sparire fa gli alberi e i cespugli del bosco.

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{Archel P.O.V}

Visto che Nako desiderava passare un po' di tempo sola con se stessa ho evitato di starle attaccato tutto il pomeriggio.
Sta passando un difficile periodo: è spaventata da se stessa, da quello che provoca quando perde il controllo e io, in quanto suo amico, mi prendo cura di lei.
Ora sto aspettando che la lezione di pozioni del secondo anno termini per poter parlare con Clare; ho deciso di approfittare di questo momento per chiederle di venire al ballo con me e sto pregando di non fare una figuraccia, rovinando tutto.

Dall'aula proviene un vocio indistinto che mi fa intuire che gli alunni del secondo anno si distraggono facilmente. Me la immagino in mezzo a quel chiasso, concentrata sulla lezione per riuscire al meglio; Clare mi è sembrata da subito una ragazza dal carattere forte e deciso, sa sempre quello che vuole e si fa in quattro per ottenerlo.
È una delle cose che di lei mi piacciono di più; io sono troppo timido, troppo concentrato ad autocommiserarmi per potermi battere al fine di riuscire in qualcosa ed è guardando lei, così piccola ma così forte, che trovo un po' di quel coraggio per fare le cose.
Non so come ho capito di essere innamorato di Clare, è successo e basta. Mi sono accorto, guardandola, che in certi momenti esiste solo lei, mentre il resto diventa uno sfondo indistinto, di cui mi importa ben poco.

Improvvisamente la campanella suona e la porta si spalanca. Una ventina di studenti e di divise di diversi colori esce dall'aula, mi faccio spazio fra di loro chiamandola ma non ricevo risposta.
Il fiume di studenti si allontana e io rimango davanti alla porta guardandoli andare via, di Clare neanche l'ombra.
"Dove mai può essere?" Mi chiedo confuso dalla situazione.

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