Capitolo 9.

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Per tutta la mattina non ho fatto che tormentarmi pensando ad Emi e al suo strano comportamento nei miei confronti, mi ignora, mi risponde male e se mi vede arrivare cambia strada.
Nel frattempo la lezione di Demonologia con il nuovo professore sembra più una terapia del sonno, nessuno riesce a tenere gli occhi aperti mentre il professore tenta di spiegare la storia demoniaca con una lentezza spropositata, la sua voce riuscirebbe a metterti ko anche se stesse urlando a pieni polmoni.

La campanella suona e tutti facciamo un sospiro di sollievo, finalmente la tortura è finita, sbadiglio coprendomi la bocca con la mano e mi alzo, sistemo i libri in borsa ed esco dall'aula con Archel, diretti all'aula per Biologia delle creature Magiche.
Mentre camminiamo incrociamo Emi, mi fermo e vado verso di lei, avvisando Archel di aspettarmi in classe.

-Emi!- la chiamo mentre la inseguo, lei si volta, mi vede ed accelera il passo.
Mi faccio strada tra gli studenti cercando di non perderla di vista.

-Emi!- urlo più forte questa volta, lei si ferma e si volta verso di me, la raggiungo e mi appoggio al muro per riprendere fiato.
Dalla sua espressione capisco che è infastidita, ha le braccia conserte e batte il piede a terra.

-Cosa vuoi?- sputa le parole come fossero acido e la cosa mi ferisce.

-Perchè mi ignori?- le domando, sto trattenendo a forza le lacrime, non sopporto il suo sguardo sprezzante nei miei confronti. -Ti ho per caso fatto qualcosa? Tu sai che puoi dirmi tutto, sei la mia migliore amica.

Emi non dice nulla, si limita a guardarmi, poi si volta e cammina.
Le lascio fare qualche passo poi la rincorro e la afferro per un braccio, costringendola a voltarsi.

-Emi, ti prego.- ora sto piangendo, lei mi guarda e con uno strattone si libera dalla mia presa.

-Vattene Nako. Non voglio più vederti!

-Perchè? Cosa ti ho fatto? Emi ti prego!- mi allungo per prenderle la mano ma lei si sposta appena in tempo.

-Ho detto che non voglio più vederti!

"Come fa a rimanere così calma?" Penso, sto piangendo senza controllo e singhiozzo, lei mi osserva impassibile, con quell'espressione sembra il preside Heavenrose, incapace di provare emozioni.

- T-ti prego..- sussurro tra i singhiozzi, mi avvicino e provo ad abbracciarla ma lei mi spinge a terra in malo modo.

-HO DETTO VATTENE!- urla, guardandomi con odio.

Rimango ferma a terra a guardarla a bocca aperta mentre se ne va, lasciandomi sola.
Rannicchio le gambe contro il petto e poggio la testa sulle ginocchia, lasciandomi andare in un pianto disperato.
"Perchè mi tratta in quel modo?" Penso, stringo i pugni e urlo, urlo più forte che posso, lasciando che tutta la rabbia e la frustrazione si disperdano insieme al suono.
"La odio" mi dico con convinzione "La odio come mai nessuno prima d'ora!"

Mi asciugo le lacrime e mi alzo in piedi, quando mi sono sistemata mi accorgo che uno degli specchi appesi al muro è scheggiato, mi avvicino e questo esplode, graffiandomi con le sue schegge, mi copro il viso con le braccia e sento il vetro pungere contro la pelle.
Quando oramai tutti i vetri sono a terra mi guardo le mani e le vedo tutte tagliate e sanguinanti, una piccola scheggia mi è rimasta conficcata nel palmo, la estraggo gemendo e vedendo il mio riflesso urlo di paura: vedo degli occhi rossi che tornano blu mare, i miei occhi.
Lascio la scheggia a terra e prendo il mio medaglione, devo assolutamente vedere Gidan, lascio la sala correndo in direzione della mia camera, apro la porta con le mani tremanti e ancora sanguinanti ed entro.
Poso a terra la borsa, mi sistemo davanti al letto e giro la stella all'interno della chiave, la stanza intorno a me inizia a girare velocemente e io mi sento cadere sul letto, poi tutto si fa buio e silenzioso.

Mind Worlds (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora